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Torre. 500 km in bicicletta per le donne della Grande Guerra

Ci sono tanti modi per omaggiare coloro che persero la vita durante la Prima Guerra Mondiale. In questi mesi si susseguono a centinaia manifestazioni, processioni, appuntamenti. C’è però anche chi riesce ad uscire dal cerimoniale, come il gruppo “100 pedalate nella storia”. Compagnia di amici che pedalerà 500 km da Torrebelvicino a Timau e ritorno per ricordare le valorose portatrici carniche. “Per una volta mettiamo le donne al centro della Grande Guerra – dicono – ma lo faremo a modo nostro”.

L’idea è nata quasi per caso, tra una scampagnata e l’altra in compagnia. 100 pedalate nella storia infatti è un gruppo di una decina di amici provenienti soprattutto da Torrebelvicino che annualmente d’estate organizza una spedizione in bicicletta verso luoghi simbolici. “Prima del 2014 abbiamo visitato tutti i Santuari Mariani partendo in bici da Torre – dice Maurizio Dotto, uno dei pedalatori più assidui – poi ci siamo chiesti come avremmo potuto fare la nostra parte nel memoriale del Centenario”.
Da allora ogni anno la comitiva ha organizzato una spedizione nei luoghi di rilievo della Prima Guerra Mondiale. Prima un pellegrinaggio a Nervesa della Battaglia, mentre l’anno scorso una pedalata in quota dall’Ossario di Asiago a quello del Pasubio.
“Quest’anno ci siamo chiesti, ‘Cosa facciamo?’ – prosegue Dotto – e il pensiero è andato alle donne. Se ne parla sempre troppo poco perché al fronte andarono gli uomini, ma che sofferenze patirono le spose a casa e le donne vicine al fronte?”. Tra una ricerca e l’altra il gruppo ha scoperto che esistono pochissimi santuari, monumenti o cimiteri in Italia dedicati al gentil sesso. Uno di questi si trova a Timau, provincia di Udine. Museo interamente dedicato alle mitiche portatrici carniche, donne conosciute in tutta Italia per l’abnegazione e l’impegno che mostrarono durante la Grande Guerra per assistere i soldati. “Sono famose per le foto in cui portano grosse gerle sulle loro schiene curve – dice ancora Dotto – tante di loro morirono in silenzio nel servizio di assistenza alla prima linea”.
L’idea quindi di un pellegrinaggio di 250 km partendo venerdì 1 luglio dall’Ossario del Pasubio fino a Timau, per consegnare alla curatrice del museo un dono (foto a lato ndr). Destino vuole poi che la signora sia anche responsabile della sezione AVIS locale. “Questa è stata una coincidenza clamorosa – conclude Dotto – perché noi facciamo sempre le nostre pedalate con la divisa AVIS. Siamo tutti donatori, perciò siamo riusciti ad organizzare anche un piccolo gemellaggio con la sezione di Schio”. Dopo l’incontro con le autorità e associazioni locali tempo per un omaggio alla portatrice Maria Plozzer nel centenario della sua morte, unica donna cui è stata dedicata una caserma in Italia, e poi via di nuovo verso casa, altri 250 km col sorriso sulle labbra.

 

Federico Pozzer