Coroncina dorata fra i capelli e voluminoso abito principesco. Per Delia Guglielmi il sogno di una vita da fiaba si è finalmente avverato e guardandola sembra di trovarsi di fronte ad una delle principesse che grandi e piccoli da sempre ammirano nei cartoni Disney.
E’ la magia del cosplay, fenomeno che si sta facendo strada in Italia e soprattutto nel Veneto, grazie al quale i giovani amanti di cartoni animati e travestimenti possono calarsi nei panni del loro personaggio preferito, dalla più simpatica fatina del bosco alla più temibile strega.
La trentenne scledense, che si definisce “cresciuta dalla Sirenetta ad Atlantis”, non ha saputo resistere al fascino del fiabesco nemmeno nel giorno più bello della sua vita, quando ha catturato la scena procedendo verso il suo principe azzurro in un vestito bianco dall’ampia gonna, attenta a non piegare la testa per non far cadere la coroncina di diamanti.
‘Mio marito purtroppo non condivide la mia passione – si rammarica Delia – ma non posso biasimarlo: ogni volta che mi chiamano come cosplay a un evento faccio 3 passi e 10 foto, sicché per fare 10 metri ci metto 20 minuti. D’altra parte – continua – impiego anche due mesi per creare il cosplay perfetto, quindi le foto sono d’obbligo’.
Delia infatti è una di quei cosplayer poveri di risorse ma ricchi di iniziativa. Sin dall’inizio cuciva le stoffe per i suoi cosplay con il solo aiuto della madre e si truccava seguendo l’esempio dei tutorial su Youtube. Lei stessa ammette che la sua abilità nel cucito sia nata da una necessità ‘Quando mi hanno detto il prezzo del noleggio di un vestito per il Carnevale di Venezia ho guardato mia madre sconsolata e ho pensato che se è vero che la pratica rende perfetti dovevo mettermi subito all’opera’.
Nonostante coltivi questa passione da ben otto anni e abbia già collezionato una decina di travestimenti, per Delia il cosplay rimane pur sempre un hobby e quando arriva a casa non vede l’ora di struccarsi, togliersi l’abito e infilarsi il suo pigiamino, meno principesco, ma sicuramente più comodo.
Eleonora Sartore