Il commissario delegato del Veneto per la crisi internazionale Ucraina, Luca Zaia, ha firmato nella serata un’ordinanza in cui definisce il modello organizzativo per l’emergenza sanitaria. Il modello di presa in carico di sanità pubblica prevede tre livelli basati sul numero di profughi presenti sul territorio, che definiscono le modalità per l’effettuazioni di screening Covid, eventuale profilassi vaccinale, screening tubercolosi. Il primo scenario è quello riferito alla situazione attuale, con meno di 4.000 profughi; il secondo va da 4.000 a 10.000 profughi; il terzo scatta con più di 10.000 profughi presenti. Con il primo livello la maggior parte dei profughi viene accolto nelle abitazioni di familiari o conoscenti e le Ulss attivano un nucleo operativo in ogni distretto (per un totale di 26), attivando una linea dedicata alla presa in carico dei profughi negli hub vaccinali già attivi sul territorio. Eventualmente possono essere attivati dei punti tampone aggiuntivi per le attività di screening dei profughi in transito. È previsto infatti che i profughi effettuino un test entro 24 ore dal loro arrivo rivolgendosi direttamente agli hub, e che indossino la mascherina Fpp2 per cinque giorni. Con il secondo livello si aggiunge l’accoglienza centralizzata presso macro strutture dove i profughi alloggiano, e sono quindi attivati 26 nuclei operativi di livello 2 che garantiscono la presa in carico direttamente all’interno delle strutture. Con il terzo livello si prevedono arrivi in massa con mezzi di trasporto come treni o aerei, e si aggiunge l’accoglienza in alberghi. Vengono quindi attivati nuclei operativi di livello 3 che si adoperano per garantire la presa in carico sanitaria direttamente al momento dell’arrivo, in bus terminal, stazioni o aeroporti.
L’ordinanza Zaia prevede che ogni nucleo operativo sia composto da almeno un amministrativo, un mediatore, un medico, due assistenti sanitari o infermieri, un pediatra di libera scelta o un medico di medicina generale, uno psicologo ed eventuali altre figure di supporto. Al momento della presa in carico viene rilasciato ad ogni profugo un codice Stp, ed è previsto l’inserimento nell’anagrafe vaccinale regionale con una apposita categoria di rischio ‘profughi provenienti dall’Ucraina’. Per tutti è previsto tampone Covid, e profilassi vaccinale e screening tubercolosi. Sarà offerto entro cinque giorni vaccino contro il Covid e vaccino anti difterite, tetano, pertosse e poliomelite. Dopodiché appena possibile sarà offerto vaccino anti morbillo, parotite, rosolia. Per i soggetti già in regola con la vaccinazione anti Covid è prevista la semplice registrazione del dato nell’anagrafe regionale. Chi non ha il vaccino potrà iniziare il ciclo base, mentre chi ha un ciclo vaccinale parziale con vaccino Ema potrà completarlo, anche con la dose booster. Chi, infine, ha ricevuto il vaccino Sputnik potrà ricevere una dose booster con vaccino mRna entro sei mesi dall’ultima somministrazione, o dovrà ripartire con un ciclo vaccinale completo se il tempo trascorso è maggiore.