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Valli. Non solo vertigini. Il ponte tibetano vince la sfida e porta turismo, posti lavoro e divertimento. Fotogallery

C’è chi l’ha definito ‘La Gardaland dell’Alto Vicentino’, chi deve ancora andarci perchè soffre di vertigini ma non vede l’ora di vincere la paura e chi ci è già tornato 6 volte e ci tornerà ancora.

Il ponte tibetano di Valli del Pasubio è stato inaugurato proprio un anno fa e nel comune che porta il nome del Monte Sacro, così tanti turisti non si erano mai visti.

Numeri alti (si parla di ben oltre centomila persone), talmente alti che il sindaco Armando Cunegato  si illumina quando ne parla, consapevole che la scelta ampiamente criticata e osteggiata, di riaprire l’anello di Campo Grosso grazie ad un ponte a corde, è stata un colpo di genio.

Troppo costoso infatti era ripristinare la Strada del Re, franata con l’alluvione del 2010 e pericolosa, tanto che il Cai era intervenuto lanciando l’allarme ai turisti che la percorrevano nonostante il divieto: “potrebbe cedere tutto da un momento all’altro”.

Da qui l’idea nel 2012: ribaltare la frittata e cogliere l’occasione per rilanciare un turismo sempre più esclusivo e ridotto. 300mila euro di investimento per ‘scavalcare’ il problema, lanciare un pezzo d’acciaio al di sopra della frana, farlo reggere da 4 tiranti che gli permettano di oscillare al vento e far vivere ai visitatori l’emozione di camminare per oltre 100 metri sospesi a 35 metri di altezza, con la Val Leogra sotto i piedi e le splendide montagne del gruppo Carega e Pasubio a fare da cornice. Obiettivo, evidentemente, raggiunto.

Sindaco Cunegato, a un anno dall’inaugurazione del ‘suo’ ponte, che bilancio può fare?

Un bilancio estremamente positivo, ben al di sopra delle nostre aspettative. Si è rivelato un richiamo turistico unico, basti pensare che a solo un paio di mesi dall’apertura avevamo registrato oltre trentamila presenze e in un anno, inverno e maltempo inclusi, abbiamo superato alla grande le 100mila persone.

Lei un po’ se l’aspettava però…

Abbiamo un patrimonio storico e naturale meraviglioso. Non potevo stare fermo ad aspettare soluzioni impossibili. Si trattava solo di trovare la chiave per riaprire la strada e allo stesso tempo risvegliare in un pubblico più ampio la voglia di venire da noi. Immaginavo che il ponte sarebbe stata la soluzione ideale e abbiamo deciso di scommetterci.

Che cos’ha di così attraente questo ponte che, come aveva detto lo scrittore e alpinista Tarcisio Bellò il Natale scorso, “ha fatto ‘risvegliare’ il turismo di massa” e ora vanta il massimo punteggio su Tripadvisor?

E’ un’opera impattante, divertente, rientra in un percorso facile e adatto a tutti, bambini inclusi. E’ aperto tutto l’anno a differenza di altri percorsi di montagna, che d’inverno sono chiusi e in tutta l’area ci sono rifugi, ristoranti, hotel e servizi di ogni tipo.

Un buon ritorno economico per Valli del Pasubio quindi…

Certo, ma non solo per Valli e per Campogrosso. Tutti hanno visto crescere i loro numeri. A Campogrosso ci sono di media 20 persone che servono, una decina a Malga Cornetto, io credo che oltre un centinaio di ragazzi abbiano potuto arrotondare le loro entrate trovando impiego grazie al ponte tibetano. E’ stato ossigeno puro per il territorio, ha aiutato anche qualche hotel, che ha visto aumentare la richiesta di pernottamenti. Io sono sindaco dal 2009, mai visto così tanta gente… Oltre a questo, mentre prima si ammirava solo il lato trentino, ora si può godere anche della vista del nostro versante.

Ci sono state nuove aperture, nuovi servizi che avete dovuto rendere fruibili?

Rifugi e ristoranti hanno avuto un riscontro positivo e si sono adattati immediatamente. All’inizio il ‘boom’ è stato forte e sono state necessarie un paio di settimane per capire la portata del richiamo del ponte, ma non ci sono state lamentele. Utenti sempre in crescita. Come amministrazione abbiamo dovuto creare parcheggi nuovi, a pagamento, per supportarne il costo. Ordinaria amministrazione di quando una cosa funziona.

Avrà anche qualcosa di negativo questo ponte tibetano…

No, il ponte ha portato solo cose belle. Sorrido perché vedo gente che si diverte, che è felice, che si emoziona. Le gite domenicali di molte famiglie si concentrano nelle nostre montagne, che prima erano considerate solo per appassionati ed esperti. Vedo finalmente anche bambini e anziani seduti nei rifugi a rifocillarsi e godere del panorama. Vedo esercenti che hanno ripreso fiducia, ragazzi che lavorano. E sono anche spariti gli antichi attriti con chi avrebbe voluto aspettare di avere i soldi per ripristinare la Strada del Re.

La manutenzione sarà costosa. Com’è organizzata?     

La manutenzione è garantita da un contratto con una ditta che controlla con regolarità che tutto sia in ordine, se serve interviene anche a chiamata e si occupa anche della pulizia della strada. Il costo è intorno ai 3.500 euro l’anno, più o meno. Dopo 50 anni le corde del ponte dovranno essere sostituite.

Appuntamento domenica 17 settembre

Domenica 17 settembre ci sarà un’escursione per raccogliere fondi da destinare alla manutenzione organizzata da Avis Schio con la collaborazione dei Gruppi Alpini di Valli del Pasubio, Sant’Antonio, Enna e Santa Caterina, Gruppo Giovani di Valli, Associazione Carabinieri in Congedo, Comitato Organizzativo Staro e con il patrocinio del comune di Valli.

E’ una camminata podistica di 12 chilometri non competitiva, adatta a tutti e prevede un contributo di 10 euro (è gratis per i bambini fino a 5 anni).

La partenza è prevista dalle 8.30 alle 10 da Pian delle Fugazze con termine dalle 14.30 alle 16 e lungo tutto il percorso ci saranno dei punti ristoro.

2 i punti di iscrizione: uno al parcheggio sopra il Rifugio Balasso (dove sarà attivo un bus navetta per accompagnare al Pian delle Fugazze) e l’altro direttamente a Pian delle Fugazze.

Per l’occasione, sarà regalato un ‘pass parcheggio gratuito’ ai partecipanti.

La camminata si svolgerà con qualsiasi condizione atmosferica.

Anna Bianchini