Un giallo sul giallo. O forse un miracolo? Non arrivano i perché, e i come mai, alcune telecamere comunali di Thiene sarebbero non state collegate alle forze dell’ordine, pur col cartello affisso che facevano intendere l’esatto contrario, ma arriva un pc. Al Comando di via Rasa, giovedì 24 ottobre, sarebbe apparso un computer. Al piano primo, in una stanza. E’ qua che questo pc, che sarebbe di proprietà del Comune e non del Consorzio NeVi, sarebbe stato installato e collegato alle ‘famose’ telecamere. Un caso, oltre all’ultima ‘scoperta’, sollevato dai consiglieri comunali Scanavin e Mojentale, decisi a portare in consiglio comunale l’intera vicenda. Dopo una prima mozione che hanno presentato due settimane fa, depositano l’interrogazione: “chi ha portato quel pc e consegnato le password, scavalcando l’assemblea consortile? Chi esattamente ne gestiva le registrazioni. Se non era la Polizia Locale, chi ci guardava da quelle telecamere?”.

Il computer. Stando a quanto scoperto dai consiglieri Scanavin e Mojentale, si conterebbero sulle dita di una mano, o forse anche meno, i soggetti che giovedì scorso 24 ottobre si sarebbero dati da fare per collegare le telecamere comunali che sfuggivano dalla rete ufficiale. Quella dove ciascun cittadino viene edotto dal cartello affisso che quell’area è sorvegliata dalle forze. Il tutto sarebbe avvenuto senza avvertire ed ottenere il placet dell’assemblea consortile del NeVi. Una sorta di ‘fretta e furia’ per sistemare quegli occhi elettronici, stand alone come le chiamano i professionisti del settore, che inquadrerebbero aree delicate di Thiene. Scuole e piastre sportive, in particolare, frequentate per lo più da ragazzini e ragazzine. Minorenni insomma. Impianti di videosorveglianza che lo stesso Scarpellini, nel maggio scorso, ‘denunciò’ perché non erano nella disponibilità del Comando del NeVi. Nessun collegamento alla centrale operativa della Polizia Locale,  tantomeno a quella dei Carabinieri. Eppure i cartelli appesi ai pali di queste telecamere parlavano, e parlano ancora, chiaro: ‘registrazione a cura della Polizia Locale’. Da qua la ricerca della consigliera d’opposizione Giulia Scanavin, assieme al collega Federico Mojentale: un ricostruire il filo di questa sorta di rete di telecamere che sarebbe parallela a quella ufficiale, con i frames delle  ‘stand alone’ che finirebbero all’ufficio ecologia del Comune di Thiene. Sarebbe  a questa porta, quindi, che ogni appartenente delle forze dell’ordine avrebbe dovuto bussare per avere i fotogrammi preziosi per le loro indagini investigative.

Dopo la loro mozione, volta a sapere chi avrebbe avuto in suo possesso le chiavi per accedere al sistema che controllava le stand alone, ora i consiglieri comunali Scavanin e Mojentale rincarano la dose e presentano un’interrogazione. Nella prossima seduta di consiglio comunale vogliono sapere chi sono quei soggetti che avrebbero  peregrinato dal Comune di Thiene al Consorzio di Polizia Locale di via Rasa, con in mano il computer, installandolo e chi avrebbe consegnato le password. Non solo. Vogliono capire chi sarebbe stato quel soggetto privato che, pare fino al 24 ottobre, avrebbe gestito le immagini e le registrazioni delle stand alone e se tutto questo venisse fatto anche da cellulare o altro dispositivo.

“Il tema è estremamente delicato e speriamo che il consiglio comunale venga fatto il prima possibile, perché ci sono molte incongruità sulla gestione delle telecamere comunali. L’interrogazione è chiara, le domande sono chiare e mi auguro che dalla maggioranza, soprattutto dal sindaco in persona, arrivino risposte su questa vicenda che ha punti oscuri. E sono tanti”, commenta il consigliere comunale di opposizione, Federico Mojentale,  in merito all’interrogazione a doppia firma con Giulia Scanavin “ma è stata condivisa da tutta l’opposizione”.

Paola Viero

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