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Zaia contro i negazionisti del Coronavirus: ‘Non fate la conta dei malati, siamo prudenti’

‘Voglio dire ai negazionisti che il punto non è fare la conta dei malati o della minore letalità del virus. La questione è che bisogna essere prudenti perché altrimenti gli ospedali si congestionano e tornano a occuparsi solo di Covid. Il che significa non curare gli altri e aumentare il numero dei decessi’. A dichiararlo oggi, martedì 20 ottobre, è stato il governatore del Veneto Luca Zaia, intervistato da una delle penne di punta del giornalismo italiano Pietro Senaldi.  Quest’ultimo ha definito Zaia ‘il Guerriero del Govid’ perchè il Veneto assieme alla Lombardia è stata la prima regione che ha dovuto affrontare la pandemia, che ha procurato un’ondata di morte, che mai dimenticheremo. Mamme, zii e nonni che non hanno avuto via di scampo a causa di un virus, che ha colto tutti disarmati e che non ha fatto dormire di notte il Presidente della Regione Veneto, che non perde occasione di rinnovare l’invito ad utilizzare la mascherina, ad essere prudenti perchè anche se i numeri della seconda ondata sono ben diversi da marzo, ‘non bisogna abbassare la guardia’. Ora Zaia si sente più sicuro, ha preparato l’artiglieria per fronteggiare la seconda ondata, ma chiede prudenza a chi continua a negare l’esistenza del virus e ne parla come se fosse un’invenzione televisiva. Non ci sta lui che dopo marzo, è stato in tutte le terapie intensive del Veneto a contare i morti, a vedere morire i suoi cittadini, a vedere intubati ragazzi che potevano essere i suoi figli. Lui che ha dovuto fare i conti con numeri di contagi che nella prima ondata erano critici e ancora di questo virus letale non si conosceva molto. Non ci sta e chiede che non si abbassi la guardia.

‘I tamponi di Vo Euganeo, idea mia peraltro, mi hanno portato grande popolarità – ha dichiarato Zaia al quotidiano Libero –  E questa ha aiutato. Il segreto del Veneto è che abbiamo fatto una riforma della sanità vincente, istituendo un unico centro di acquisti di coordinamento, e abbiamo creato una squadra di lavoro performante. Poi, non abbiamo mai mollato: io sono stato 140 giorni consecutivi presente nell’unità di crisi’.

Alla domanda di Senaldi  se oggi il virus è meno letale, Zaia ha risposto: ‘Può essere che sia mutato, che ragioni in maniera conservativa e, come tutti gli esseri viventi, non vuole distruggere il suo habitat, che è il corpo umano. Oppure sta scomparendo di suo, come prima o poi fanno tutti i virus, o si è diffusa una certa immunità. O, solamente, stiamo beneficiando del clima, che non si è ancora fatto rigido. Il Covid in fondo è un corona, ovverosia una forma influenzale, e pertanto riprende violenza con il freddo. Non sono uno scienziato, non spetta a me dirlo. Sono solo certo che comunque, un giorno finirà’.

Stamattina, il presidente Zaia è stato ospite a Canale 5 dove ha preannunciato  per i veneti ‘il nuovo piano di sanità pubblica, che è esattamente quello che dovrebbe fare il governo: stabilire in base ai dati delle terapie intensive e degli ospedali quali saranno le misure che scatteranno. È un piano in più fasi – ha spiegato Zaia – in modo che i cittadini sanno in base ai numeri in che fase siamo’. Per Zaia il dramma con il Covid , da cui deriva l’appello all’uso della mascherina e al distanziamento sociale,  è che il virus ‘paralizza gli ospedali, perchè i malati hanno bisogno di cure. Oltre un certo limite qualsiasi sanità va in crash, e si deve rinunciare a curare ordinariamente gli altri cittadini. Dobbiamo evitare che gli ospedali vadano al collasso, questa è la vera sfida’.

Sempre a Canale 5 ha illustrato l’andamento  della curva dei contagi, ricordando  che anche in Veneto si fanno molti più tamponi, quindi  si scovano molti più positivi. Il contact tracing continua a funzionare e i dati sono chiari, oggi – ha concluso- abbiamo 52 persone in terapia intensiva. Il 10 marzo ne avevamo 111 e avevamo 2.400 ricoverati allora, oggi 460. Ovviamente è uno stato di allerta’.

di Redazione AltovicentinOnline