Sul ‘caso Tintess’ approdato alla Procura berica, con l’esposto collettivo da parte di alcuni cittadini di Thiene, interviene l’assessore Andrea Zorzan che delinea la posizione dell’amministrazione comunale.
Si rivolge anche agli abitanti che, tramite il nostro giornale e a gran voce, denunciarono il loro mal vivere “prigionieri della puzza che ha reso la nostra vita un inferno”.
Riuniti nel ‘comitato proteggiamo la rosa’, sono preoccupati per la salute propria e dei loro figli, dopo episodi anomali quali “tortore stecchite e occhi lacrimanti”, che si sarebbero verificati attorno a via dell’Industria.
E’ dall’inizio del suo primo mandato che non si può dire che lei non si sia interessato al caso Tintess. Può in breve spiegarci l’iter messo in moto dall’amministrazione comunale che, seppure con le mani legate, ha dimostrato impegno nella vicenda che rende la vita ‘difficile’ a dei quartieri della città?
Impossibile riassumere in poche righe anni di intenso lavoro relativo al caso Tintess. Ricordo a tutti che quando si è insediata nel 2012 l’amministrazione “Casarotto”, la ditta era già autorizzata ad esercitare. Ci siamo trovati a gestire una complicata pratica ambientale che vedeva le modifiche all’impianto, passando da trattamento rifiuti a smaltimento, pratica a cui come Comune abbiamo espresso un NO alla Regione Veneto in sede di Commissione Tecnica regionale, motivato dal fatto che non abbiamo condiviso la possibilità di andare in aumento delle quantità e dei codici trattabili presso il sito Tintess. Si sono poi susseguite riunioni continue con i cittadini, l’azienda, i sindacati e gli enti preposti al controllo; continue comunicazioni con l’Ente Regione per seguire e tenere informato quel livello amministrativo e la continua ricerca delle cause. Campagne di monitoraggio sulla qualità dell’aria con Arpav e con laboratori privati… Insomma non ci siamo mai arresi e non abbiamo mai abbassato la guardia.
Dopo la consegna delle 36 buste da parte delle sentinelle, al termine della campagna di monitoraggio, può spiegarci cosa accadrà ora e le tempistiche per arrivare alla conclusione della ‘pratica Tintess’? Si ritiene soddisfatto dell’adesione volontaria dei cittadini alla campagna di monitoraggio?
La campagna di monitoraggio era una bella sfida, voluta fortemente dall’amministrazione comunale e decisa in sede di conferenza regionale. Coordinata dal Comune e supportata da Provincia e Arpav, abbiamo messo in campo una azione partecipata, volendo mettere finalmente al centro le segnalazioni dei cittadini e il loro ruolo attivo, ruolo sempre giustamente rivendicato e che poteva essere messo a sistema.
Se sono soddisfatto del numero dei ritorni? Come sempre sono sincero, mi aspettavo una restituzione più larga. Ricordo l’assemblea di presentazione, dove in molti volevano un percorso di monitoraggio più lungo, tutti si dicevano interessati ad essere protagonisti, poi alla fine 80 schede consegnate, un numero non banale, e 36 di ritorno. Insomma, è forse più semplice lamentarsi che assumersi un ruolo attivo.
Sono comunque fiducioso, che grazie al lavoro di questi 36 concittadini Arpav possa restituirci un dato utile a capire il fenomeno. Ci vorrà del tempo per incrociare i dati e, intanto, ringrazio di cuore, anche a nome dell’intera amministrazione comunale, i concittadini che hanno portato a termine la campagna di monitoraggio.
Gli abitanti dei quartieri Santo Lampertico e Rozzampia rivendicano il loro ruolo e non ci stanno a sentirsi di ‘serie B’, cosa può dire per rassicurarli?
Non ci sono a Thiene cittadini di serie A, B o C. Chi lo afferma o non abita a Thiene, e quindi non può conoscere la realtà della città, o lo fa solo per polemizzare. Su questo anche il sindaco è sempre stato chiaro e gli interventi fatti in questi anni lo dimostrano.
Duranti tutti questi anni di incontri, dibatti accesi, confronti con Arpav e segnalazioni continue alla polizia locale-carabinieri, qual è stato il momento più frustrante per lei, in cui si è sentito impotente come amministratore che vuole risolvere un problema grave per la popolazione?
Non c’è un momento simbolico, ma alcuni aspetti più delicati, complicati questi sì, e li potrei riassumere in due concetti. Il dover conciliare la salute con il lavoro, ricordo che Tintess vede impiegati lavoratori che trovano lì l’occupazione e il sostentamento per le proprie famiglie. Inoltre il rammarico nel percepire una parte minoritaria della città che non si sente garantita dall’istituzione Comune, non mi interessa l’amministratore del momento, ma dall’istituzione, che, a prescindere, è chiamata a fare gli interessi della collettività che rappresenta. Ogni qual volta miniamo alle basi questo concetto, sia nei confronti dell’amministrazione o degli organi di controllo, in realtà facciamo gli interessi di chi deve essere controllato che diventa indirettamente più forte.
Cosa le è stato difficile spiegare durante il suo mandato, a chi deve fare i conti con i cattivi odori, e non solo, emanati dalla Tintess?
Chi purtroppo è chiamato a “sopportare” i cattivi odori è giustamente un soggetto che ha un disagio, più o meno forte rispetto al singolo grado di sopportazione.
La cosa più difficile da far capire ai cittadini sono le procedure da rispettare e i tempi che la normativa impone. Concetti a cui siamo obbligati a rifarci e che, mi rendo conto, per uno esterno a questi meccanismi e alla burocrazia che li alimenta, sono inconcepibili.
Sappiamo che si è incontrato più volte coi responsabili della Tintess. Che atteggiamento ha riscontrato in loro?
I contatti con i titolari non si sono mai interrotti; da solo e con il sindaco abbiamo più volte incontrato la proprietà; a questo proposito devo dire che ho sempre registrato disponibilità e apertura al confronto e non mi è mai stato vietato l’accesso in ditta anche se con visite fatte senza nessun preavviso. Purtroppo questa attività insiste in una zona che vede la presenza di abitazioni e non solo di attività economiche; questo aspetto da sempre rappresenta un problema.
Paola Viero