E’ la rivelazione dell’amministrazione Casarotto. Si è fatta spazio nonostante fosse l’unica quota rosa della giunta, con l’umiltà di chi vuole imparare ad amministrare e la personalità di chi ha studiato e ha un background culturale di tutto rispetto.
Maria Gabriella Strinati traccia un bilancio decisamente positivo dei sui primi 5 anni da assessore alla Cultura, Istruzione e Pari Opportunità e candidamente ammette: “Ho realizzato molte idee mie e altre che mi sono state suggerite. Ho stretto collaborazioni e ascoltato molto, ma ho anche saputo tirare fuori le unghie e mi sono battuta per ottenere risultati importanti”.
Maria Gabriella Strinati, ci riassuma questa esperienza nell’amministrazione del sindaco Giovanni Casarotto.
Sono stati 5 anni fantastici e posso dire di essere riuscita a realizzare qualcosa di importante, sia grazie al mio impegno che alla collaborazione di persone preziose.
Lei è assessore a Cultura e Istruzione, qual è l’ambito che le ha dato maggiore soddisfazione?
Diciamo che nel campo dell’istruzione molte cose riguardano l’edilizia, pertanto non erano di mia competenza. Per quanto riguarda la formazione, ‘Thiene città degli studi’ è un progetto nato dal nulla. Abbiamo messo in piedi azioni efficaci, condivise tra la scuola e il mondo del lavoro, importanti per gli studenti perché saranno parte del loro curriculum. Si dovrà approfondire l’argomento, ma intanto abbiamo gettato basi fondamentali.
Per quanto riguarda la Cultura? Lei risulta essere molto apprezzata per il suo lavoro…
A Thiene esistevano iniziative già consolidate, ma era necessario portarle avanti e in questi tempi di crisi non è stato semplice, soprattutto per il teatro. Alcuni sponsor non hanno rinnovato e ne ho trovati altri, ma tutto sommato ammetto che il territorio ha risposto in modo eccellente.
Questo forse anche grazie alla qualità della sua stagione teatrale…
Ci sono più persone da premiare per questo. I giovani, che hanno saputo apprezzare e ora frequentano il teatro regolarmente. I Lyons hanno contribuito con biglietti per le scuole e abbiamo avuto studenti da Valdagno, Vicenza e Bassano, arrivati in pullman da scuole di vario genere. E sicuramente il fatto che io sia insegnante di lettere è stato importante nella scelta delle rappresentazioni. Ho incluso opere di autori viventi e selezionato i grandi classici. Alcuni spettacoli sono ancora in giro per l’Italia e noi li abbiamo dati in anteprima.
C’è stato tanto teatro a Thiene in questi 5 anni, ne parlano tutti.
Il progetto ‘DomenicAteatro’, dedicato a ragazzi e famiglie, ha avuto un notevole successo, con proposte studiate non per auditorium, ma proprio per un palco teatrale. Pensavo fosse difficile portare le famiglie a teatro la domenica pomeriggio, invece ce l’ho fatta. Poi c’è stato il Manhattan Short Festival, rassegna dei cortometraggi da votare. Siamo unici in tutto il nord-est Italia a scegliere tra un pacchetto di corti inviati da una giuria di New York. Il pubblico thienese si è mostrato raffinato in quanto ha sempre scelto chi poi ha vinto.
E nell’ambito delle Pari Opportunità?
Siamo riusciti a far uscire di casa donne che erano ‘rinchiuse’ da un sacco di tempo. Sono venute a discutere, a confrontarsi. Hanno trovato la forza di rimettersi in gioco.
Qual è stato il momento più bello di questi 5 anni?
Avevamo appena fatto un intervento dedicato alle donne. Una signora mi ha fermata per strada e mi ha detto “Grazie assessore per quello che fa”. Ci siamo capite al volo e mi ha commossa profondamente.
Lei si è impegnata moltissimo, è un dato di fatto. Pioggia, grandine, neve, non ha mai mancato un appuntamento…
Sono stata gratificata e mi sono spesa con piacere. Perfino un antagonista a livello politico mi ha fatto i complimenti dicendomi “si vede che quello che fa lo fa per Thiene e non per sé stessa”. E’ stato bello sentirmelo dire, perché significa che le persone se ne accorgono.
Lei è una persona ambiziosa?
Certo che sì. Ma lo sono nel modo corretto. Metto il mio lavoro a disposizione di altri e ci metto la faccia. Mi piace vedere gli spettatori e gli studenti soddisfatti e le donne più serene. Se le cose vanno bene, mi godo il successo, ma se vanno male mi prendo tutta la responsabilità. Però ci provo, perché tra il non fare nulla e il provarci rischiando di sbagliare, è sempre meglio provarci.
Il momento per lei più brutto di questi 5 anni?
Non c’è stato un momento, ci sono stati piccoli episodi per i quali a volte ho sofferto. Ho molto rispetto per la giunta, ma il fatto che io fossi l’unica donna a volte è stato uno svantaggio. Essendo una donna e alla prima esperienza, a volte non sono stata ascoltata. In alcune situazioni mi sono sentita protetta, ma la sensazione di non essere sempre ascoltata ha prevalso.
Credo nelle pari opportunità, ma uomini e donne sono diversi. Professionalmente e intellettualmente abbiamo lo stesso potenziale, ma siamo diversi. Sono contenta che nella prossima giunta ci debbano essere per legge 2 donne. Se io dovessi essere rieletta, sono sicura che la presenza di un’altra donna mi arricchirebbe. Se sei da sola, a volte rischi di sentirti vittima anche quando non lo sei, se sei in 2, hai un metro di confronto.
Mettiamo che lei venga eletta ancora. Le piacerebbe lo stesso assessorato?
Le mie competenze spingono in modo naturale in quest’area, ma a me piacciono anche le sfide. Dovessero propormi altro, accetterei di buon grado.
Un rimpianto e un progetto nel caso fosse ancora assessore nello stesso ambito per i prossimi 5 anni?
Non sono riuscita a dare uno spazio vero ai giovani. Una stanza, un locale, un posto che sia tutto per loro. Non voglio assolutamente un centro sociale, ma uno spazio nel quale i ragazzi si sentano lberi di esprimere la loro creatività.
Anna Bianchini