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Thiene. Autismo, Corrado e l’inclusione al liceo Corradini. Il papà: “Possibile, ma ci vuole professionalità e umanità”

Corrado, ex studente autistico del liceo Corradini, è ormai maggiorenne e vive quasi tutta la sua giornata in un centro diurno, dove ha anche imparato a lavorare e a rendersi utile per la comunità dell’Alto Vicentino. Ha lasciato il liceo dopo il Covid perché i suoi problemi non erano compatibili con la didattica a distanza. Da qui la scelta, supportata dalla Disabilità dell’Ulss 7, che segue Corrado da quando aveva 3 anni, di dargli una vita più adatta alle sue esigenze. I suoi compagni del Corradini non lo hanno però dimenticato e quest’anno, prima di affrontare gli esami, hanno voluto che fosse presente per la foto di classe che rimarrà come ricordo di un percorso iniziato con il compagno “speciale”. Uno studente “bizzarro” e con gravi compromissioni relazionali, che sin dai primi giorni hanno accolto come se il disturbo di Corrado non rappresentasse alcuna barriera. Questi ragazzi, con lui al primo banco, hanno imparato a non distogliersi dalle lezioni di latino anche quando lui si alzava e gironzolava per la classe, quando con le sue ecolalie rappresentava un vero e proprio disturbo. Sin dal primo anno hanno imparato a convivere con una delle disabilità più devastanti della neuropsichiatria e quando Corrado ha lasciato il liceo, loro non lo hanno vissuto come una liberazione, ma come un’assenza, che hanno dimostrato ogni fine di anno scolastico, quando hanno sempre voluto Corrado per festeggiare l’inizio della stagione vacanziera dopo un duro anno di studio. Qualcosa di straordinario, se pensiamo che si tratta di liceali, di adolescenti, di giovani impegnati in uno degli istituti superiori più “pesanti” d’Italia. Di ragazzi alle prese con materie difficilissime e le prime esperienze amorose. Eppure Corrado per loro è rimasto un punto fermo: mentre lui veniva assorbito dalla nuova vita al centro diurno, loro gli scrivevano email, gli mandavano videomessaggi, segnali d’affetto periodici e costanti.

“È stato davvero emozionante quando l’insegnante di sostegno di mio figlio, Cinzia Casacci, mi ha telefonato per dirmi che questi ragazzi, nonostante fossero in procinto di affrontare la maturità, avessero voglia di rivedere Corrado perché nella foto ricordo volevano che ci fosse anche lui – racconta il papà del giovane autistico di Thiene -. Mi sono venute in mente tante difficoltà affrontate in questi anni e le parole spesso pronunciate sulla cosiddetta integrazione scolastica, che non è uguale per tutti i ragazzi diversamente abili. Mio figlio è stato fortunato, è stato seguito nei suoi primi anni dalla dottoressa Grazia Chilò, che andava a scuola, formava personalmente tutto il personale scolastico. Lo ha fatto all’asilo e alle elementari. Poi ha voluto lasciare l’Ulss ed è stata una perdita che ha devastato tutti noi genitori. Non è stato più lo stesso, ma dobbiamo dire grazie anche all’educatrice Mina Zavagnin e alla sua referente Cinzia Barbieri, che hanno saputo continuare il percorso per non farci sentire mai smarriti nonostante in alcuni periodi ci sia mancato il terreno sotto i piedi. Questi ragazzi hanno bisogno della continuità delle figure professionali e noi saremo sempre riconoscenti a chi ha fatto sì che tutte le tappe scolastiche di Corrado fossero supportate da supervisioni esperte, da interscambi tra scuola, liceo, disabilità e famiglia. Qualcosa di estremamente difficile se oltre all’esperienza non c’è quella base umana imprescindibile. Corrado ha avuto compagni educati e mi piacerebbe stringere la mano a ogni madre e padre di questi studenti che non hanno mai fatto sentire mio figlio in un posto sbagliato, nonostante un soggetto autistico possa rappresentare in una classe un elemento di disturbo molto condizionante. Ci vuole davvero tanta predisposizione umana. Abbiamo per questo voluto scrivere una lettera a questi ragazzi per aver accettato Corrado con i suoi momenti non facili e abbiamo regalato loro dei braccialetti artigianali confezionati dai ragazzi del centro diurno. L’incontro dell’altro giorno al liceo Corradini è stato intenso ed emozionante. Non c’era solo la professoressa Casacci, che auguro ad ogni famiglia di incontrare, ma anche tutte le altre docenti. Ringrazio il liceo Corradini, che ha dato dimostrazione di essere veramente inclusivo e non solo per l’esperienza di Corrado. In questi anni, lo hanno frequentato molti altri ragazzi autistici e so che altri genitori potrebbero confermare la nostra gratitudine. Ringrazio la preside Marina Maino per quello che ha costruito in questi anni per la disabilità e per tanti ragazzi che a scuola sono stati cresciuti ed educati, non “parcheggiati”.

Ecco il testo della lettera, che se Corrado avesse avuto le abilità di comporre, avrebbe scritto. Lo ha fatto il papà per lui:

Amiche e Amici carissimi,

si avvicina per Voi il giorno della tanta agognata maturità, che, dopo cinque anni di duro sacrificio, Vi vedrà spiccare il volo verso nuovi percorsi universitari o di inserimento nel mondo del lavoro, dove, ne sono certo, metterete a frutto le Vostre indiscusse qualità per diventare assoluti protagonisti nella società.

Ne avete le capacità e lo avete dimostrato in questo lungo viaggio liceale, agi inizi del il quale Vi ho accompagnato con le mie bizzarrie che, oltre a disturbare la Vostra concentrazione, spero tanto abbiano allietato le Vostre faticose giornate di studio. Non è colpa mia, spesso era il mio modo di esprimere i miei momenti di stanchezza, ma anche i tanti momenti di serenità.

Mi è dispiaciuto tanto lasciarVi a metà del percorso, ma la prospettiva di dare una continuità al mio impegno quotidiano, oltre la scuola superiore, ha indotto i miei genitori, con grande dispiacere, lo stesso, ne sono convinto, che hanno provato la Preside, i nostri bravi insegnanti e la mia cara Cinzia Casacci, a prendere la decisione di farmi ritirare da scuola per iscrivermi a Casa Enrico.

Lì sono stato accolto con tanto affetto, lo stesso che mi avete regalato in ogni giorno che abbiamo trascorso insieme e che io provo ancora oggi per Voi, Ve lo garantisco, anche se non riesco a dimostrarVelo.

Nell’augurarVi le migliori fortune nelle nuove sfide che Vi aspettano, desidero ringraziarVi con tutto il mio cuore, per avermi accolto e fatto sentire, in ogni momento, uno di Voi.

Perché, davvero, mi sento uno di Voi e farò sempre il tifo per Voi! Siete stati un modello di inclusione.

Un forte ed affettuoso abbraccio. Ad maiora!

Vostro Corrado