Ottantuno anni di attività, marcati da un giro di chiave che spoglia Thiene di uno dei suoi più storici locali, se non uno degli ultimi.
Chiude l’albergo ‘Sole Vecio’, per sempre, lasciando spiazzati i suoi clienti più affezionati.
E’ Graziella la titolare settantenne che ne da conferma dopo averla raggiunta al telefono: “Non riapriamo più, dopo una vita passata a lavorare, io e mio marito, abbiamo deciso che è giunto il momento di riposarci un po’ – spiega – Ho lavorato lì dentro per oltre 40 anni: un bellissimo periodo della mia vita che è volato via, anche velocemente, conoscendo quasi uno ad uno i thienesi”.
Un’imposta chiusa che infonde un grande dispiacere alla sua clientela più affezionata. Quella che per la maggior parte ora si trova qualche filo grigio tra i capelli. Che tra un vino alla mescita ed un piatto di cucina casalinga, al ‘Sole Vecio’ è cresciuta e ci è sempre tornata, attirata dal clima cordiale che la faceva sentire ‘di casa’.
La chiusura del ‘Sole Vecio’, rappresenta un grande capitolo della vita non solo commerciale di Thiene. L’albergo di via Trieste è stato infatti il via vai di generazioni di thienesi, coi più giovani con una cinquantina di primavere alle spalle, che hanno sempre considerato il piccolo ristorante annesso, come tappa fissa dove riallacciare o mantenere vive le amicizie.
Dal piatto di trippa, o il baccalà, cucinati come le ‘nonne sanno fare’, alla chiacchiera scambiata con un pittore, questa l’atmosfera che ha regnato al Sole Vecio.
Che si scaldava anche grazie alle ugole di alcune penne nere, sovrastando magari il chiacchiericcio degli avventori, o il tintinnare di due calici di vino: questa l’anima che ha pulsato al ‘Sole Vecio’.
Aperto nel 1937 da Maria Gobetti, è poi passato nelle mani del figlio Romolo e della nuora Graziella. Un’attività di famiglia, di quelle tradizionali, che aveva coinvolto anche la nipote Cristina, al fianco dei suoi genitori nell’organizzare le prenotazioni delle camere d’albergo, ancora ferme al passato, ma che davano un alloggio decoroso e pulito per il turista che decideva di visitare Thiene.
Una miscellanea di personalità e di personaggi che hanno convissuto dentro il locale di via Trieste. A capo una famiglia, che di generazione in generazione l’ha portata sino ad oggi: “Ho cominciato a lavorare quando ho finito la terza media, ancora una bambina: prima in una fabbrica di scarpe, poi in quel supermercato che c’era una volta in via Roma, a due passi dal Duomo – Infine sono arrivata al ‘Sole Vecio’, che era gestito da mia suocera, che poi è passato a me e a mio marito. Per me noi ha rappresentato una grossa parte della nostra vita: c’era sempre movimento, con persone che venivano da noi. Ora è arrivato il momento di goderci un po’ di tranquillità “.
Rammarico anche da parte dell’assessore al commercio Alberto Samperi: “Un doppio dispiacere – spiega – Sia personale che come amministratore di Thiene: li conoscevo personalmente, un’amicizia di lunga data, ma capisco che ad un certo punto, quando si è spesa una vita totalmente per il lavoro, è un sacrosanto diritto riposarsi e stare tranquilli. Spiace comunque che un’attività storica come quella del ‘Sole Vecio’ non abbia potuto continuare, magari sotto il nome di un rinnovamento”.
Paola Viero