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Valli. Pronti per il turismo ma bisogno di servizi. C.A.I.: “Serve un piano d’insieme per il territorio”

Bellezza, sport e attrazioni, per il Pasubio il 2016 è stato l’anno ‘top’ e il 2017 promette ancora meglio. E non sarà l’imminente arrivo di Carlo d’Inghilterra e Camilla Parker Bowles a mettere a soqquadro il Monte Sacro, quanto piuttosto i tanti turisti che, con la primavera alle porte, riprenderanno a scorrazzare sulla Strada delle Gallerie e le pendici del Monte Sacro, dove in questi anni si celebra il Centenario della Grande Guerra.

Tutti pronti per il turismo quindi, complice il ponte tibetano, che da settembre in poi ha richiamato visitatori come api sul miele. “Complici anche la crisi e il terrorismo, che fanno apprezzare di più la natura ‘fuori porta’, che è a costo zero e non si rischia di incontrare un kamikaze.

A confermarlo sono Umberto Dalla Costa, presidente del Cai sezione di Schio e Renato Leonardi, gestore del Rifugio Papa a Valli del Pasubio.

Punto di convergenza dei loro discorsi è il Monte Sacro, che di recente ha incontrato il favore di tanti visitatori che hanno riempito rifugi e ristoranti della zona e rilanciato un territorio che era un po’ sottotono. “Il turismo di massa c’è sempre stato – hanno commentato – L’affluenza nella zona di Campogrosso è sempre stata buona, ma sicuramente il ponte tibetano ha fatto la parte del leone”.

Un ‘boom’ di accessi nel 2016, che però non ha spaventato nessuno e anzi, ha messo in moto una macchina di lavoro che punta a rilanciare la zona garantendo bellezze, divertimento, relax e buon cibo. Ma che richiede anche sforzi, perché il Centenario della Grande Guerra è in corso e i servizi non sembrano essere ancora sufficienti.

“Sono assolutamente contrario ad un eventuale biglietto d’ingresso per la Strada delle Gallerie – ha spiegato Renato Leonardi – Sarebbe contro l’etica dell’andare in montagna. Pagare un ticket sarebbe come passare un concetto di ‘garanzia’ che in montagna non esiste. La sicurezza è impossibile e i turisti devono essere consapevoli che quando vanno in montagna sono i primi responsabili della loro sicurezza e lì ci sono superfici scivolose, meteo che cambia repentinamente, soccorsi resi difficili dalle impervie della zona e un ambiente particolare”.

La promessa di realizzare un ‘chiosco’ in prossimità dell’entrata alle 52 Gallerie piace al Cai e al titolare di Rifugio Papa, che lamentano qualche mancanza e la necessità di fornire ai turisti bagni per fare la pipì e facce amiche a cui chiedere informazioni.

“Non si sa ancora esattamente che cosa sarà questo ‘punto di ristoro’– ha sottolineato Leonardi – L’intento è garantire servizi igienici che ora mancano del tutto e fare un punto informativo per i turisti. Al momento nulla è certo, perché a chi ha vinto il bando comunale che prevede la realizzazione del ‘chiosco’ mancano ancora i contributi europei per garantire il completamento dei  lavori”.

Titubante sul ponte tibetano, che ora è forse l’attrazione della zona che attira il maggior numero di visitatori, era Umberto Dalla Costa, che fin dall’inizio aveva osteggiato il ponte a corde a favore del ripristino della Strada del Re. “Avrei preferito un intervento strutturale – ha spiegato – Ma capisco che questo avrebbe richiesto tempi lunghi per ottenere i finanziamenti necessari, che erano grossi. Capisco anche che le amministrazioni locali hanno la necessità di dare risposte veloci, per non dire immediate e il ponte tibetano ha di fatto sistemato un problema pesante in modo positivo”.

Non che a Campogrosso mancassero i turisti, perché nelle serate di luna piena da anni arrivano pullman di visitatori. Con la riapertura del percorso e la nuova attrazione però, a beneficiarne è stato un territorio più vasto, che conta un discreto numero di rifugi, ristoranti, alberghi ed esercizi di vario tipo.

“Grazie ai fondi ottenuti con il Progetto Va.Po.Re sono stati fatti buoni interventi – ha commentato Leonardi – e l’amministrazione di Valli ha lavorato bene anche direttamente sul Pasubio, con un’ottima manutenzione della Strada degli Eroi. E’ stato anche ingrandito il parcheggio a Malga Cornetto, servizio indispensabile per le numerose presenze. Diciamo che finora si è agito bene, ora però bisogna fare un lavoro più strutturale e mettere in pista servizi a raggio più ampio, perché più gente c’è, più aumenta lo sporco e si rischia il sovraffollamento”.

Anche la montagna ha i suoi limiti di sopportazione quindi? “Certo che sì – ha detto Leonardi – Due anni fa il Cai ha investito 100mila euro per rifare i bagni a Rifugio Papa. Sembrano cose di secondaria importanza, invece sono fondamentali”. Rifugio Papa infatti, sulla sommità del Pasubio, è anche uno snodo e un punto di riferimento fondamentale per il Soccorso Alpino.

“La nostra montagna copre una zona molto vasta – ha spiegato Umberto Dalla Costa – Lessinia, Piccole Dolomiti, Pasubio e Carega e fino al Summano, sono zone di protezione speciali. Noi abbiamo i vincoli, ma non abbiamo un Ente Parco a cui fare riferimento, cioè un ente di coordinamento che gestisca un piano d’insieme. E’ stato osteggiato negli anni ’70 per questioni private tra cacciatori, in un’epoca nella quale il turismo della montagna non interessava a nessuno”.

Ora i tempi sono più maturi. Grazie ad un turismo moderno, che vede lo sport estremo come una passione e non una fatica.

“Anni fa andare in montagna era uno stile di vita, una cosa per alpinisti – ha sottolineato Renato Leonardi – Oggi è più accessibile e fa più voglia. Fino a prima della crisi, le vacanze erano concepite come lettino-ombrellone, oggi alle persone piace fare fatica. Lo sport è passione e procura benessere fisico. Ci sono gare di resistenza, la gente ama esagerare nel fare fatica. La montagna stessa ha cominciato ad attrezzarsi, con vie ‘spittate’. Ci sono maggiori difficoltà – ha concluso – ma anche maggiore sicurezza e le nostre montagne non hanno nulla da invidiare alle Dolomiti”.

Anna Bianchini