Non mancano i colpi di scena nella vicenda delle telecamere comunali di Thiene. Il consiglio comunale che a fine mese ne affronterà la questione saprà dare risposte chiare e certe? Nel frattempo ai consiglieri di minoranza arrivano delle lettere. Una a Giulia Scanavin, scritta di pugno e di propria iniziativa dal presidente del Cda del Nevi. L’altra a Benetti, Cunico, Chiarello e Busin, quale risposta formale del sindaco di Thiene ad una loro interrogazione. La prima missiva a Scanavin suona come un ‘richiamo’: ma di fondo mette l’accento sul giallo di quella parte di telecamere che non sarebbero state collegate con la Polizia Locale, seppure il cartello affisso dicesse il contrario. Un caso da lei sollevato, assieme a Mojentale, che ancora non ha risposte. La seconda, invece, è del 5 novembre: una ‘data spartiacque’, perché proprio quel giorno sarebbe stata data la password di accesso alle registrazioni di alcune telecamere alla Polizia Locale. Ancora non è chiaro chi le gestiva prima: chi era quella persona che ne aveva l’accesso e il Garante della privacy ne era a conoscenza?
“Perché cercare di imbavagliarmi?”. Se lo chiede Scanavin in merito alla lettera di Michelusi che le ricorda come, in qualità di consigliera comunale, possa ottenere informazioni dal Comune e dagli enti partecipati . “Ed è quello che ho fatto”, precisa Scanavin che va al punto fumoso della lettera: “mi scrive che non posso rivolgermi ad altri soggetti. Non capisco. O forse l’ha turbato quando ho mandato una e-mail al Vicecomandante in carica chiedendo lumi sul quel pc apparso il 24 ottobre scorso in Comando? Ho ricevuto risposte contraddittorie che non aiutano di sicuro a dormire sonni tranquilli e possono creare nervosismi nelle sale comunali oltre che del NeVi- commenta Giulia Scanavin-Perché richiamare o peggio contrastare un consigliere comunale che è un organo di controllo ed indirizzo amministrativo? Perché imbavagliarmi da una parte e dall’altra sbandierare una trasparenza amministrativa, che di fatto non c’è? Abbiamo titolo e diritto di chiedere qualsiasi dato ed informazione anche a soggetti esterni perché nominati dall’amministrazione, altrimenti non saremmo in democrazia . Forse stiamo lavorando nella direzione giusta, perseguendo trasparenza, verità ed onestà. Grazie pertanto della missiva, signor sindaco, dell’attenzione concessa che mi spinge ancora di più a svolgere il mio compito con rettitudine”, conclude la consigliera che giura di andare fino in fondo, specie dopo la lettera di Michelusi.
Come si ricorderà tutto ebbe inizio nel maggio scorso, quando il Comandante Giovanni Scarpellini invia una lettera al Comune segnalando il nodo inquietante della vicenda: “molte telecamere non erano collegate alla centrale operativa delle forze dell’ordine e non si capiva chi avesse accesso ai filmati”. Un problema di privacy che Michelusi dichiara inesistente in quanto il Garante sarebbe stato a conoscenza della situazione. Ma, nel chiedere il parere che domande ha formulato all’organo che mai sorvolerebbe sull’uso di telecamere cittadine che inquadrano minori, di tutto e di più?
Il Dpo di Pasubio Tecnologia e di NeVi, lo scorso 25 settembre, è stato categorico dichiarando che quelle telecamere non erano in regola, comunicandolo formalmente a Giulia Scanavin. Anomalie, peraltro, da lui già segnalate a suo tempo anche all’amministrazione Casarotto.
Nel frattempo al NeVi qualcosa accade. Il 15 ottobre dal Cda viene fatta una ricognizione ‘soggettiva’ delle telecamere comunali in ordine al trattamento dei dati. Il 24 ottobre al Comando di Polizia Locale arriverebbe un pc al quale verrebbero collegate le ‘ famose telecamere irregolari’. Passaggi che non sfuggono a Scanavin e Mojentale che nel prossimo consiglio comunale vogliono “capire chi avrebbe portato questo pc e chi, prima di mettere online tutte le telecamere alla Polizia Locale, gestiva le stand alone”.
E si arriva al 5 novembre: il ‘password day’. Alla Polizia Locale verrebbero date le credenziali di accesso alle registrazioni delle telecamere di piastra Miotto. Impianto sportivo che fino a prima avrebbe rappresentato una sorta di buco nero per il Comando di via Rasa: lo stesso punto oscuro sul quale aveva chiesto di puntare il faro Scarpellini che, nel frattempo, aveva dato le dimissioni dal NeVi.
Sulla vicenda l’opposizione è compatta nel voler piena luce. Sempre lo stesso giorno, il 5 novembre, il sindaco Michelusi risponde all’interrogazione dei consiglieri comunali Benetti, Cunico, Chiariello e Busin. Finalmente viene ammesso che le telecamere non sarebbero state collegate alla Polizia Locale e la giustificazione del sindaco era perché non c’era la fibra ottica. Però i cartelli inducevano le persone a pensare il contrario.
Intanto lunedì scorso, 18 novembre, in commissione è approdata la mozione a firma Scanavin e Mojentale. Un passaggio scivolato, pare, tra bocche cucite. Insomma, la discussione non sarebbe nemmeno decollata. Sapranno i consiglieri tutti, maggioranza e minoranza, dare di conto ai cittadini in fatto di privacy e di videosorveglianza ? Se in stile thienese tutti sembrano disinteressati alla ‘vicenda telecamere’, in realtà in tanti aspettano la seduta consiliare dove il primo cittadino non potrà fuggire alle domande di chi sta studiando carte, delibere e norme che già smentirebbero l’ultimo video fatto dal sindaco, sul proprio social, dove dichiara quello che le minoranze hanno scoperto non essere.
Paola Viero