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Veneto in fascia arancione, ecco cosa si potrà fare e no

Arrivano i dati del monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità riferito alla settimana 28/12-3/1. Numeri impietosi che indicano un peggioramento generale della situazione. 

Che succederà dunque? Secondo il ministero passano in area arancione cinque regioni tra cui il Veneto. Oltre alla nostra regione, nella lista ci sono Calabria, Emilia Romagna, Lombardia e Sicilia. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in serata la nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 10 gennaio fino a venerdì 15 gennaio, data in cui scadrà il Dpcm. Con il nuovo provvedimento verranno valutate eventuali proroghe, fa sapere il ministero della Salute.

 

Zona arancione: che cosa si può fare e cosa no

La costante è il coprifuoco dalle 22 alle 5. In zona arancione vietati gli spostamenti fra regioni, salvo comprovate ragioni di salute, lavoro, necessità e urgenza. Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

Bar e ristoranti

Bar e i ristoranti sono aperti esclusivamente per la vendita da asporto fino alle 18 e per la consegna a domicilio che deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.

Nelle aree o negli orari in cui è sospeso il consumo di cibi e bevande all’interno dei locali, l’ingresso e la permanenza negli stessi da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono comunque consentiti gli assembramenti né il consumo in prossimità dei locali.

Possono restare aperti oltre le ore 18 solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.