E’ un esempio vivente di forza di volontà e determinazione. Ogni giorno, Luca Lapo, noto come Dj Luchetta, combatte per dimostrare che la vita va vissuta in ogni sua forma, anche con disabilità. La sua energia e la sua passione sono contagiose, e cerca costantemente di trasmettere questo messaggio anche ai giovani di oggi, incoraggiandoli a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà.
Luca Lapo, 45 anni, di Schio, è conosciuto come il dj più piccolo al mondo. Affetto da osteogenesi imperfetta, una condizione genetica che causa fragilità ossea, Lapo ha trasformato la sua disabilità in una forza, diventando un simbolo di resilienza e creatività. In riconoscimento del suo impegno sociale e delle sue battaglie a favore dei diritti dei disabili, Lapo è stato chiamato a ritirare il premio nazionale “Il Giullare” il 28 luglio in occasione dell’omonimo festival giunto alla sua sedicesima edizione e tenutosi a Trani. Questo evento, patrocinato dalla Regione Puglia e dal Comune di Trani, celebra l’inclusione e la diversità ed è organizzato dall’Associazione Promozione Sociale e Solidarietà, con il sostegno della Rai per la Sostenibilità Esg e del Ministero della Cultura. Questo prestigioso evento ha spesso ricevuto anche il riconoscimento del Presidente della Repubblica, sottolineando la sua rilevanza a livello nazionale.
Prima del festival, Lapo è stato intervistato per il programma “O Anche No”, che andrà in onda su Rai2 a settembre. Durante l’intervista, ha parlato del suo impegno sociale e delle sue esperienze personali, offrendo uno spaccato delle sue battaglie quotidiane per l’abbattimento delle barriere architettoniche e mentali.
Lapo è stato invitato al festival non solo per il suo impegno sociale recente, ma anche per un’impresa significativa compiuta nel maggio del 2009 a Schio. In quell’occasione, Lapo tentò di stabilire un record per l’abbattimento delle barriere architettoniche, un evento patrocinato dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione Veneto. L’obiettivo dell’evento era non solo di abbattere le barriere fisiche, ma anche di sensibilizzare la comunità sull’importanza dell’inclusività.
Durante il festival, Dj Luchetta ha avuto l’opportunità di esibirsi, emozionando e facendo ballare i presenti con la sua musica. Nonostante l’iniziale titubanza del pubblico, una volta iniziato a suonare, l’energia è esplosa, coinvolgendo tutti in una serata indimenticabile, eliminando completamente il fattore disabilità. Questa esperienza ha riacceso in Lapo la passione per la musica, una passione che aveva messo da parte negli ultimi anni.
“Subito non volevo andare a questa manifestazione, mi sembrava il solito cliché, poi con il termine ‘Giullare’ mi veniva in mente il pagliaccio di turno, ma quando ho visto cosa fanno e come lo fanno, ho recepito il messaggio in modo diverso,” ha spiegato Lapo. “Ero pronto a mollare con la musica, ma da quest’ultima esperienza mi è tornata la voglia di suonare.”
Il festival “Il Giullare” non è solo un palcoscenico per esibizioni artistiche, ma un vero e proprio tributo alla resilienza e alla creatività delle persone con disabilità. Tra gli ospiti, erano presenti anche i “Ladri di Carrozzelle” e Alessandra Romano, vincitrice di Italia’s Got Talent, una violinista sorda, dimostrando che la disabilità può presentarsi in molte forme diverse e che tutti hanno qualcosa di unico da offrire.
Il riconoscimento di “Il Giullare” non è stato solo un tributo alla carriera di Lapo, ma anche un simbolo di ciò che si può raggiungere superando le barriere mentali e fisiche. Il suo impegno nel promuovere una società più inclusiva continua con iniziative future, tra cui convegni nelle scuole per educare i giovani a vedere la disabilità non come un limite, ma come una risorsa.
Tra le nuove iniziative in programma, Lapo riprenderà a tenere convegni sulla disabilità nelle scuole e nei vari comuni. Il suo obiettivo è far comprendere che la disabilità non deve essere vista come un sostentamento economico, ma come una valorizzazione delle persone sia nel lavoro che nella vita scolastica. Inoltre, Lapo si impegna a sensibilizzare le famiglie affinché non temano la disabilità dei loro figli, ma vedano queste persone come una risorsa per la società.
Un’altra importante iniziativa è il progetto “Dopo di noi”, che mira a rispondere alle preoccupazioni delle famiglie sul futuro dei figli disabili quando i genitori non ci saranno più. Lapo continuerà anche a parlare di bullismo e musica, utilizzando il linguaggio dei giovani per farli riflettere sulla loro autostima e capacità di reazione. “Parlo con i giovani il loro linguaggio, lo faccio anche tramite dei video musicali. Ci sono ragazzi che si sentono a disagio per l’occhio più storto o perché più basso o più grosso, io vado da loro per spronarli a vedere che se reagisco io possono farlo anche loro tranquillamente. Odio chi si abbatte per le stupidaggini ma anche la disabilità vista come ‘il poverino da compatire’ o in cerca di soldi. Sono convinto che in ogni circostanza, anche nel proprio piccolo, bisogna darsi da fare, reagire e trovare la propria dimensione, in modo da diventare una risorsa per la società e per se stessi.” ha dichiarato.
Parlando del suo passato televisivo, Lapo ha ricordato le sue esperienze in programmi come “La vita in diretta” nel 2003-2004 e “Ciao Darwin” in diverse edizioni. Ha anche partecipato a spettacoli teatrali a Roma. Ha osservato come la rappresentazione della disabilità in televisione sia cambiata nel tempo: “Una volta le para olimpiadi le trasmettevano in canali che non vedeva nessuno, adesso le stanno mettendo allo stesso livello delle Olimpiadi. Una volta, quando si arrivava in tv, facevano trovare il disabile già seduto sulla sedia, prima di riprenderlo con la telecamera aspettavano che fosse seduto su una sedia e non in carrozzina, toglievano anche le stampelle perché era brutto da vedere. Ora si vede che arriva e sta sulla carrozzina o con la stampella, in alcuni spot si vedono bambini con Sindrome di Down ad esempio che provano i cosmetici, questo a mio avviso è indice che l’opinione pubblica ha una sensibilizzazione più vicina e la gente vede la diversità in modo più normale. Negli anni ’40-’50 il disabile era segregato in camera, negli anni ’90 era ancora nascosto. Adesso mettono di tutto, sta cambiando tutto”. “Invece di progredire di generazioni facciamo una regressione, la famiglia ha la responsabilità totale di spronare i figli senza stare loro troppo dietro,” ha concluso Lapo.
Con questa premiazione e il ritrovato amore per la musica, Luca Lapo insieme a Dj Luchetta, è pronto a continuare la sua missione di abbattere le barriere, non solo architettoniche, ma anche culturali, mostrando al mondo che la disabilità non definisce una persona, ma le sue capacità e i suoi talenti lo fanno.
Laura San Brunone
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