Col 59% di adesione, nell’Ulss 7 il maggiore numero di medici di base che hanno incrociato le braccia, nell’agitazione di ieri per la mancata attuazione del piano sociosanitario regionale. In pratica hanno chiuso l’ambulatorio 140 medici su 238.
La Regione
Un dato che l’assessore alla sanità regionale Coletto ha commentato: ” Ho il pieno rispetto per i professionisti che hanno ritenuto di scioperare – aggiunge Coletto – ma nel contempo ringrazio coloro che, invece, hanno ritenuto di privilegiare il servizio ai loro assistiti”.
“Con il solo scopo di contribuire alla chiarezza e limitare quanto possibile i balletti di cifre, che stamattina variano da un ‘due su tre’, a un ‘tre su quattro’, a un ‘80%’, a un ‘90%’ e chi più ne ha più ne metta, comunico che gli uffici tecnici dell’Area Sanità e Sociale della Regione hanno monitorato l’andamento dello sciopero dei medici di medicina generale del Veneto e che i professionisti che si sono astenuti completamente da prescrizioni e prestazioni sono stati 1.644 su un totale di 3.150, pari al 52%” – traccia così un quadro l’assessore Coletto sulla prima giornata di sciopero dei medici di famiglia”.
“A tutti ribadisco che il tavolo di confronto in Regione è sempre aperto, senza alcuna preclusione, ad eccezione dei diktat, che sono un oggettivo limite alla buona riuscita della trattativa. Nell’ultimo incontro abbiamo consegnato ai rappresentanti sindacali un nostro documento che considero una buona base. Sono pronto a riconvocare il tavolo quando la controparte produrrà un suo documento, rendendo così possibile confrontarsi con realismo e pragmatismo sugli aspetti tecnici e le rispettive valutazioni riguardanti i singoli temi sul tappeto”.
Dal monitoraggio sull’astensione dal lavoro dei medici effettuato dalla Regione, emerge che l’adesione maggiore si è registrata nell’Ulss 7 Pedemontana (140 medici su 238, pari al 59%); quella più bassa si è verificata nell’Ulss 8 Berica (121 astensioni su 321 medici, pari al 38%).
Pensionati e anziani: “Trovate accordo, noi le vittime”
L’associazione di rappresentanza di 25 mila anziani e pensionati di Confartigianato del Veneto, dà voce” a coloro che rischiano di essere le vere vittime di una contrapposizione tra Medici di Medicina Generale e la Regione del Veneto: “Non vogliamo e non possiamo entrare nel merito delle ragioni che guidano questo duello politico-sindacale – afferma Severino Pellizzari presidente dell’ANAP di Vicenza – ma in forza anche di quella saggezza che ancor oggi la persona anziana sa cogliere, vogliamo dare alla nostra grave preoccupazione qualche contenuto su cui riflettere e magari ammorbidire le posizioni”.
La Regione ha affermato che quello che sta avvenendo “fa parte del gioco e della dialettica democratica” aggiungendo che “l’obiettivo comune è l’interesse della gente ad essere assistita al meglio”. Dall’altra parte, le Organizzazioni sindacali dei medici affermano che l’agitazione è mirata a dare migliori servizi alle persone, soprattutto se non autosufficienti, dichiarando che “vogliono tornare a fare i medici”, cioè non i burocrati.
“Ma allora -chiede Pellizzari- se davvero per entrambe le parti al centro e nel cuore sta la gente, cosa è che li divide? Ci viene spontaneo un sospetto: i soldi, o detta in dialetto, “i schei”. Ci sembra che da una parte si chiedono e dall’altra si dice che non ci sono; ovvero, una parte rivendica le promesse fatte l’altra, risponde che ha sbagliato i calcoli. È così? Se sì, non disturbiamo la democrazia, la gente che è in grave difficoltà psico-fisica, e come in una normale trattativa si trovi un punto o più punti di equilibrio (ognuno cede qualcosa in ragione del bene superiore, diceva qualche buon pensatore). É davvero difficile per noi accettare che degli ambulatori vengano chiusi per sciopero, ma fa anche specie rilevare che una agitazione proclamata i 4 luglio, non abbia trovato in tutti questi mesi uno sbocco positivo: o si è chiesta la luna, e questo andrebbe detto e bloccato subito, o si sono sottovalutati gli obblighi, gli impegni presi”.
“Sappiamo -conclude il presidente – che le questioni in campo sono tre: le Medicine di Gruppo (è strano che si affermi che su 87 domande la Regione – dice – ne ha accolte 70 e le OO.SS. – dicono – 55… come se la matematica fosse una opinione), gli ospedali di Comunità per i quali era prevista l’attivazione di 1.263 posti letto in tutto il Veneto e il fascicolo sanitario elettronico. Noi non possiamo che auspicare che si raggiunga una intesa, magari posta in un calendario sotto controllo e ricordare che lo sciopero non può che colpire “chi non c’entra niente!”. Con l’aggravante che in questo specifico caso si tratta di persone particolarmente fragili e già di per sé in grave difficoltà”.
di Redazione AltovicentinOnline