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Thiene. Giovanna Munarini da New York: “Ho paura e spero di poter tornare”

New York, i grattacieli che scandiscono lo skyline, Central Park, la tragedia delle Torri Gemelle è ancora ben impressa nella memoria collettiva ed ora le folle oceaniche che la invadono ogni giorno ad un ritmo frenetico cominciano a rallentare, fino a sparire, pare impossibile, anche lì a causa del Coronavirus.

Ci racconta quanto sta accadendo Giovanna Munarini Adler, thienese doc, che negli States vive a Stony Point dal 1961, una cittadina ad una cinquantina di chilometri da New York, in riva al fiume Hudson. Ogni mattina l’acqua calma del fiume, il giardino, il profumo del bosco. Il pensiero ai due figli in America, ma anche alla famiglia, all’Italia, sempre nel cuore.

Giovanna Adler, dagli USA ci arrivano notizie sempre più allarmanti. Com’è la situazione?

Purtroppo le notizie sono confuse perché il presidente Trump, fra bugie e contraddizioni, ci ha dato in pasto ai leoni.

Un atto di accusa molto duro.

Questa è la mia opinione, fin dalla sua salita al potere. Purtroppo Trump ha sottovalutato il pericolo perché troppo preso dal suo narcisismo. L’America è stata presa alla sprovvista grazie alla sua inettitudine. Non solo, ma l’errore enorme lo fece quando rifiutò il progetto disegnato dalla precedente amministrazione, 69 pagine per il Consiglio di Sicurezza Nazionale che includeva centinaia di tattiche e regole per prevenire o mitigare un eventuale insorgere di malattie infettive.

Nel frattempo?

Nel frattempo il virus ha valicato tutte le frontiere senza tanti permessi, ha scavalcato il muro e l’ha fatta in barba a tutti i controlli. Nella disgrazia, dopo essere continuamente tenuta in poca considerazione, l’Italia si è finalmente conquistata il posto d’onore che si merita. Trump negli ultimi giorni l’ha spesso elogiata, ma inspiegabilmente non si decide a seguirne l’esempio.

Sappiamo che a New York il Governatore ha emesso ordinanze che prevedono un progressivo lockdown. Cosa ci puoi dire?

È così. A New York sono più severi perché è il governatore che ha preso in mano la situazione. Come avrà sentito Trump vorrebbe riaprire tutte le aziende per Pasqua. La sua idea fissa è l’economia e siamo in parecchi a sentirci indifesi e impotenti di fronte a un nemico invisibile e lasciamelo ripetere a un’ignoranza anche troppo visibile. Il bollettino ha appena annunciato il numero di contagiati a New York è in continuo aumento.

Giovanna, nel suo paese cosa sta accadendo?

Vivo in una bellissima regione di circa 300mila abitanti dove il virus ha cominciato a far vittime nonostante si viva abbastanza isolati l’uno dall’altro nonostante le leggi non siano ancora restrittive come in Italia. Da 3 settimane le scuole e alcune aziende sono chiuse. Possiamo girare come vogliamo a parte che i grandi negozi sono vuoti e in quelli di alimentari fanno mantenere le distanze.
Siamo una minoranza che aderisce al buon senso e ce ne stiamo in casa, io per prima, essendo poi ultra ottantenne.

Come sta vivendo questa emergenza?

Io personalmente ho paura e non sono la sola. La mia fortuna è di avere molte risorse interiori e in casa non mi annoio. Sono produttiva quanto mai e non sto qui a commiserarmi. Ho due figli meravigliosi e due nipoti per i quali si, mi preoccupo, ma sono positiva. Mi dispiace solo che non posso essere di aiuto a nessuno. Ho sempre fatto volontariato e ora sarò io ad averne bisogno se le cose peggiorano.

Come trascorre le giornate?

Le mie giornate le passo leggendo, suonando il mio piano, male, ma è tutta terapia. Dipingo con l’acquerello, cucino all’italiana. Ho fatto gli gnocchi, ne sono golosissima. Vivo in mezzo alla natura dalla quale traggo spunto per i miei lavori. Vivo sulle sponde del fiume Hudson. Un sogno. Tengo la mente allenata con parole crociate al computer, la mia salvezza. Amo la fotografia e con gli scatti compilo album al computer. Naturalmente ho un bravo marito che qualche attenzione la richiede e un cagnolino che si chiama Amore, una parola che dovrebbe essere pronunciata più spesso da tutti.
Mi tengo occupata e cerco di non pensare al peggio. Sono sopravvissuta alla guerra, se Dio vuole riuscirò a vedere questo virus sconfitto e rivedere ancora una volta la mia Italia.

Mi diceva che stava per tornare in Italia…

Avevo il volo prenotato per il 2 Marzo e Lufthansa l’ha cancellato. In un certo senso è stata una fortuna o non avrei più potuto ritornare a casa. Ciò non toglie che il mio cuore sia sempre in Italia. Ho ancora una sorella, un fratello e tanti altri parenti. Ho appena avuto notizia che un mio cugino carissimo è mancato (Vittorio Ferrarin) e i famigliari sono tutti in quarantena e a rischio. Tanti amici della mia età, anche loro tutti a rischio. Non avrei mai pensato di finire i miei anni in questo modo.

Maurizio Dal Santo