“Premesso che lo spaccio di stupefacenti è avvenuto alle 15.30 di domenica 18 febbraio a Schio, nel Parco Valletta, da parte di una persona di 20 anni: pensa veramente che qualcuno possa credere che Lei abbia saputo ‘la notizia della quale ha più volte dichiarato: essere certo’ in ambiente scolastico? Oppure che l’abbia letta sulla stampa? O forse alla base dell’acquisizione delle sue informazioni, ci sono reati ben più gravi dello spaccio di stupefacenti?”
Rompe il silenzio il comandante della Polizia Locale Alto Vicentino, finito in un tritacarne mediatico, in questi giorni in cui, tra chi l’ha sparata più grossa e chi non perde mai occasione per stare zitto, specie se non conosce i fatti ora vuole arrivare per primo alla verità e si rivolge a Carlo Cunegato.
“Mi fa veramente paura dover pensare che ci potrebbero essere persone in grado di influenzare fino a questo punto la politica di Schio – continua Giovanni Scarpellini – In occasione del prossimo Consiglio Comunale, non sarebbe meglio che lei comunicasse nome e cognome della persona che le ha fornito l’informazione? Lo deve alla città di Schio. A scanso di equivoci: ho un accordo con il Consorzio di Polizia Locale ‘Alto Vicentino’ fino al 31 dicembre 2019 ed intendo onorarlo fino all’ultimo giorno”.
Non è una vicenda politica
Chi ha messo in moto la polemica sul caso di droga della Valletta voleva approfittare della ‘rivalità politica’ tra il sindaco Valter Orsi e Carlo Cunegato per colpire il comandante Giovanni Scarpellini. Non si è reso conto di aver sganciato una bomba che presto potrebbe esplodergli in faccia. Più passano i giorni dall’accusa, gravissima, del consigliere di minoranza di Tessiamo Schio al comandante della Polizia Locale di aver ‘costruito una notizia falsa’, più la vicenda assume del grottesco per i toni di una storia che nulla ha a che fare con la politica. Perché se Cunegato voleva colpire Orsi, non c’è riuscito per niente in quanto il sindaco di Schio conferisce esclusivamente un mandato e nulla ha e può avere a che fare con indagini, di cui un ufficiale delle Forze dell’Ordine deve dare conto esclusivamente alla magistratura, sulla quale un primo cittadino non ha alcun potere. E ai soliti webeti che vanno in giro sui social e parlano di giurisprudenza con la terza media, faremo un esempio molto elementare affinché capiscano. Se il comune di Schio conferisce un mandato per la costruzione di un’opera pubblica ed un operaio cementifica male una trave, sarà premura dell’ingegnere del cantiere vigilare. Cosa ne può capire un sindaco di una indagine antidroga? La verità è che chi ha manipolato Carlo Cunegato non si è reso conto di quello che ha messo in moto attaccandosi ad una sciocchezza, che è stata mal gestita dal consigliere di minoranza che ha scatenato l’inferno per niente. E che ora rischia anche grosso.
La differenza tra omissione di dettagli per la privacy e l’accusa di aver costruito una notizia falsa
Il dovere di fare il nome di chi non ama Scarpellini
Lui che è un consigliere comunale, anziché sparare sul mucchio, perché non si è preso la briga di andare negli uffici della Polizia Locale e chiedere i dettagli della denuncia della 15enne con problemi di stupefacenti? Cunegato non poteva andarci da Scarpellini, perché avrebbe tradito la fonte che non vuole che il comandante della Polizia Locale continui a fare quello che in questi anni ha fatto. Denunciare, investigare, arrestare!
Carlo Cunegato, fallo quel nome, chiarisci tutto quello che gli scledensi devono sapere. Non prenderli in giro buttandola in politica.
Tu sai cosa c’è dietro tutta questa vicenda. Sai chi ti ha rivelato certi dettagli che nulla hanno a che fare con Orsi e la politica di Schio. Fai quel nome in virtù di quei valori che ti hanno sempre contraddistinto, per quel valore-verità, che deve avere la precedenza su tutto e in nome del quale ti sei fatto manipolare da chi ora stai proteggendo.
Natalia Bandiera