Svolta nell’uso dei test rapidi di ultima generazione che di fatto “valgono come i molecolari” ed entrano nel conteggio dei casi di positività.
La conferma arriva da una circolare del Ministero della Salute in cui si riconosce la validità dei tamponi antigenici al punto di arrivare ad utilizzarli in sostituzione dei test classici, cioè quelli molecolari.
Un bel risparmio di tempo, ma soprattutto una grande soddisfazione per i vertici sanitari della Regione Veneto, da tempo sotto accusa per aver dato troppo spazio ai test rapidi a scapito di quelli molecolari.
Soddisfatto Roberto Rigoli, coordinatore delle Microbiologie della Regione del Veneto, che ha commentato: “Il Veneto non si è mai fermato ed ha sempre ritenuto fondamentale la sperimentazione di tutti i test. Abbiamo sempre ritenuto di dover percorrere tutte le vie ritenute possibili per arginare la pandemia; siamo stati la prima regione che ha affrontato il tema e l’utilizzo dei test antigenici di ultima generazione. Oggi la circolare del Ministero della Salute ci conferma che abbiamo preso la strada giusta”.
Il testo del documento redatto dalla Direzione generale della Prevenzione sanitaria del Ministero, riportante gli aggiornamenti sul
Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha firmato la circolare che riconosce la validità dei tamponi rapidi di ultima generazione nella definizione di caso Covid-19, in linea con le indicazioni europee.
“È un riconoscimento importante – ha proseguito Rigoli – perché sottolinea che i test diagnostici di terza generazione danno risultati assimilabili a quelli della biologia molecolare. Questo significa che si chiarisce l’impiego delle diverse tipologie di antigenici. L’efficacia dei test di generazione precedente è confermata e continuano ad essere di validità inalterata nelle operazioni di screening della popolazione. Ma si riconosce che quelli di ultima produzione, caratterizzati da tecnologia a fluorescenza, hanno una sensibilità di livello molto elevato che può ridurre il ricorso ai test molecolari nella ricerca di conferma in caso di positività. Penso sia un momento che conferma come in Veneto si sia affrontata la pandemia senza aspettare da altri risultati – ha concluso Rigoli – Il documento, tenendo conto anche delle indicazioni pubblicate dall’Associazione Microbiologi Clinici Italiani, ha certificato una sperimentazione partita dalla nostra regione e che si è allargata ad al tri importanti centri sanitari d’Italia come il Niguarda di Milano o il Careggi di Firenze. Siamo solo a una tappa perché stiamo sperimentando nuovi metodi diagnostici ancor più sensibili e specifici, puntando a una qualità elevata anche a vantaggio di una riduzione dei tempi di attesa e dei costi”.
di Redazione Altovicentinonline