Nel semplice “Sì” disarmante col quale Ilaria, Fabio e Luigina hanno risposto alla chiamata di Dio s’è riassunta la serata che si è svolta al Teatro della Parrocchia di San Sebastiano a Thiene, durante la quale hanno testimoniato la loro esperienza di missionari in Africa.
All’invito “Il mondo è servito-Immagini ed emozioni dal sud del mondo” ha risposto un nutrito pubblico che, dopo la proiezione delle immagine a testimonianza della loro opera di amore che svolgono in Africa, ha avuto la possibilità di porre delle domande, spinti dalla curiosità di un Paese così lontano da Thiene, ma molto vicino nei loro cuori.
Ilaria e Fabio Fanton e i loro due piccoli bambini un anno e mezzo fa sono partiti per il Kenya, una famiglia che tenta di rifuggire dallo ‘speciale’ che le viene attribuito, perché come hanno spiegato “Stiamo facendo quello che sentiamo nel cuore. Abbiamo risposto di “Sì” alla chiamata del Signore” continuando “Ognuno di noi, ogni persona, è un missionario, ciascuno nel proprio ruolo e posto. Noi in Africa ma tanta gente lo fa in Italia, a Thiene con le varie associazioni di volontariato nel territorio”.
Una scelta più ponderata e pensata quella di Luigina Baldon che da tre anni e mezzo svolge la sua missione in Ecuador, all’interno di una comunità cristiana “Il Signore è vero chiama e quando mi sono sentita pronta, sono partita”. E le difficoltà di integrazione tra le varie religioni non ha mai affievolito la fiamma che alimenta il suo cuore. Luigina tra le varie attività che presta in Equador, si occupa di accogliere i bambini nel doposcuola e nella vendita di cose usate per devolvere il ricavato alle famiglie più povere e bisognose.
“I nostri figli si sono adattati fin da subito, come con naturalezza accade ad ogni bambino del mondo, perché vivono senza quei filtri che limitano soprattutto noi adulti” rispondono così Ilaria e Fabio alla domanda posta su come l’hanno vissuta i loro due piccoli di casa. “ A chi ci chiede se era giusto portarli in Africa dico solo che io stesso sono figlio di missionari e sono convinto, come è accaduto a me, che i nostri figli capiranno quale regalo di vita stiamo loro dando”. E sicuramente il concetto di comunità africano, così diverso da quello occidentale, ha contribuito rendere tutto più naturale e semplice, come spiega Ilaria “La nostra comunità in Kenya è il villaggio, chi ha un problema è il problema di tutti, c’è la condivisione e la partecipazione di tutti al singolo”. E una nota di dolcezza aggiuntiva accarezza la sua voce quando parla degli “altri” suoi bambini africani “I bambini sono anime innocenti, che seguiamo nei tre centri dedicati ai bimbi vittime di abusi”. Troppi maltrattamenti verso i piccoli in Africa, spesso rinnegati dall’uomo che non chiameranno mai ‘papà’ perché abbandonati con la mamma, spesso giovani ragazze madre “In Ecuador i bambini dimostrano un calore umano infinito, ti abbracciano e ti baciano in continuazione” commenta Luigina “Ma solo dopo che hanno preso le misure, decidono loro quando abbandonarsi alla confidenza che cancella i ricordi dei soprusi subiti”.
Tre persone che stanno dando molto in Africa, ricevendo in cambio un bagaglio di vita, di esperienza e di amore inestimabile, che gonfia il cuore dei parenti che li aspettano qua a Thiene, come racconta la mamma di Fabio, Novella Sacchetto “Quando ci ha detto che partiva è stato come ricevere il regalo più bello, ho avuto la conferma che l’esperienza di vita dagli 11 ai 14 anni quando siamo andati in Ecuador è stata positiva, facendo maturare e spiccare la sua sensibilità”.
Paola Viero