Addio a una delle figure più leggendarie del rock mondiale, David Bowie. Il Duca Bianco, 69 anni, autore de classici como Starman e Space Oddity, e’ morto circondato dai suoi cari, “dopo 18 mesi di battaglia contro il cancro” ha fatto sapere la famiglia con una nota sulla sua pagina ufficiale Facebook. “Molti di voi condivideranno questa perdita, vi chiediamo di rispettare la privacy della famiglia in questo momento di dolore”.
Il cantante, che era nato l’8 gennaio 1947, venerdi’ scorso nel giorno del suo 69esimo compleanno, aveva pubblicato il suo ultimo album, Blackstar. Le voci sulla sua salute si erano rincorse per anni. In pubblico aveva cantato l’ultima volta nel 2006, in un concerto a New York per beneficienza.
Innovatore e capace di sperimentare nuovi territori musicali, l’artista, che di recente era stato visto molto poco in pubblico, e’ stato una delle figure piu’ celebrate e di successo del secolo appena trascorso. Immediato il tributo del mondo dello spettacolo e della cultura. Anche il premier britannico David Cameron ha voluto dare il suo tributo: “Sono cresciuto ascoltando e guardando il genio pop di David Bowie. E’ stato un maestro della re-invenzione. Una perdita enorme”.
Riservato, poco disponibile ad interviste, Bowie era sposato a Imam, modella di successo fino al fatale incontro, e che poi, dopo il matrimonio nel 1992, gli e’ sempre stata accanto, in una delle unioni piu’ durature dello star-system.
Era noto come ‘duca’, ma arrivo’ persino a rifiutare di essere insignito dalla Regina con il titolo di cavaliere. David Bowie, nella sua Londra, nel 2003, fece appunto quello che pochi altri nella storia hanno fatto: rifiutare un titolo dalla sovrana Elisabetta II.
Contrariamente ai ‘baronetti’ Paul McCartney, Elton John e Mick Jagger, che quel titolo lo hanno preso volentieri, Bowie quell’anno, alla notizia della futura premiazione, disse: “Non potrei mai e poi mai accettare qualcosa come questo. Veramente non capisco a cosa serva. Non e’ quello a cui ho dedicato l’intera mia vita”.
Ma nonostante il rifiuto, che costo’ non poco imbarazzo alla Casa Reale, Bowie e’ sempre stato legato alla metropoli inglese e alle sue rivoluzioni. Del resto nacque a Brixton, popolarissimo quartiere nel sud della capitale, proprio negli anni in cui quell’area iniziava a essere popolata dalle genti dei Caraibi e dell’Africa. Il miscuglio di popoli e’ ancora vivissimo a Brixton, il quartiere che tuttora si porta addosso l’etichetta di ‘luogo dove e’ nato David Bowie’. Tutta Londra, comunque, e’ stata impregnata negli ultimi decenni dell’opera del Duca Bianco. Al punto che il Victoria & Albert Museum, l’istituzione culturale britannica nel cuore di Kensington, nel 2013 dedico’ a Bowie una delle sue mostre piu’ riuscite di sempre. Dal 23 marzo al 28 luglio di quell’anno, decine di migliaia di persone visitarono le sale del museo, che ospitavano oltre 300 oggetti legati in un qualche modo al cantante. Una mostra multimediale, piena di musica e di video, che consacrava Bowie nell’empireo dell’arte e che in qualche modo dava al visitatore l’idea che uno dei figli piu’ importanti della capitale sul Tamigi fosse veramente immortale. Fino ad oggi. Ciao David.