Sarà Schio ad ospitare mercoledì 8 marzo la “Marcia delle Donne”. Il corteo di nero e fucsia vestito, costola dello “Sciopero Internazionale delle Donne”, partirà alle 20 in piazza A. Rossi (piazza Duomo) e fluirà per le vie della città, per lottare contro la violenza maschile sulla donna e contro tutte le forme di violenza di genere.
Nella giornata per eccellenza di tante battaglie e discussioni sui diritti delle donne, nella città di Schio, col patrocinio della Commissione delle Pari Opportunità, tante le associazioni che hanno già dato l’adesione alla “Marcia Delle Donne”: collettivo Starfish, cooperativa Samarcanda, associazione Il Cerchio delle Donne, coordinamento Studentesco Schio, Csa Arcadia, polisportiva Sans Papiers, associazione Donne in Nero, Alto Vicentino Accoglie ADL Cobas Schio, Arcadia dei Bambini e delle Bambine, associazione MaiMa, Il Bruco – Circolo Operaio di Magrè, associazione Donne per le Donne, Banca del Tempo di Schio, Circolo Tondelli LGBTI Bassano, Amnesty Interna
tional Thiene.
Un 8 marzo foriero di un cambiamento per i diritti dei generi, un 8 marzo politico, pieno di progetti, volontà e battaglie racchiusi nello slogan “Non una di meno” che farà incrociare sul posto di lavoro le braccia a donne e uomini, solidali tra loro, per scioperare contro la violenza maschile sulle donne e contro tutte le forme di violenza di genere, indossando i colori ufficiali della manifestazione: il nero delle donne polacche che 41 anni fa scesero in strada vestite a lutto per protestare contro la perdita dei lori diritti e delle loro libertà, con delle grucce in mano quali simbolo dell’aborto clandestino; il fucsia delle ‘Women’s March’ che lottano contro ogni discriminazione a donne e per i diritti Lgbtqia.
Questi gli 8 punti cardine dello Sciopero globale previsto l’8 marzo: ” La risposta alla violenza è l’autonomia delle donne, contro la trasformazione dei centri anti-violenza in servizi assistenziali. Senza effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le donne, si chiede la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro ogni forma di violenza maschile contro le donne. Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi, vogliamo l’aborto libero, sicuro e gratuito e l’abolizione dell’obiezione di coscienza, consultori aperti a esigenze e desideri di donne e soggettività Lgbtqi. Se le nostre vite non valgono, scioperiamo! per rivendicare un reddito di autodeterminazione, per uscire da relazioni violente e per resistere al ricatto della precarietà. Vogliamo essere libere di muoverci e di restare. contro ogni frontiera: permesso, asilo, diritti, cittadinanza e ius soli, contro la violenza delle frontiere, dei Centri di detenzione e delle deportazioni che ostacolano la libertà delle migranti. Vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione, affinché l’educazione alle differenze sia praticata dall’asilo nido all’università, per rendere la scuola pubblica un nodo cruciale contro tutte le forme di violenza di genere. Vogliamo fare spazio ai femminismi, perché la violenza ed il sessismo sono elementi strutturali della società. Rifiutiamo i linguaggi sessisti e misogini, contro l’immaginario mediatico misogino, sessista, razzista, che discrimina lesbiche, gay e trans”.
P.V.