L’agenzia di stampa Netmediacom (www.netmediacom.eu) specializzata nel Brand Journalism ha rilevato, in collaborazione con l’International Center for Social Research (www.icsr-net.com), la propensione alla beneficenza nel 2025 da parte degli italiani, registrando un 15% di cittadini che hanno donato denaro almeno una volta negli ultimi 12 mesi a un’associazione o a un ente (donazione formale), con una crescita di 4 punti percentuali rispetto all’11% registrato dall’Istat per il 2023. Ma oltre a questo 15% di “donazioni formali”, Icsr-net ha registrato che almeno una volta nel corso degli ultimi 12 mesi il 39% ha elargito donazioni informali, ad esempio durante la messa o direttamente a una persona bisognosa, non transitando quindi attraverso gli enti non profit. “Tra donazioni formali e quelle informali, insomma, oltre la metà degli italiani (54%) risultano essere tendenzialmente filantropi” commenta Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, giornalista, sociologo, nonché fondatore e ceo di Netmediacom, che ha commissionato la ricerca. “L’idea di approfondire questa tematica- prosegue il fondatore di Netmediacom- è sorta in occasione della doviziosa donazione a favore di ‘Casa Sant’Anna Onlus’ destinata ad ampliare le case rifugio per ragazze madri e per le donne vittime di violenza, realizzata dagli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia ed annunciata dal principe Emanuele Filiberto di Savoia in occasione di un recente gala tenutosi al ‘Marriott Grand Hotel Flora’ di Via Veneto nella Capitale”.
“Nel 2024, abbiamo realizzato opere benefiche per un valore complessivo di un milione di euro” ha puntualizzato in tale occasione il principe Emanuele Filiberto di Savoia. Il tutto a ‘chilometro zero’, perché attraverso la sua rete estesa su tutto il territorio nazionale (e anche all’estero) Casa Savoia interviene nei territori dove sono effettivamente presenti le sue delegazioni, per essere così sicuri che i contributi arrivino dove devono arrivare: in questo caso a ‘Casa Sant’Anna Onlus’, rappresentata per l’occasione da padre Vittorio Bernardi. Il sondaggio Icsr-net, realizzato a marzo 2025 su un campione di 2.000 persone di entrambi i sessi, colloca Milano, Roma e Bologna sul podio delle città dove la propensione alla beneficenza dei cittadini è maggiore. “Certo è che la solidarietà è un valore profondamente radicato nella cultura italiana, manifestandosi attraverso numerose iniziative benefiche che attraversano l’intero Paese e non solo con donazioni economiche, perché l’impegno è anche sul fronte del volontariato e delle donazioni biologiche” sottolinea il fondatore di Netmediacom. Nell’ambito del volontariato, l’Istat registra ben 4.616.914 volontari, di cui 2,69 milioni maschi e 1,92 milioni femmine, con una predominanza maschile ad eccezione della Lombardia che risulta prima in valore assoluto anche per presenze femminili.
I volontari, insomma, sono tantissimi. Nell’ambito delle donazioni biologiche, è in crescita il numero dei donatori di sangue e plasma, soprattutto tra i giovani. Ed ancora più sorprendente è la generosità degli italiani in merito alla donazione di organi, tanto che nel 2024 il nostro Paese ha raggiunto il record di 4.692 trapianti d’organo, con un incremento di 226 interventi rispetto all’anno precedente (+5,1%). “Il tasso nazionale di donazione è salito a 30,2 donatori per milione di persone ed è la prima volta che l’Italia supera ‘quota 30’, un livello che colloca il nostro Paese ai primi posti in Europa per donazioni di organi” conclude il fondatore di Netmediacom.
Le regioni più generose.
Sul podio con il tasso più elevato si collocano Toscana con 49,4 donatori per milione di persone, Emilia-Romagna (45,5) e Veneto (44,7). Seguono poi Friuli Venezia Giulia (41) e Piemonte (40,7). Nel Lazio i donatori sono invece 22,4 per milione (-0,3 rispetto al 2023) e in Lombardia 32,8 per milione (+4,5 rispetto al 2023). Mentre è da segnalare una rilevante crescita dei tassi nelle regioni meridionali: Sicilia +5,7 (si attesta così a 21,2 per milione), Campania +3,1 (si attesta a 10,9) e Calabria +2,7 (si attesta a 17,3), dati che evidenziano una riduzione del divario tra Nord e Sud.
