Nel cuore dell’alto vicentino, una madre attende. E mentre il tempo scorre lento, riflette sulla condizione di sua figlia di quattro anni e sul percorso che le attende nel mondo della neuropsichiatria infantile. Un viaggio che incrocia dati allarmanti, speranze e la resilienza di famiglie che si trovano a navigare tra le maglie di un sistema sanitario oberato e la rapidità, seppur costosa, del settore privato.
La salute mentale dei nostri bambini è un bene prezioso, tuttavia sempre più spesso messo alla prova da un sistema che non riesce a tenere il passo con l’urgenza delle loro esigenze. Facendo infatti richiesta, ricetta alla mano, per un primo colloquio di neuropsichiatria infantile all’ospedale Boldrini di Thiene, i tempi di attesa possono arrivare anche fino a otto mesi. Un lasso di tempo che può sembrare infinito per chi cerca risposte e soluzioni. Se da una parte esiste la possibilità di rivolgersi al privato, accelerando notevolmente i tempi, dall’altra si apre il dilemma dei costi, con cifre che partono dai 350€ per una singola consulenza.
La situazione, per quanto critica, non è isolata. Secondo un’indagine di Orizzonte Scuola datata 24 ottobre 2023, (https://www.orizzontescuola.it/dsa-in-11-anni-500-di-studenti-con-disturbi-sono-il-54-in-tutta-italia-ma-al-sud-fenomeno-sottostimato-lanalisi-di-zuccolotti/) l’Italia sta assistendo a un incremento esponenziale dei casi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). In 11 anni, la percentuale di studenti diagnosticati è schizzata dallo 0,9% al 5,4%, con il Nord Italia che registra i numeri più alti. Questo dato non fa che sottolineare una crescente consapevolezza ma anche un’esigenza di risposte rapide ed efficaci.
Parallelamente, la neuropsichiatria infantile dell’ospedale San Bortolo di Vicenza segnala un aumento del 60% nei ricoveri, con 414 giovani pazienti diagnosticati con disturbi emotivi e comportamentali nel solo anno 2021. Stefano De Carli, psicologo dell’Ulss 8, attribuisce tale incremento alle restrizioni pandemiche, che hanno messo a dura prova la salute mentale di centinaia di ragazzi.
In questo contesto, il ruolo dei genitori e degli insegnanti diventa cruciale. La tempestività nell’intervento è fondamentale e i primi segnali possono essere individuati già nei primissimi anni di vita. Tuttavia, spesso sono i genitori, più che il corpo docente, a notare anomalie nel comportamento dei bambini, che rischiano di essere fraintese come semplice pigrizia o capricci. Da qui l’importanza di un’educazione mirata per i genitori, per riconoscere i sintomi di disturbi come DSA e ADHD e agire di conseguenza.
In risposta a questa crescente esigenza, Vicenza ha dato vita a una campagna informativa e a un convegno online, volti a creare una rete di sostegno intorno ai giovani in difficoltà. Un’iniziativa che vede coinvolti non solo specialisti del settore ma anche l’amministrazione locale, le scuole e le famiglie, tutti uniti dall’obiettivo comune di offrire un supporto concreto e tempestivo.
Questo articolo vuole essere più di una semplice denuncia di un sistema in difficoltà; è un appello alla comunità, un invito a non sottovalutare l’importanza della salute mentale dei nostri bambini. Essere genitore oggi significa anche essere informati, attenti e pronti ad agire per il bene dei nostri figli, affinché possano crescere felici e sani. La speranza è che, insieme, possiamo costruire un futuro in cui l’attesa non sia più un ostacolo alla felicità e al benessere dei più piccoli.
In questo viaggio, la conoscenza diventa il nostro faro e l’empatia la nostra bussola, guidandoci verso un domani in cui ogni bambino possa ricevere l’attenzione e le cure di cui ha bisogno, senza inutili attese o barriere economiche. Perché ogni giorno in più di attesa è un giorno in meno di potenziale aiuto.
Laura San Brunone
Nota di Redazione
Cosa ci martellate a fare su quanto sia determinante per il futuro del potenziale diagnosticato la “sentenza” precoce di un un disturbo della crescita se il servizio sanitario non è in grado di dare risposte celeri nonostante l’attenzione dei genitori? 8 mesi sono qualcosa di veramente grave se si pensa che si tratta di un primo incontro. Poi, si fissa il day hospital e quanti mesi devono passare? E se si tratta dello spettro autistico dove l’intervento precoce è fondamentale per la riabilitazione del bambini, che se preso in tempo, può avere margini di recupero e di essere un adulto indipendente? L’attesa della diagnosi, lo dicono gli esperti, è determinante, ma se ad un genitore questa diagnosi arriva dopo due anni dal primo campanello d’allarme, chi risponde di questo ritardo che farà la differenza dell’adulto che arriverà? Chi li pagherà i danni? Purtroppo c’è ancora troppa ignoranza su questi argomenti, che possono diventare familiari per tutti dall’oggi al domani, ma attendere 8 mesi per un incontro in neuropsichiatria è davvero da terzo mondo.