Dalla cacca di un cane davanti alla porta di un negozio, all’insulto sul social cittadino. E’ accaduto a Thiene e a farne le spese una negoziante del centro che non ci sta al massacro mediatico, ed impunito, che scorre sul web.
“Avevo semplicemente chiesto a quel signore che evitasse di far fare i bisogni al suo cane proprio davanti la porta del negozio”spiega Valentina Fina, che gestisce il negozio di fiori in corso Garibaldi.
Detto ma non fatto. Ma al cane nulla gli si può rimproverare, e il ‘ricordino’ viene lasciato di fronte alla soglia della bottega. “Bastava lo spostasse di qualche passo, glielo avevo chiesto cortesemente- continua Valentina- Invece mi sono trovata a dovere buttare detersivo e disinfettante per evitare che, camminandoci sopra, lo sporco venisse portato dentro in bottega”.
A onore di cronaca il proprietario del cane la cacca l’ha raccolta, “ma tra un coro di offese che mi ha rivolto, arrivando persino a minacciare di denunciarmi, per cosa poi ancora non l’ho capito”, continua la commerciante, “poi si è spostato sull’altro lato della strada e a mo’ di saluto si è portato l’indice alla testa, come a dirmi che sono una svitata”.
“Insultata per la cacca del suo cane”
Una scena avvenuta nella mattina di una domenica di agosto che sembrava finita così, seppure non avesse lasciato l’animo leggero alla negoziante, che dei bisognini dei cani ne è più che stufa. “Praticamente lo zoccolo esterno, che sta vicino alla mia porta, è diventata una cloaca -continua – Coi cani che, o alzano la zampetta e pisciano, o sul marciapiede lasciano le loro feci”. Uno sfogo rivolto non alle bestiole, ma ai loro padroni, che ogni volta la esasperano ed ogni volta la portano a prendere per mano scopa e acqua “e pulire, dove chi dovrebbe farlo spesso non lo fa”.
Ma per il proprietario del cane, a quanto pare, non era finita la vicenda. Arrivando a rivolgere epiteti ingiuriosi nei confronti di Valentina Fina, su ‘Sei di Thiene se..’, gruppo facebook cittadino nel quale la donna non è iscritta, impossibilitata quindi a rispondere o controbattere. “Quando ho letto il nome del profilo che aveva scritto quelle offese rivolte a me, oltre che all’attività, ho riconosciuto in quella persona il proprietario del cane. Prima mi sono innervosita, poi mi sono arrabbiata – continua Valentina – Soprattutto perché veniva screditato il buon nome del negozio, che ha novantanni di attività condotti, prima da mio nonno e ora assieme con mio papà, nel massimo rispetto della clientela. Come si può infangare il buon nome di tre generazioni così? Perché cercare di metterci alla berlina, in social in cui non siamo presenti tra l’altro, solo perché ho chiesto che evitasse di fare fare la cacca al suo cane sulla soglia del negozio?”
“Webete censurato”
Un attacco nei confronti della negoziante che è diventato virale tra i suoi contatti, tra screenshot e chat, che l’hanno avvertita di quanto stesse accadendo “Mi hanno girato il ‘commento’ che questo signore aveva fatto, in replica ad un post nel quale non c’entravo nulla tra l’altro”.
Uno status sul gruppo social che è durato non molto, censurato in toto dal suo amministratore Maurizio Dal Santo: “Per la solita ragione, per gli imbecilli che insultano, senza sapere di cosa parlano – spiega – Lo avrei fatto prima, ma mi trovavo in vacanza in un posto dove c’era poca connessione”, precisa concludendo: “Spero sempre che non si comportino da bambini dell’asilo, o insultando o scadendo nel linguaggio blasfemo. Quando capita cancello i loro commenti, avvisandoli privatamente e dopo, se insistono, li ‘banno’. Di certo il gruppo non è creato per gente che ha voglia di polemizzare, insultare o per attività politiche. Nel regolamento del gruppo è ben chiaro, ed evidente, a chi vuole diventarne membro cosa si può postare, sempre nel rispetto di tutti, in modo civile ed educato”.
Paola Viero