“Riaprire i negozi il 18 maggio e bar e ristoranti il 1 giugno non è accettabile”.
Si fa sentire la voce dei commercianti del mandamento di Thiene, che hanno organizzato due proteste in piazza per attirare attenzione sui loro problemi e con la direzione di Ascom che si è rivolta direttamente all’associazione nazionale e ai Comuni del mandamento per chiedere aiuto e collaborazione.
In due lettere, una destinata ai sindaci e una al governatore Luca Zaia e a Confcommercio Roma, l’associazione dell’Alto Vicentino ha puntualizzato una lista di cose ritenute fondamentali per la fase di partenza. Aiuti, ritenuti necessari per scongiurare la chiusura, che oggi i numeri danno per certa, “del 50% delle attività commerciali dei centri storici” e per evitare che in futuro il cuore delle città si spenga, si trovi con i negozi vuoti e gli immobili in degrado, facilitando quindi la decadenza dei centri, che sono il cuore pulsante dell’Italia.
“La politica deve prendere atto che dobbiamo andare avanti, con tutto il rispetto per chi ha avuto lutti, malattia e sofferenze – ha
Da qui la lista di quanto i commercianti chiedono al governo e ai loro Comuni.
Ai sindaci, le richieste vertono sulle imposte locali: spostamento della prima rata di Tari, Imu e Tasi e riprogrammazione della seconda rata, con ricalcolo del totale in base ai giorni di apertura effettiva, annullamento della Cosap e sconto per l’Ica per tutto il 2020. I negozianti chiedono inoltre che per tutto l’anno i parcheggi vengano predisposti con disco orario e che vengano tolti gli stalli a pagamento. “Siamo consapevoli del peso di queste richieste e del loro impatto sul bilancio comunale – sottolinea la direzione di Ascom Thiene – ma riteniamo che tali aiuti possano almeno arginare le drammatiche conseguenze economiche che avranno ripercussioni sul futuro del nostro settore”.
All’associazione nazione le richieste di altro tenore, articolate in dieci punti, che vanno dalle agevolazioni sugli affitti all’azzeramento delle accise sulle utenze di acqua, luce e gas per tutto il 2020, periodo di cui si dovrà analizzare solo l’effettivo consumo. Istituzione di un prestito a tasso zero con garanzia dello stato, finanziamento a fondo perduto per le attività che sono state penalizzate, credito di imposta del 100% sulle spese destinate alla sanificazione, proroga della cassa integrazione fino al 30 settembre 2020, sospensione delle imposte dirette e dei contributi, sospensione del contributo Naspi fino a fine anno, semplificazione della burocrazia, annullamento dei codici Ateco per le riaperture.
“Chiederemo ufficialmente che ci concedano plateatici più ampi dove è possibile – ha sottolineato Basilio Tommasini, titolare del Carducci – In questo modo si potranno recuperare un po’ di spazi, vista la riduzione dei tavoli che sarà necessaria per il distanziamento”.
Le proteste
Questa sera, martedì 28 aprile, alle 21, luci accese in tutti i negozi, con i commercianti fuori. “Noi ci siamo e abbiamo tanta voglia di
Domenica 3 maggio invece, appuntamento in piazza Chilesotti all 12. Il ritrovo è aperto a tutti, commercianti, professionisti e gente comune. “Chiunque stia vivendo un momento di difficoltà o voglia dimostrare solidarietà”. Ci troveremo con le chiavi in mano e le faremo tintinnare per 5 minuti. Un segno di protesta civile, senza fini politici, ma per far capire a chi gestisce questa situazione che servono risposte concrete e immediate”.
A.B.