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Thiene. Vandali e bestemmie in parrocchia. Don Nicola vieta l’accesso ai ‘forestieri’

Qualche parrocchiano lo ha criticato perchè a suo dire, un sacerdote deve praticare l’accoglienza sempre, ma la comunità è con lui, che ha deciso di blindare la parrocchia della  Cà Pajella. Don Nicola Salandin, sostenuto dal consiglio pastorale e dal comitato di quartiere, ha inviato una lettera alle famiglie spiegando di avere deciso di chiudere gli spazi dei cortili .

Sarà consentito l’accesso solo alle persone autorizzate dal parroco e con la sorveglianza di adulti responsabili, il tutto per contrastare l’entrata di “numerosi giovani non appartenenti alla nostra comunità cristiana”. Giovani che non rispetterebbero  le regole del vivere civile, che bestemmiano e che si intrufolano in parrocchia non per integrarsi con i coetanei, ma per utilizzare gli spazi in maniera inadeguata. 

Nelle cassette postali dei residenti della Ca’ Pajella a Thiene, è stata recapitata, la settimana scorsa, una lettera scritta da don Nicola , che la dice tutta sul grado di esasperazione raggiunto. La buon’anima di don Gino Puglisi si sarebbe comportata diversamente, ma per il parroco della Ca’ Pajella, a quanto pare,  non c’era altra via d’uscita.

“Purtroppo ci sono numerosi giovani, non appartenenti alla nostra comunità cristiana, che anche scavalcando la recinzione vengono a tutte le ore creando schiamazzi e spesso offese, alcuni non hanno rispetto delle norme del buon comportamento e temiamo che possano arrivare a portare qualcosa di peggio”.

Un preambolo duro ma molto esplicito  per annunciare la scelta, fatta dalla parrocchia,  di “chiudere gli spazi dei cortili acconsentendo l’accesso soltanto a persone autorizzate dal sacerdote e con la sorveglianza di adulti responsabili”.

Il dito è puntato contro un gruppetto di teppistelli, che se fino a poco tempo fa sembrava rispettare le regole della parrocchia e del vivere civile, nell’ultimo periodo si è spinto un po’ troppo ‘fuori dalle righe’.

“Abbiamo dei problemi con alcuni ragazzi, sia italiani che stranieri – ha spiegato Don Nicola – Qualcuno lo conosciamo direttamente, altri no. Ogni tanto vengono qui, ma finchè venivano per giocare andava bene, ma ultimamente la situazione si è rivelata più difficile per l’atteggiamento provocatorio. Ci sono state lamentele anche da parte dei vicini e, insieme a consiglio e comitato di quartiere, abbiamo dovuto fare una scelta: tenere chiuso il giardino e aprirlo quando ci sono attività o ci sono persone che possono sorvegliare”.

Un atto di forza, che Don Nicola si è visto costretto a mettere in atto: “Vorrebbero impossessarsi della zona e le famiglie e i ragazzi che normalmente frequentano la nostra comunità si trovano in difficoltà – ha continuato il parroco – Prima tenevamo sempre aperto, ma al giorno d’oggi non è più possibile farlo”.

Nessuna critica da parte del sindaco Giovanni Casarotto, che ha commentato: “Non ho letto la lettera scritta da don Nicola però penso che in una proprietà privata (il patronato), chiusa a chiave, nessuno abbia il diritto di scavalcarne la rete di protezione ed entrare”.

L’interesse dei parrocchiani al primo posto, nonostante Don Nicola sia consapevole che la Chiesa sarebbe chiamata ad un atteggiamento diverso. “Il nostro compito di comunità cristiana deve privilegiare argomenti come l’accoglienza e l’annuncio del Vangelo – scrive il parrocco – ma dobbiamo fare tutto ciò che ci è possibile perché i nostri ambienti parrocchiali siano sicuri e accoglienti per le famiglie e i bambini”.

A.B.