Riccardo Zanivan e Federica Nassi frequentano il liceo Corradini a Thiene. Tra pochi giorni finiranno la 4^, lui al linguistico e lei al classico, pausa di respiro prima di tornare sui banchi e pensare alla prossima maturità, al futuro che hanno in mente di costruirsi attorno alla loro ‘normalità’.
La sindrome di down di Riccardo e la paraplegia di Federica non hanno bloccato la loro vita, hanno fatto appello alle speranze che ciascun genitore anela per il proprio figlio. Seguendo le proprie aspirazioni ed attitudini, hanno spiccato il volo diventando due personalità.
Federica, con la sua carrozzina, a solcare il tavolato d’un teatro inseguendo il proprio sogno, ottenendo il titolo di miglior attrice a livello nazionale con lo spettacolo ‘Assolo per Achab’, portato in scena a Monza con la compagnia teatrale ‘Din Don Down Ullalà’ di Bassano. Storia del coraggio che infrange le proprie paure, come è successo per lei, quando s’è trovata a far di conto con la propria malattia e con la carrozzina, ora spinta dal senso di fiducia e di libertà che Federica prova grazie all’esperienze in teatro.
Senso di libertà che Riccardo vive appieno quando si tuffa in piscina, con la voglia di vincere che aumenta ad ogni bracciata. Presenza costante nei campionati italiani assoluti per atleti diversamente abili, non si contano più le medaglie che ha messo al collo gareggiando per la Rari Nantes di Marostica, con 2 titoli nazionali nella staffetta.
Ma non si ferma al nuoto il dinamico Riccardo, che da grande vuol fare l’aiuto registra muovendo i primi passi nella compagnia del Teatro di Villaverla: in poco tempo è riuscito a far emergere il suo nome anche nel Baskin, realtà sportiva ed inclusiva nata a Thiene poco meno di due anni fa, che non poteva passare inosservata a Riccardo, con lo sport che gli scorre nel sangue, dimostrando doti da campioni anche sotto il canestro.
Le storie di Federica e di Riccardo, scritte dai due ragazzi ogni giorno vivendo la propria ‘normalità’, sono un messaggio ed un esempio forti per tutti. Emblema che se la vita non concede sconti, si può essere speciali non per la propria diversità, ma per la propria unicità, lottando e credendoci, scatenando quelle sensibilità ed inclusione necessarie per assottigliare il divario che spesso, troppo spesso, pesa sulle spalle dei genitori che crescono un figlio che la società, tra pregiudizi e inumanità, definisce ‘non ideale’.
Paola Viero