Hanno corso per 81km, di notte, per arrivare sino in piazza San Marco a Venezia. Portando con loro i valori della donazione. Anche la Fidas di Thiene nella corsa ‘Io corro, lui Vi.Ve’, un gemellaggio nato quattro anni fa tra le due associazioni di donatori sangue, vicentina e veneziana.
Sono partiti in dieci da piazza dei Signori a Vicenza, con Fidas Thiene anche Monticello Conte Otto, correndo per una notte intera. “Un caldo tremendo, ma è stata un’esperienza bellissima. Indimenticabile- racconta Elisa Martina di Fidas Thiene- Durante il percoso, fatto tra stradine interne, si siamo anche fermati in un piccolo paese. Era in corso la sagra e ci hanno accolti, dandoci modo di lanciare anche lì il nostro messaggio. Donare il sangue è un gesto d’amore verso gli altri, rappresentando spesso una terapia salvavita per il prossimo”.

Una corsa che li ha visti arrivare a Venezia alle 9.30 del giorno dopo. Su dieci, 5 hanno coperto tutto il percorso: Elisa, Lelio, Cinzia, Benedetta e Grazia sono stati accolti dai ‘colleghi’ veneziani. In piazza San Marco, tra la ‘compagine vicentina’ spiccava una donna. ” Benedetta che, a soli 37 ann,i scoprì di avere un cancro al rene- racconta Elisa-Operata a Vicenz, con auto trapianto, ora sta bene. Sono passati sei anni da allora e dalla sua esperienza è riuscita a lanciare l’importante messaggio di non mollare mai. Anche quando sembra che tutto sia negativo, che l’ostacolo non si possa superare, Benedetta è l’esempio per noi. Come ci racconta, ‘il cancro non è quello che è nel corpo: a mettere paura è quello che rimane nella testa’. Con la corsa ha trovato modo di superare tutto questo, per superare e dimenticare il calvario che ha passato. E ora corre assieme a noi, sull’onda del fare bene per gli altri”.

 

“Per me è stata la prima volta – conclude Elisa Martini- Porto a casa con me l’incontro con una ragazza portoghese, conosciuta all’arrivo a Venezia. La sua una vita che ha avuto una seconda chance, proprio grazie alla donazione. Malata di leucemia ce l’ha fatta col trapianto di midollo. Da allora, nel suo paese e con la sua esperienza, ha stimolato tante persone a essere donatori”.

Paola Viero

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