“Ho messo da parte quei soldi che serviranno ai miei figli per farmi il funerale, quel giorno che non ci sarò più”. Una piccola somma di denaro che, nuova legge regionale sugli alloggi popolari alla mano, fa quasi triplicare l’affitto ad un pensionato di Thiene, ma non solo. Tra 2 anni , G.C. si troverà su un marciapiede, a 72 anni e in maniera inderogabile.
“Secondo ‘loro’ io sarei un Paperon de Paperoni”. “Ho bussato a tutte le porte- spiega il settantenne di Thiene – In Comune e all’Ater. Al primo mi sono sentito dire che io sarei un razzista, perché ho protestato. Dicendo che con questo nuovo conteggio potranno essere favorite quelle famiglie, di origine straniera soprattutto, con due o tre figli e solo uno dei due genitori che lavora. All’Ater, invece, mi hanno risposto che questa è la nuova legge e non si può fare nulla. Consigliandomi di spendere quella somma di denaro che ho risparmiato, rimanenza del mio tfr, per farla ‘scomparire’ dal calcolo Isee”.
A farlo entrare nella categoria dei ‘ricconi’, oltre ai soldi messi da parte per il suo funerale, anche parte di un appartamento ereditato quando morì la madre. “Proprietario per un terzo, dei 126 euro che ricevo per affitto resta nulla: tutto se ne va in tasse. Da quelle comunali alla dichiarazione dei redditi- spiega- Non posso andare ad abitarci e venderlo sembra una cosa impossibile. E per questo io sarei come uno dei quei ‘ricconi’ che hanno stanato e che tenevano centinaia di migliaia di euro messi da parte. Sto vivendo un’ingiustizia”.
Aumento del 60% “Pago 3mila euro in più”
Non chiude occhio la notte dal 1° luglio di quest’anno. Da quando è entrata in vigore la nuova riforma sugli alloggi popolari, che rimodula il conteggio dell’affitto. Una lettera che ha trovato nella sua cassetta della posta solo una settimana prima. “Due facciate, fatte di articoli di legge e cifre, che mi hanno gettato nell’incubo”. Il tutto per dire che, per i prossimi due anni, al posto dei 163 euro al mese ne pagherà 401, circa 3mila euro in più all’anno.
E poi? Dopo decaderà dal beneficio della casa. Dovrà liberare l’appartamento e andarsene. “E dove andrò? – continua- Ma soprattutto, come vivrò?”. Pagato il nuovo affitto, la rata delle spese condominiali, bollette e ogni altro orpello fiscale, della propria pensione netta gli resta non molto. “Se ne avessi bisogno non potrei nemmeno andare dal dentista-continua ancora-Nemmeno prendere dei nuovi occhiali da vista”.
“E’ un’ingiustizia”
La nuova legge non ammette sconti, come più volte ribadito dal governatore del Veneto Luca Zaia. Una riforma nata con l’intento di rilevare le maggiori criticità nell’assegnazione dell’alloggio popolare, che sta creando il fuggi fuggi tra gli inquilini a livello provinciale. A Thiene 14 casi i casi finiti sotto la lente d’ingrandimento dell’Ater. “Me compreso- spiega il settantenne- Ma non ho alcuna intenzione di mollare. Ho già parlato anche coi sindacati, che hanno trovato assurdo il nuovo sistema di conteggio, partendo dalla mia pensione lorda. Come se io usassi quella per vivere o fare la spesa, ma soprattutto l’aver abbassato a 20mila euro l’Isee”. Nuova soglia, al disopra della quale, fa schizzare l’affitto dal 50 al 60 percento.
Regione “Potranno esserci delle correzioni”
Dal canto suo la Regione Veneto mette in campo 7 Nuclei Tecnici, per verificare caso per caso l’impatto della nuova riforma. I sette nuclei, coordinati ciascuno dal presidente dell’Ater della provincia di riferimento, sotto la direzione dei rispettivi direttori, e partecipati dai rappresentanti dei Comuni interessati e degli eventuali enti pubblici gestori, dovranno esaminare, caso per caso, le posizioni degli inquilini, affrontare i casi critici e proporre al Tavolo di monitoraggio regionale e alla Giunta, entro il termine massimo del prossimo 30 settembre, eventuali proposte di modifica della legge 39/2018 di riordino dell’edilizia pubblica residenziale e del suo regolamento applicativo.
“Nuclei che dovranno verificare la corretta applicazione della normativa e potranno formulare eventuali proposte correttive. Se ravviseranno la necessità di modificare il canone applicato con un intervento normativo, potranno intanto proporre al Direttore dell’Ater di applicare all’inquilino i vecchi canoni, antecedenti alla riforma, in attesa che il legislatore regionale intervenga, salvo poi conguaglio finale. In queste prime settimane di applicazione dei nuovi canoni – anticipa l’assessore Lanzarin – si stanno già prospettando alcuni possibili ipotesi di intervento per rendere più equa l’applicazione della riforma, come ad esempio lo scomputo parziale o totale dal reddito familiare di alcune entrate particolari e puntuali, come la liquidazione del trattamento di fine rapporto o quella di un risarcimento assicurativo per incidente; sono al vaglio anche lo scomputo nei risparmi degli anziani delle spese per la badante o per la casa di riposo. Al momento si tratta di possibili correttivi allo studio, in attesa della valutazione dettagliata e circostanziata dei Nuclei Tecnici di analisi. Ora la Regione chiede ad Ater, Comuni ed enti pubblici di gestione del patrimonio edilizio di concentrarsi sulle situazioni individuali più specifiche, soprattutto i cosiddetti ‘casi sociali’, a tutela delle persone più deboli – conclude Lanzarin – perché i nuovi canoni e le nuove regole di gestione devono essere giuste e calibrate per tutti, ma non devono lasciare indietro nessuno. Entro il 30 settembre, grazie al contributo dei Nuclei di analisi e del Tavolo tecnico di monitoraggio, saremo in grado di mettere a punto anche eventuali aggiustamenti normativi o applicativi, qualora siano necessari”.
Paola Viero