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Un anno di guerra, Zaia: “Si al sostegno, ma si trovi soluzione per la pace”. I numeri dell’accoglienza in Veneto

Un anno di conflitto in Ucraina e il residente di Regione Veneto, Luca Zaia, auspica “che parallelamente al sostegno verso gli Ucraini, i grandi della terra, a cominciare da Usa e Cina, lavorino per trovare una soluzione che ponga concretamente fine a questa terrificante carneficina”. Il governatore ricorda che “è già passato un anno da quando le forze armate russe hanno iniziato l’invasione dell’Ucraina, trovando una fiera resistenza”, che questa guerra a distanza di ottant’anni dal secondo conflitto mondiale, ha riportato l’Europa in una grave e tragica realtà”. E si sofferma sulle “immagini che in questi mesi ci hanno raggiunto tramite la televisione e i social media”, sui “bombardamenti” che hanno “devastato interi territori” e “lasciato molti cittadini ucraini senza un tetto” e “senza certezza nel domani”. Ma anche “città simili alle nostre distrutte”, e “persone” che “abbandonavano le città, affollando stazioni ferroviarie”. Quindi Zaia personalmente auspica “che parallelamente al sostegno verso gli Ucraini, i grandi della terra, a cominciare da Usa e Cina, lavorino per trovare una soluzione che ponga concretamente fine a questa terrificante carneficina”. Il presidente Zaia coglie l’occasione per stilare un bilancio di quanto è stato fatto in Veneto. “Fin dall’inizio sono state ore difficilissime che hanno costretto intere famiglie ucraine a scappare: molte di queste hanno raggiunto l’Italia e anche il Veneto. La nostra Regione, anche grazie al servizio di Protezione Civile, ha dato prova dell’accoglienza di cui sono capaci i veneti. Creando in breve tempo una rete di accoglienza trasversale a istituzioni e associazioni”. E da subito la Regione ha avviato una “raccolta fondi e l’ampia solidarietà dei nostri cittadini ha permesso, alla fine dell’anno scorso, di raccogliere donazioni per circa 900mila euro”. Importante, ricorda Zaia, “anche la disponibilità dei veneti all’accoglienza: i privati, che sono rappresentati prevalentemente da famiglie, hanno messo a disposizione -nei mesi cruciali di richiesta di ricovero da parte degli ucraini che fuggivano dalla guerra- più di 4mila alloggi per un totale di circa 13mila posti letto”.

Zaia poi fa il punto anche di quanto è stato fatto dalla Regione del Veneto in collaborazione con le Prefetture, i Comuni, le Province e la Città metropolitana di Venezia, il dipartimento di Protezione civile e gli Enti del terzo settore. “In Veneto- spiega il presidente- la popolazione ucraina presente è passata da circa 17mila a circa 22mila cittadini. La maggior parte di loro ha raggiunto la nostra regione trovando una collocazione autonomamente. Oltre 2.500 persone, i casi più complessi, sono stati invece gestiti direttamente dalla Regione Veneto, tramite la struttura commissariale attivata ad hoc. Molti di questi profughi, alcuni dei quali bambini, hanno avuto bisogno di assistenza sanitaria e hanno effettuato l’accesso nei nostri ospedali. Altri sono stati accolti presso gli ex ospedali che erano stati impiegati durante l’emergenza Covid-19, o attraverso altre strutture del terzo settore convenzionate dal dipartimento di Protezione civile”. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina la nostra Protezione civile veneta, “in accordo col sistema nazionale, si è attivata per il trasporto in loco di materiale sanitario, tra cui farmaci, dispositivi medicali e attrezzature”, aggiunge Zaia che parla di “un lavoro complesso che ha ottenuto un buon risultato grazie all’impegno e alla dedizione di tutti”. E esprime “un grande grazie ai veneti e a tutti coloro che si sono dati da fare, spesso con grande discrezione e senza alcuna visibilità, durante i mesi cruciali di questa tragedia: il volontariato, le Ulss e Aziende ospedaliere, i Comuni, le Province e alla Città metropolitana di Venezia, le Prefetture e le strutture regionali dell’assessorato alla protezione civile e della struttura commissariale per l’emergenza Ucraina”. Negli ultimi mesi il flusso dei profughi ucraini in Veneto si è notevolmente ridotto fino a raggiungere poche unità a settimana. Oggi sono 170 i posti letto delle strutture della Regione del Veneto disponibili e liberi per una prima accoglienza oltre ad altri 100 messi a disposizione dal Terzo settore nell’ambito del sistema dell’accoglienza diffusa.