Accolta come un passo avanti per cambiare la realtà ai viaggiatori con disabilità, la ‘sala blu’ arranca sui binari ferroviari, Lasciando su di una banchina chi, con la propria carrozzina, vorrebbe potersi spostare in carrozza, prenotando anche in anticipo il servizio. Come è accaduto nella tratta Schio-Thiene, con una donna che si vede garantito il viaggio di andata, ma non quello di ritorno.
“Non sto pretendendo di andare sulla Luna”, è la denuncia che Maura Fontana lancia dal proprio profilo facebook, con uno status che racconta l’odissea vissuta. Una traversia fatta di prenotazioni online con lei, con due giorni di anticipo, rispetto al viaggio che doveva fare da Schio a Thiene, e ritorno, non ottenendo la conferma di poterci risalire sul treno che la devono riportare a casa.
Come funziona la ‘sala blu’
Il servizio necessita di prenotazione con 24 ore di anticipo, telefonando al numero verde 800.90.60.60 della ‘sala blu’ di Verona, competente per la stazione dei treni di Thiene. L’utente prenoterà il servizio, senza costo aggiuntivo al prezzo del biglietto di viaggio, trovandosi un operatore di Rfi il giorno e l’ora stabilita sul binario che lo aiuterà a salire in carrozza, tramite un elevatore apposito. Questa la promessa quando, era lo scorso luglio, il servizio venne attivato anche per la stazione dei treni di Thiene.
l’odissea
Coi due giorni di anticipo richiesti, Maura Fontana lunedì scorso accede al portale di ‘sala blu’ per prenotare un viaggio di andata e ritorno. Giorno del viaggio il mercoledì successivo, ma per il terminale lei potrà sì recarsi a Thiene, ma non fare ritorno. Sullo schermo del suo cellulare lampeggia la scritta: “Errore, tempo di preavviso non sufficiente”. Eppure lei aveva prenotata ben oltre i due giorni minimi richiesti, ma per farsi quella decina di km, dovrà trovare altra soluzione, per essere a Thiene dove tra l’altro deve presenziare un corso professionale obbligatorio.
“La SalaBlù della linea locale Vicenza-Thiene-Schio dipende dal Servizio di Verona – scrive Maura Fontana sul proprio status – Sì, avete letto bene: Verona, ovvero partono da li per farci salire a Schio, che spesso si è macchiato di negligenza.Il servizio di tutte le SaleBlù italiane è dato in appalto (al ribasso) a Cooperative esterne che ovviamente per proprio tornaconto economico, come tutte le Coop, hanno pochi addetti, sottopagati, numericamente insufficienti e spesso occupati in altre tratte. Cari signori, vorrei ricordare che anche negare o negligere un servizio è un atto grave e discriminatorio. Siamo nell’anno 2019 d.c., dopo cristo, non a.c. avanti cristo! Perché prendere il treno, per una persona disabile in carrozzina, dev’essere un’odissea? E’ mai possibile che una persona disabile debba sempre avvalersi del montacarichi da carro-bestiame (come chiamo io il carrello elevatore in dotazione) per salire in treno, previa prenotazione senza certezze?”.
‘altro che diritti dei disabili’
“A quando un po’ di civiltà con treni, binari e stazioni ferroviarie veramente e seriamente accessibili? Io voglio prendere il treno in autonomia. Basterebbe che piano treno e marciapiede del binario fossero allo stesso livello e che la pedana estraibile funzionasse: potremmo salirci da soli. Noi invece dobbiamo “chiedere il permesso” per muoverci: questa negligente e distratta società ci fa sentire fortemente disabili quando siamo solo diversamente abili. È umiliante. E poi si parla di tutela dei diritti? Dove mettiamo il diritto alla libera circolazione sancito dalla Costituzione?
Siamo tornati al tempo del Far-West – chiude Fontana il suo post-denuncia con un pizzico di ironia – Concedetemi una battuta: chi mi presta una mongolfiera? La mettiamo in conto ad Rfi-Trenitalia”.
P.V.