‘Una buona ricompensa e, soprattutto, la promessa di non rendere noto il nome di chi collabora con la polizia locale, può effettivamente contribuire a superare il muro di omertà e complicità tra gli adolescenti’. Sono le parole con cui esordisce il comandane della Polizia Locale Giovanni Scarpellini, che ha condotto le indagini che ieri hanno portato a smascherare il writer seriale, sul quale i commercianti del centro, capitanati dal ‘generale’ Renato Corrà, avevano messo una taglia da mille euro. Modalità che ha scatenato un putiferio perchè fa apparire Thiene come un far west, ma che ha portato alla svolta del caso in due giorni, con il delatore accusato di ‘infamità’ che ha chiamato la Polizia Locale per fare nome e cognome dell’amico. Lo conosceva bene e lo ha denunciato per quella ricompensa.
‘Da un paio di giorni, la centrale operativa della Polizia Locale Nordest Vicentino aveva ricevuto molte chiamate con le quali venivano segnalate varie situazioni, elementi utili ed altri suggerimenti per il caso- spiega Scarpellini – martedì 10 maggio, alle 21, giungeva la telefonata “chiave” che ci informava sull’autore degli imbrattamenti seriali più recenti, avendolo riconosciuto nelle foto diffuse dagli organi di stampa. Trattandosi di un 15enne residente nel thienese, la polizia locale adottava tutte le cautele previste dalla Legge al fine di informare correttamente i genitori – prosegue il comandante – però, proprio mentre una pattuglia in abiti borghesi, nella mattinata di mercoledì 11 maggio, si stava dirigendo verso l’abitazione del presunto autore dell’imbrattamento , giungeva una telefonata da parte di un legale, che rivelava l’intenzione della famiglia del proprio assistito di confessare tutto, rendendosi immediatamente disponibile a sostenere le spese necessarie per la pulizia dei luoghi. Nel pomeriggio il minore, accompagnato da entrambi i genitori, si presentava in comando ammettendo, con sincera costernazione, le proprie responsabilità. Precisava di non avere ponderato le conseguenze del proprio gesto, e di avere agito senza una precisa motivazione, ma di avere poi sentito l’esigenza di confessarlo ai genitori. Comprensibilmente imbarazzati, questi si dichiaravano pronti a coprire tutte le spese per la pulizia dei luoghi imbrattati, mettendosi a disposizione per qualsiasi necessità. Le operazioni di pulizia dovrebbero cominciare nelle prossime settimane, compatibilmente con le condizioni atmosferiche’.
‘In ogni caso – conclude Scarpellini – il richiamo della ricompensa ha continuato a fare effetto, poichè nel pomeriggio di mercoledì sono giunte ulteriori informazioni circa altri imbrattatori abituali, che non riescono a resistere alla tentazione di personalizzare in qualche modo le loro “opere”, lasciando degli indizi facilmente riconoscibili a chi frequenta il loro ambiente’.
Guarda caso, dopo la ‘taglia’ di mille euro, tutti sembrano conoscere l’identità dei writer abusivi del comprensorio thienese. Si ricorda infatti, che per coltivare questa ‘forma d’arte’, esistono degli spazi dedicati.
‘Ci rendiamo conto che la taglia è un metodo discutibile, che non rende onore ad una società civile dove si dovrebbe denunciare spontaneamente e non dietro una ricompensa – ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza Alberto Samperi – Ma se pensiamo al risultato ottenuto, è stato un bene perchè questo fatto di cronaca servirà da deterrente e da lezione a chi non mostra rispetto per la cosa pubblica. E’ brutto pensare che chi ci ha ‘consegnato’ il responsabile dei graffiti lo ha fatto per denaro e ci auguriamo che la prossima volta, lo faccia come senso civico, ma se si arriva a tanto è perchè la gente sente un vuoto istituzionale, che porta alla degenerazione. I commercianti erano esasperati da quelli che giudicano atti vandalici ai danni delle strade pubbliche ed hanno messo le mani in tasca per fare in modo che si arrivasse al colpevole. Così è stato ottenuto un risultato che diversamente, cioè senza la pubblicazione delle immagini e quel denaro, non ci sarebbe stato. Proprio come ha detto il comandante Scarpellini’.
Strinati:’ Quella taglia è un disvalore’
Questa ricompensa è stata un disvalore. Auspico che i genitori del denunciante invitino il figlio a non accettarla o a devolverla in beneficenza – ha esordito l’Assessore all’Istruzione e alle Politiche giovanili Maria Gabriella Strinati – . Quello che mi ha colpito in questa storia, più di quei graffiti che non avevo mai notato pur girando spesso per la città, è il comportamento del ragazzo che pur essendo amico del writer, pensando alla ‘taglia’, non ha esitato a farne nome e cognome agli agenti. Dov’è il valore dell’amicizia? Un amico è colui che ti sta vicino, che ti vuole bene ed in questo caso non avrebbe dovuto girarsi dall’altra parte, ma parlare con il suo coetaneo dopo averlo riconosciuto e convincerlo a presentarsi spontaneamente alla Polizia locale. Oppure, avrebbe potuto parlarne con i genitori senza lucrare su un errore, per quanto questo sia grave. Come educatrice sono rimasta molto provata e non certo da quanto commesso da un adolescente, che nemmeno si è reso conto dei danni che commetteva quando sfogava quello che potrebbe essere un autentico disagio giovanile. Mi ha colpita il comportamento del ragazzino che ha denunciato per denaro. Si denuncia per senso civico. In Italia sono morti degli eroi della legalità, come Falcone e Borsellino, che si recavano nelle scuole per insegnare ai ragzzi a contribuire alla giustizia e al bene, attraverso la denuncia. Una denuncia che deve arrivare dalla coscienza, questo dicevano questi giudici che sono morti per lasciarci dei valori, e non dal desiderio di denaro’.
Natalia Bandiera
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