Volere è potere. E lo testimonia a pieno titolo Oscar Zaltron, 25 anni di Thiene, che dal nulla e solo grazie alla sua tenacia, ha creato un’azienda informatica che naviga a gonfie vele ed è un punto di riferimento per privati e aziende.
Un ragazzo come tanti, con la grinta che arriva dall’avere obiettivi tosti ma con la consapevolezza di chi sa di non avere aiuti importanti. Quella grinta tipica di chi sa di dover contare solo sulle forze, che deriva dall’aver voluto sempre andare contro corrente e da una erre moscia che fa tanto francese, ma che ha anche istigato tanti bulli.
Oscar Zaltron, a 25 anni titolare di un’azienda di informatica (Rapid Pc) che è in piedi già da qualche anno e in costante crescita. Come hai fatto?
Ho cominciato lavorando tanto. All’inizio non sapevo bene che cosa avrei fatto, ma sapevo che dovevo fare qualcosa di mio. Ho interrotto gli studi quando dovevo fare l’esame per la quarta all’Ipsia, ho lasciato perché volevo organizzare eventi. Mi arrangiavo, ma avevo la famiglia contro. Ho sempre avuto due passioni: l’informatica e il divertimento con la musica.
Come hai potuto pensare di riuscire senza qualche aiuto?
La mia famiglia mi spingeva a cercare un lavoro serio e tradizionale. Io ero un po’ ‘per conto mio’, non avevo le idee chiare. Per un paio d’anni mi sono arrangiato e nel 2014 mi sono aperto la Partita Iva. Avevo l’auto di mia nonna, non ero mai stato indipendente economicamente. Mi sono rimboccato le maniche e ci ho dato dentro.
Paura?
Ero preoccupato, ma non mi sono scoraggiato. Non ho assecondato i miei timori e mi sono arrangiato. Non avevo un soldo, ma alla fine, solo con le mie forze, la buona volontà, un ragionamento coerente e tanto impegno, ho messo in piedi la mia azienda. Ora ho la mia auto e la mia indipendenza.
Da che punto sei partito? Avevi qualcuno che ti ha finanziato?
Non avevo soldi, ma le idee molto chiare: lavorare in modo serio, metodico e professionale. Ho sempre messo la professionalità al primo posto. Volevo avere un ufficio serio, un posto dove ricevere i miei clienti.
Eri da solo?
Ho cercato dei giovani che avessero la voglia di fare. Uno arrivava in ritardo, l’altro veniva con la mamma, un altro non voleva il sabato. Poi è arrivato Niccolò e c’è stato feeling da subito. Alberto mi aiuta con i conti. Il mio ufficio l’ho trovato per puro caso, mentre facevo lavori da elettricista nell’ufficio vicino.
Che cosa ti contraddistingue?
Se io faccio un lavoro mi ci dedico fino in fondo. L’assistenza ad un cliente per me viene prima anche di un nuovo cliente. Parto sempre in quarta, ma ho sempre la testa sulle spalle. Calcolo sempre i rischi, però mi lancio. Tentennando, non si arriva da nessuna parte e non si fa nulla.
Che tipo eri prima di fare l’imprenditore? Quindi quasi l’altro ieri, vista l’età…
Ero il classico a cui non avresti dato più di tanto. Ma nel cuore sono sempre stato un professionista. E sono sempre stato un dj, le mie serate le faccio ancora.
E’ la mia azienda di eventi, il mio sogno e valvola di sfogo. E ha un nome importante per me, che lega il lavoro con il mio privato più intimo. Ho una erre moscia molto forte, che mi ha causato problemi nell’adolescenza, visto che ho subito atti di bullismo pesanti. Per questo ho chiamato la mia agenzia R, come segno di forza. Ho anche un tatuaggio con una R e ne vado orgoglioso. Per me è una battaglia vinta.
Come hai fatto a trasformare la debolezza in forza?
Sono arrivato a dire ‘chissenefrega’. Ero insicuro di me stesso, sotto stress ero balbuziente e andavo in tilt. Mi prendevano tantissimo in giro. Il lavoro mi ha dato sicurezza e ho migliorato su tutti i fronti. Era una questione mentale, era solo il fatto di accettare me stesso. Ci si deve volere bene. Io mi voglio bene e sono molto tranquillo. E ora che sono sereno, mi rendo conto che insegnamenti acquisiti anni fa mi tornano utili ora.
Che cosa fa la differenza tra un lavoro e un successo?
La passione. Cerco sempre di migliorare, sia nel settore dei computer e dell’elettronica che come dj. Accetto sempre le sfide che sono accompagnate dalla passione. Ad esempio a Capodanno ho fatto il dj ad Asiago. Un appuntamento che sognavo da anni. Pensare che avevo promesso alla mia ragazza che sarei stato a festeggiare con lei, invece lei ha capito quanto importante fosse per me e mi ha lasciato fare il dj.
Sei soddisfatto?
Sì, ma mi lascio sempre margine di miglioramento, perché si può essere peggio, ma anche meglio.
Quanto hanno pesato gli atti di bullismo sul tuo successo?
Ammetto che hanno avuto il loro ruolo. Ma non voglio e non ho mai voluto raggiungere risultati per vendicarmi, anche se mi fa piacere dare una ‘stecca’ a chi mi ha deriso. La sicurezza ti porta ad avere relazioni più stabili, a condividere il piacere con chi ti sta vicino. Lo stesso è nel lavoro.
Quanto sei arrivato?
Mi sento al 10% di quello che posso fare. Sono molto concreto. In un anno ho avuto una crescita assurda e uno sconvolgimento della vita, sempre investendo più di quello che avevo. Segno che l’imprenditore non lo fa solo chi ha i soldi. Io ho lavorato tanto con obiettivi ben prefissati. Ho bruciato le tappe in fretta. E penso sia importante affidarsi sempre a consulenti preparati. A ognuno il suo lavoro.
E la tua famiglia?
Mia mamma è una grande. Mi ha sempre capito e sostenuto ed è la mia fan numero uno. E’ molto orgogliosa di me e io voglio fare le cose anche per la sua tranquillità.
Anna Bianchini