Le telecamere comunali di Thiene animano il consiglio comunale. Tra toni quasi superbi, le risatine di chi siede in maggioranza e il nervosismo del sindaco si arena la richiesta della minoranza di avere un regolamento comunale in fatto di videosorveglianza urbana. Il parlamentino thienese così ha deciso. Manca sempre il parere del Garante per la privacy ma sarebbero già pronti degli esposti che facciano chiarezza su quel vuoto durato quasi 6 anni durante il quale la Polizia Locale non sarebbe stata messa nelle condizioni di gestire alcune telecamere, le stand alone, che puntavano su piastre e scuole. “E ingannando i cittadini, facendo credere che invece fosse così coi cartelli appesi- commenta la consigliera Scanavin al termine della seduta- E’ stata tutta una manfrina. Più continuano così, amministrazione e sindaco che dimostra di non amare il Consorzio NeVi, più noi scaveremo in questo buco durato sei anni”.
Due pesi, due misure? C’è voluta un’ora e mezza, comprese le interrogazioni di Benetti, Cunico, Busin e Chiarello, per arrivare al voto che ha cassato la mozione a doppia firma Scanavin Mojentale. “Un risultato del quale risponderanno ai cittadini” commenta l’opposizione, alla fine di un battito che più del merito e dell’importanza della faccenda si è contraddistinto per i toni, le risate e i modi. Col fare di chi ‘adesso ti spiego io’ il sindaco Michelusi una certa nervosità l’ha palesata nel rimettere al suo posto, pardon, nel rispondere alla minoranza. Alzandosi spesso. Lasciando la sua sedia più volte per andare a confrontarsi col Dpo del Comune. Arrivando a ‘scavalcare’ il ruolo del presidente Zorzan nel prendersi i minuti di replica. Un passaggio che la dice lunga sugli umori e sulla gestione della seduta. Ma un presidente del consiglio non deve osservare un atteggiamento neutrale all’interno del consesso civico? A Thiene non è successo. O non si spiega come mai Zorzan non abbia ripreso Michelusi con lo stesso piglio da maestro usato nei confronti della consigliera Scanavin.
Chi dice il vero? Il quesito se lo sono posti in consiglio, eccome, arrivando anche alla paradossale affermazione: “ma allora forse il Comandante ha fornito informazioni inesatte?”. Una provocazione alla quale Manuel Benetti ha messo una pietra tombale prima che venisse strumentalizzata : “trovo inaccettabile che si dica questo di un Comandante che per quasi vent’anni col suo impegno ha reso un grande servizio a Thiene- continuando- E trovo strano che il giorno dopo, alla famosa installazione del pc in Comando, in piazza Chilesotti siano stati tagliati i fili a delle telecamere per poi metterne di nuove. Ero lì, presente e testimone”.
Minoranza: “andremo avanti a scoprire la verità”. Non soddisfatta delle risposte del primo cittadino la minoranza già annuncia i passi successivi. Come fatto dalla consigliera Scanavin: “andrò avanti, anche nelle sedi più opportune”. E non si troverebbe sola perché sarebbe già pronto un altro esposto. “Affinché venga fatta chiarezza e rilevate le oggettive responsabilità sul come è stata trattata la privacy dei cittadini negli ultimi 6 anni”, come ha precisato la consigliera Giulia Scanavin. E sul regolamento comunale che non passa incalzano i consiglieri comunali Barbara Cunico: “i Comuni aderenti al NeVi sono contitolari in fatto di privacy e si devono attivare per fare il regolamento comunale” e Manuel Benetti: “il Comune di Thiene è l’unico Comune del Consorzio Nevi a non avere questo regolamento.Va fatto”.
Infine, non sono mancate le provocazioni. Nate da una pec del direttore di Pasubio Tecnologia, Mario Scortegagna, che al Comune di Thiene scrive di non avere avuto alcun contattato con la consigliera Scanavin. “Come a volermi sbugiardare, che mi sono inventata tutto-commenta Scanavin-Infatti con questo Scortegagna io non ho mai avuto nulla a che fare, ma bensì col suo Dpo: è con il suo responsabile del trattamento dati di Pasubio Tecnologia che io ho avuto numerosi confronti. Tutti documentati tra l’altro. Non ne ho mai fatto mistero, anzi. Quindi non capisco l’uscita dell’assessora Anna Maria Savio che per lei questa pec di Scortegagna è una prova. Ma di cosa? Forse non ha ben seguito l’intera vicenda o le sfugge qualcosa”.
Paola Viero