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Thiene. A 56 anni disoccupato e vive in camper. ‘Ho perso tutto, aiutatemi’

“Ho perso tutto”. Eccetto quel camper che, a pochi passi dal centro di Thiene, da due anni gli fa da casa.

Inizia così il drammatico racconto di Cristiano, 56enne siciliano, trapiantato al nord sul finire degli anni ottanta: “per dare un futuro alla mia famiglia: moglie e figli”.
Un futuro che si è sgretolato sotto i colpi della crisi, piegato ancora di più da vicissitudini familiari che, ad oggi, ne hanno reso un uomo solo, senza un lavoro, a vivere dentro un camper in un’area del comune a pochi passi dal salotto di  Thiene.

Unica sua compagnia un gatto randagio, a spezzare quel silenzio che lo isola, troppo,  dal chiacchiericcio cittadino consumato all’ombra del campanile. Gli manca l’essere parte di una comunità, gli manca la sua dignità.
Gli mancano i  contatti col mondo che Cristiano cerca disperatamente, bussando alle porte di ogni azienda per trovare un’occupazione: “Ma nulla – gli si bloccano in gola le parole, mentre volge lo sguardo al di là della finestrella del suo camper, dove mi ha accolta, per non farmi vedere gli occhi umidi – Ho fatto il giro delle agenzie interinali, provato a ricontattare le vecchie ditte per le quali nel passato ho lavorato, ma chi lo prende uno alla soglia dei sessantanni?”.

Ogni mattina Cristiano si sveglia e, nell’angusto spazio del suo camper, si prepara per fare il giro delle varie agenzie in cerca di un posto di lavoro “qualsiasi, basta che torni a vivere”, tornandosene mestamente ‘a casa’ con un pugno di mosche in mano.
Sono passati anni dal ‘posto sicuro’, quello che gli permise nella sua peregrinazione al nord, dal Piemonte sino in Veneto, nel comperarsi la tanto sognata casa, facendo come facevano tutti: mutuo con la banca, a fronte di quel cedolino di stipendio che era la sua garanzia. Poi la crisi, il lavoro scema, lo perde, salta due rate e la banca non transige, avviando il pignoramento dell’abitazione, poi finita all’asta.


“Sono un operaio, ma so fare tante cose”
Pur lavorando qualche ora come cameriere, nei fine settimana e sempre quando ce n’è bisogno, per prendere pochi euro che di certo non gli danno da vivere, Cristiano nel suo percorso lavorativo ha sempre fatto l’operaio: “Sono stato verniciatore alla ‘Laverda’ di Breganze ed addetto alla sabbiatura e spedizioni alla ‘Siderforge’ di Cogollo del Cengio ed ho lavorato anche alla fonderia Corrà di Thiene”. Poi, qualche lavoretto a contratto determinato: “Il più lungo di sei mesi, perché funziona così ormai”.
In questi due ultimi anni, accampato a Thiene, vive con la spesa che la Caritas gli recapita e, il 28 febbraio prossimo, avrà dato fondo agli ammortizzatori sociali che la legge prevede: “Qualche centinaio di euro, tramite l’asdi, che a febbraio termineranno – spiega con la voce che gli trema – E poi non ho idea di cosa sarà di me”.

Un fiume in piena Cristiano, nel raccontare il suo dramma, con disperazione e pudore che giocano a rimpiattino, ma che non lo distoglie dal provare gratitudine per Erika Fontana, assistente sociale che, assieme a Massimo Sterchele responsabile, si interessò al suo caso. Poi? “Poco prima di Natale ho visto l’assessore Zorzan  – spiega – Mi ha garantito che, almeno, mi darà modo di parcheggiare il camper qualche metro più in là, dove è più soleggiato”.

Chiede aiuto
Resta il fatto, comunque, che oggi Cristiano a 56 anni, trancia il pudore e chiede aiuto: “Mi serve un lavoro”. Dopo una vita spesa tra sudore in fronte, e calli alle mani.
Lasciando la sua terra natia ,quando nemmeno era trentenne, in cerca di un futuro al nord e piantandoci radici che la crisi ha divelto.
‘Cacciandolo’ in un camper nel cuore di Thiene.

Chi fosse interessato al caso di Cristiano, nel tendergli una mano, nel dargli un lavoro, scriva al nostro giornale: redazione@thieneonline.it

Paola Viero