Scotta e non poco, gli animi,  il progetto Faresin a Sarcedo. In un anno di iter burocratico, con l’avvio dei lavori della conferenza di servizi decisoria, rare sono state le occasioni pubbliche per parlane. Ora, nel giro di pochi giorni, e sull’eco di un consiglio comunale turbolento scende in campo anche Confindustria, appoggiando la trasformazione del campo agricolo in stabilimento industriale al fine di dare lavoro ai giovani, dando una strigliata al consiglio comunale di Sarcedo: “se sta dalla stessa parte lo può dimostrare solo con i fatti”.

Dopo l’uscita dello stesso Faresin in difesa del proprio progetto e che attende di essere accolto in dal gruppo di maggioranza, in un incontro da lui stesso sollecitato il giugno scorso, ora è Silvia Marta presidente del raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza, a commentare la vicenda: “in tanti anni da imprenditrice e soprattutto da cittadina di questa splendida terra che amo e a cui sono legata, una terra piena di forza, inventiva ed etica del lavoro, non avrei mai creduto di dovermi domandare se fosse un territorio “per” o “contro” il lavoro. Dopo i casi Faresin e della vicina Baxi, il dubbio purtroppo mi è venuto. Sono fermamente convinta che nell’Alto Vicentino siano condivisi alcuni valori fondamentali: un forte senso di comunità, unita e solidale, e la propensione a realizzare le proprie ambizioni e i propri desideri con il lavoro e l’impegno. E che questi siano ancora i sentimenti della maggioranza dei cittadini. Sono certa che l’Alto Vicentino abbia quindi voglia e bisogno di crescere, espandersi e progredire e di dare ulteriore valore aggiunto alla sua comunità, soprattutto ai giovani. Non ci possiamo fermare per questioni politiche di questo tipo, soprattutto considerando che gli stabilimenti di cui si parla vengono progettati rispettando i criteri di sostenibilità e rispetto delle persone e dell’ambiente. Non possiamo permetterci di perdere queste occasioni e dobbiamo guardare al futuro con maggior lungimiranza. Noi stiamo con il lavoro. Se il consiglio di Sarcedo sta dalla stessa parte lo può dimostrare solo con i fatti”.

 

I fatti. Val la pena di ricordarli. Un anno fa, la ditta Faresin depositò al Suap il suo progetto con la richiesta di trasformare l’ex cava, tornata due anni fa nella sua naturale destinazione agricola, come base per il suo nuovo stabilimento da 300mila mc. Il tutto, poggiandolo su quasi 3milioni di terreno di fresco riporto e usato per riempire la voragine della vecchia cava. Una richiesta al Suap che diede l’avvio alla conferenza di servizi decisoria nel settembre dell’anno scorso e che, ad oggi, oltre ad essere sospesa in mancanza della microzonazione sismica, è ancora orfana del parere comunale. Il piano sismico, al momento, sta nel limbo: in attesa dell’ok regionale. Solo dopo questi due pareri, comunale e regionale, la conferenza di servizi decisoria potrà concludere i propri lavori. Ma non è finita qua. Anche una volta approvato il progetto, questo dovrà comunque passare per il consiglio comunale di Sarcedo: in questa occasione, e prima del voto di primavera per il nuovo sindaco, i consiglieri comunali dovranno dimostrare, per l’appunto, i fatti: rispondere delle promesse elettorali di quattro anni fa, dove la tutela del territorio di Sarcedo era l’obiettivo primario, oppure tenere da conto delle parole di Faresin: “ci serve però un segnale concreto perché quello che è successo martedì (ndr lunedì) dice esattamente il contrario di come invece si è lavorato negli scorsi mesi. Altrimenti, per responsabilità sociale, dovremo far valere i nostri diritti in tutte le sedi che valuteremo opportune”.

P.V.

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