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Thiene. I cinesi rispondono all’appello: “Siamo tutti qui, siamo in quarantena”

E’ bastata la lettera di un lettore che, quasi ingenuamente e scusandosi persino di aver posto un interrogativo che a qualcuno poteva sembrare banale, per farci scoprire che a Thiene i cittadini cinesi, ormai residenti in Italia da anni, sono tutti chiusi in casa a rispettare rigidamente il lockdown.

Sono stati talmente rispettosi delle regole che nessuno di noi li ha visti al supermercato a fare la spesa, unico posto in cui in questi quasi 2 mesi di ‘clausura’ ci era consentito andare per acquistare beni di prima necessità.

Loro, in pieno stile cinese, non hanno fatto nemmeno questo, facendosi portare il cibo a domicilio, per non mettere il loro delizioso nasino all’insù fuori casa e non correre il minimo rischio di prendere né di portare il virus. Ed eccoli spuntare fuori virtualmente grazie alla lettera di una nostra lettrice, che preoccupata per il non vederli più, si era posta il problema che se ne fossero rientrati in patria.

“Vi manchiamo eh?”, è il commento di una commerciante cinese che, comprendendo perfettamente lo spirito della lettera scritta dalla lettrice thienese, le ha risposto con simpatia tranquillizzandola che sta bene, che è in quarantena anche lei e sta osservando le regole come tutti gli italiani.

“Buongiorno a tutti, sono di origine cinese e ho il bar vecchio veneto a Thiene, grazie a tutti per la preoccupazione, noi stiamo tutti bene, anche tutti i miei connazionali, con cui ci sentiamo tra noi – comunica in un italiano perfetto Weiping Lee – Siamo chiudi dentro casa, ordiniamo la roba con consegna a domicilio e usciamo di casa una volta al mese. Alcuni non sono mai usciti da casa da quando è iniziato il lockdown. Tutti abbiamo rispettato le regole perché sappiamo che la situazione non è ideale e non vogliamo dare il peso ai medici e alle infermiere, impegnati in prima linea. Speriamo di rivederci al più presto possibile. Andrà tutto bene”.

Un post che ha ottenuto oltre 650 ‘like’ tra le 270.553 visualizzazioni della nostra lettrice, che con una semplice lettera ha sfornato uno scritto tra i più letti di Altovicentinonline nel mese di aprile.

A dimostrazione che l’interrogativo di quella che era una semplice utente del nostro giornale online, a cui abbiamo voluto regalare uno spazio in ‘pensieri in libertà’ come facciamo da sempre con chi vuole dare espressione a proprie riflessioni, in realtà racchiudeva una domanda che molti di noi si erano posti. Perché, se non hai una famiglia cinese che ti abita vicino, o non li incroci per strada per motivi di lavoro, i cinesi non si erano visti in giro. A spiegare il perché, con l’entusiasmo e la felicità di chi è stato ben contento di spiegarne il motivo, sono stati proprio loro, che si sono anche resi conto di essere ben voluti a Thiene. I loro post infatti, tra cuoricini e saluti virtuali, sono stati una delle cose più belle di questa quarantena. Peccato per chi non ha perso occasione di esprimere il proprio rancore nei confronti di una comunità che invece, in occasione di questa lettera, ha dimostrato grande civiltà e spirito di comunità, non rispondendo alle provocazioni di chi tirava fuori topi e aggettivi diffamatori come l’accusa di essere portatori di virus. Commenti che abbiamo lasciato ben visibili come libera espressione dei nostri lettori, ma da cui prendiamo le distanze.

Nella stessa giornata di sabato 25 aprile, la lettrice, autrice della lettera, ha voluto rispondere attraverso la redazione, a chi l’ha accusata di aver posto l’interrogativo proprio sulla comunità cinese e non su altre comunità presenti a Thiene. “La mia domanda era genuina, in quanto assidua frequentatrice di bar, bazar, centri estetici e parrucchieri cinesi – ci ha scritto la signora Dal Santo, che non ci sta ad essere strumentalizzata da chi vuole vedere il male a tutti i costi – E’ stata fraintesa ma nessuno può immaginare la gioia che io e i miei familiari abbiamo provato nel leggere le risposte di tutti quegli amici cinesi che non vedevo più da prima dell’inizio del lockdown e che mi avevano fatto temere di non rivederli. Quello che mi interessa – ha concluso la lettrice – è sapere che stanno bene e che potrò presto andare a trovarli quando questo momento difficile per tutti, marocchini, peruviani, italiani e persone in ogni capo del mondo. Sono felice che la mia lettera sia stata uno strumento per riunirci tutti, seppur virtualmente. E come dice Weiping Lee: andrà tutto bene”.

nota di Redazione

Dribblando i commenti di chi ci ha criticato per aver pubblicato la lettera di una lettrice preoccupata per non avere più visto cinesi per strada e nei supermercati, rispondiamo che siamo orgogliosi di averlo fatto, per il buono che ne è venuto fuori. La domanda della lettrice aveva subito colpito anche noi, che non riuscendo a darle una risposta abbiamo preferito rivolgerci ai nostri lettori che ancora una volta sono stati meravigliosi, fornendoci indicazioni precise delle loro esperienza: dall’insegnante che fa lezione online ad alunni cinesi e li vede sempre puntualissimi collegati per le lezioni virtuali, alla vicina di casa che dichiara di salutarsi dal balcone con i dirimpettai dagli occhi a mandorla. Da chi li vede andare a lavorare perché non ha mai smesso di farlo, a chi vede i bambini nel terrazzino di casa. Ne viene fuori una comunità che ci legge puntualmente e mai ci saremmo aspettati di avere così tanti lettori cinesi, che amano aggiornarsi su un sito locale di provincia dimostrando di essere molto più integrati di quello che riflettono i luoghi comuni.

di Redazione Altovicentinonline

Che fine hanno fatto i cinesi? Chi li ha più visti?