C’è una bella differenza tra cacciatore e bracconiere. Di mezzo c’è la legge, l’esperienza, la salvaguardia delle specie e l’esercizio di un’attività praticata nel rispetto o nell’ignoranza delle regole. “Si presuppone che chi caccia uccelli li sappia anche riconoscere”, ha detto Massimo Nicolussi, veterinario di Thiene specializzato in fauna selvatica, che ha commentato con rammarico l’abbattimento di alcuni esemplari di specie protette avvenuto in Toscana e in Sicilia in occasione della pre-apertura della stagione venatoria, sostenendo però che l’intera categoaria dei cacciatori non debba essere penalizzata.
Il 1 settembre scorso infatti, la Polizia Provinciale di Grosseto aveva rilevato numerose violazioni di carattere penale, che avevano portato all’accertamento dell’abbattimento di un esemplare di biancone, ucciso a fucilate a Castiglion della Pescaia. Il biancone, conosciuto anche come ‘aquila dei serpenti’, è una specie particolarmente protetta e tutelata sia dalla legislazione nazionale che dalle convenzioni internazionali.
Una specie a rischio estinzione, la cui perdita anche di un solo esemplare, è difficilmente recuperabile a causa delle particolarità riproduttive dell’uccello, che depone un solo uovo l’anno (che non sempre schiude con un esemplare che rimane in vita) e raggiunge la maturità sessuale solo intorno ai 6-7 anni di età. Ed di pochi giorni fa invece, l’uccisione di Clara, un giovanissimo esemplare di capovaccio, un piccolo avvoltoio ammazzato con un colpo secco che le ha provocato indicibili sofferenze.
Episodi che hanno destato particolare indignazione al veterinario thienese, soprattutto perché proprio lui è sempre in prima linea quando si tratta di recuperare specie (soprattutto volatili) ritrovati incidentati.
“Si presuppone che chi caccia uccelli li sappia anche riconoscere – ha commentato Nicolussi – Se spari ad un Biancone (Circaetus gallicus) o a un Gruccione (Merops apiaster) vuol dire che sei un cretino, punto”.
Parole dure, ma che la dicono lunga sul mondo venatorio e dei bracconieri.
Nicolussi, come deve comportarsi la legge davanti a questi episodi?
Il cacciatore va responsabilizzato di più. Non basta dire di fronte a questi episodi che è stato un bracconiere. Così ci si nasconde dietro ad un dito.
Revoca della licenza quindi?
Dovrebbe essere compito di Federcaccia perseguire e far ritirare la licenza, quando questa c’è. Lo stesso vale per il porto d’armi, anche se la legge non lo prevede. Chi compie queste stupidaggini deve essere punito. Se non si arriva a questo, di fronte a tali episodi si dovrebbe prevedere una sospensione dell’attività venatoria per 10-15 gg, la legge si può cambiare. Volere è potere.
I cacciatori non sono tutti uguali. Come sempre, per colpa dei soliti imbecilli alla fine rischiano di pagare le conseguenze anche gli altri. Viene danneggiata l’intera categoria.
E quindi? Praticamente, come possono intervenire la legge o le associazioni venatorie?
Il rispetto delle regole è fondamentale. Personalmente non sarò mai un cacciatore, ma rispetto il cacciatore che segue le regole. Non è nemmeno giusto dire che la caccia non serve, solo va esercitata nel modo corretto.
A.B.