Ci sarebbero favoritismi dietro la decisione dell’amministrazione di Schio di procedere, grazie ad una delibera firmata la settimana scorsa, alla riassunzione di alcuni ex dipendenti comunali che, nel 2000, furono trasferiti alla Pasubio Group. Bufera perché la decisione garantirebbe un ‘aiutino’ a scavalcare le liste d’attesa di quanti, negli anni, hanno partecipato a bandi regolari e toglierebbe forza lavoro alla società acquirente, che si troverebbe a dover formare ex-novo personale qualificato.
A lanciare l’allarme che la mossa sia stata studiata a tavolino per accontentare qualcuno, non sono solo i consiglieri di minoranza Giovanni Battistella (Pd) e Carlo Cunegato (TesSiamo Schio), ma anche alcune rappresentanze sindacali, che hanno contestato, per vari motivi, la decisione del comune di firmare la ‘riammissione nella dotazione organica comunale di dipendenti già trasferiti a società partecipata dal comune di Schio’.
“Quando nacque Pasubio Group alcuni dipendenti comunali vi furono trasferiti con il posto di lavoro garantito da una clausola di salvaguardia sociale che, in caso di cambiamenti drastici nel contesto lavorativo, avrebbe permesso ai dipendenti di rientrare in comune – ha spiegato Giovanni Battistella, capogruppo del Pd in consiglio – Ma quando è stato fatto il bando per la vendita di Pasubio, anche qui veniva imposto all’acquirente di garantire i posti di lavoro ai dipendenti nella nuova società. Non si capisce quindi, il motivo per cui il comune ha deciso di firmare una delibera che, oggettivamente, non ha senso”.
Il perché di questa delibera in effetti, non se lo chiedono solo i consiglieri di minoranza e le Rsu (rappresentanze sindacali unite), ma anche alcune amministrazioni locali, che sono rimaste di stucco davanti alla decisione dell’amministrazione comunale di Schio, unica ad aver fatto questa scelta. Nessuno ha voluto commentare
“Al momento c’è solo una richiesta di reintegro a Schio – ha spiegato Battistella – ma oggettivamente sono tante le domande che nascono spontanee da questa delibera, che sembra più un modo per privilegiare una richiesta specifica che per mettere in atto un ‘modus operandi’ proficuo per il comune”.
Per vederci più chiaro, Battistella e Cunegato hanno inviato una interrogazione a risposta scritta al sindaco Valter Orsi e al presidente del Consiglio Sergio Secondin, ponendo una serie di domande.
“La delibera per il reintegro del personale è astratta, indeterminata e generica – hanno sottolineato Battistella e Cunegato – Anche le Rsu hanno espresso la loro preoccupazione per la gestione dei posti di lavoro dei dipendenti e la scarsa trasparenza della delibera che non sembra garantire pari opportunità a tutti i dipendenti. Abbiamo pertanto deciso di chiedere al sindaco e alla giunta perché si è deciso di firmare una garanzia per dipendenti che avevano già garanzie e perché non è stato prima valutato se queste figure sono utili per il comune. Vogliamo poi sapere chi e quante sono le persone interessate dalla delibera in questione e come si conciliano con la pianta organica del comune di Schio – hanno continuato i consiglieri, che hanno poi puntato anche su altri argomenti – Ascopiave, acquirente di Pasubio, è al corrente di questi possibili spostamenti del personale? Perché le Rsu non sono state coinvolte nella delibera? E soprattutto – hanno concluso Battistella e Cunegato – Visto che ci risulta che solo il comune di Schio ha scelto di reintegrare gli ex dipendenti, chiediamo di conoscere come si stanno muovendo gli altri comuni del territorio coinvolti nella cessione delle quote di Pasubio Group”.