Riceviamo e pubblichiamo.

“Come si possono riutilizzare i luoghi dove per quasi sessant’anni sono stati messi i cadaveri dei nostri cari defunti: l’obitorio e le celle mortuarie; i locali che si sono liberati negli ex ospedali di Schio e Thiene? Non tutti abbiamo lo stesso sentimento nei confronti della morte e dei morti. Senza voler risalire al sinodo del cadavere (papa Stefano VI contro papa Formoso – anno 897) anche ai nostri giorni e anche tra persone che vivono fianco a fianco, il rapporto con la morte è molto diversificato.

Qualcuno si chiederà perché ci sia così tanta fretta di riattivare proprio quegli spazi, considerando l’enorme patrimonio immobiliare inutilizzato, nei centri storici come in periferia. E questo è proprio quello che vorrei chiedere ai dirigenti della nostra ULSS e dell’AITSaM di Schio.

Sono venuta a conoscenza ieri che i locali dell’obitorio e delle celle mortuarie sono stati dati in locazione proprio all’AITSaM. Questa storica e meritevole associazione, di cui mi onoro di aver fatto parte per molto tempo, ha come scopo la difesa dei diritti fondamentali delle persone con disagio psichico e delle loro famiglie; a Schio è stata voluta più di trent’anni fa da un gruppo di genitori, con il supporto di operatori illuminati. Io mi sono rivolta a loro quando mia figlia si ammalò ed è con loro che ho capito l’immensa sofferenza provocata da questa malattia, prima di tutto nelle persone colpite e di conseguenza nell’intera famiglia. E’ con loro che mi sono resa conto che noi familiari non dobbiamo mai smettere di vigilare sull’operato dei servizi, sui tentativi di togliere diritti ai malati (con proposte di legge regionali e nazionali truffaldine), sulle carenze delle istituzioni (a proposito, a che punto sono le indagini per la morte in ospedale di Eugenio Carpanedo, bruciato vivo?), sul diritto alla dignità e al rispetto delle persone con disagio; la loro malattia e i farmaci che sono costretti ad assumere li rende spesso inadeguati, troppo fragili per avere la forza di difendere i loro diritti, per esprimere le loro esigenze, le aspirazioni, i desideri, le speranze e si lasciano quindi “condurre” dalle persone delegate alla loro cura; oltre ai familiari, i volontari delle associazioni, gli operatori delle comunità, i professionisti nelle strutture.

Non so chi è stato ad avere questa pensata dell’obitorio/celle mortuarie, ma sono sicura che è la scelta sbagliata, un oltraggio alla storia dell’AITSaM, uno spregio alle persone in difficoltà che meritano tutto il nostro rispetto e che dovrebbero avere la sede migliore possibile per fare le attività di riabilitazione e sostegno.

Quante volte all’interno del gruppo di auto mutuo aiuto per familiari ho sentito dire la frase “meglio la morte”. Forse qualcuno ha pensato che lì troveremo ispirazione. Mi sorprende comunque che l’attuale presidente dell’associazione, che penso conosca i livelli a cui può arrivare la sofferenza, non si sia reso conto dell’orribile errore che stava commettendo, accettando di firmare un tale contratto di locazione. Sì, l’associazione pagherà l’affitto per abitare le stanze dei morti.

Certo io un suggerimento mi sentirei di darlo alla cricca artefice di questo misfatto: aprite una VOSTRA attività lì dentro: ad esempio uno studio associato di psicologhe, un bar-caffetteria-pub-ristorantino di charme, un’agenzia di grafica e pubblicità, uno studio di avvocati, un bed and breakfast, ecc.

Da parte mia farò TUTTO il possibile per impedire questo orrore.
Bruna Lanaro, Schio”

La risposta dell’azienda sanitaria Ulss7
“Su specifica richiesta di un’Associazione di Tutela della Salute Mentale, l’Azienda Ulss7 Pedemontana ha concesso l’uso di 146 mq. (ex celle mortuarie) nella Casa della Salute di Schio. I locali sono stati individuati dall’Associazione dopo un sopralluogo e sono stati resi disponibili dopo i necessari adeguamenti da parte dell’Azienda Ulss7.

La convenzione per l’utilizzo dei locali prevede per l’Associazione il solo ristoro dei costi vivi (energia elettrica, acqua, riscaldamento/raffrescamento, fornitura di materiali per l’igiene). Ciò in conformità al Regolamento “per l’uso temporaneo di spazi in immobili dell’Azienda”, attualmente vigente. Il contratto decorre dal 1.10.2017 al 31.12.2019”.

di Redazione AltovicentinOnline

 

 

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