Un racconto che sembra un’odissea, quella vissuta da Nicola Bellavita per portare a Sarcedo la mongolfiera per la procace Francesca Cipriani.
Ne parla a posteriori. Della mongolfiera non c’è più traccia, ma a Bellavita resta qualche sassolino nella scarpa, che ha tutta l’intenzione di togliersi e restituire al sindaco Luca Cortese: “Dopo avermi assicurato inizialmente che non avrei avuto problemi, mi si è negato, scaricandomi all’ufficio tecnico – racconta Bellavita – Ed ora devo capire come mai il mio nome e i miei dati sono stati dati in pasto a tutti”.
Da lì inizia il tour burocratico di Bellavita. Si reca in municipio per ottenere l’autorizzazione a piazzare la mongolfiera nella piazza di Madonnetta, a sostegno della Cipriani naufraga all’Isola dei Famosi.
Viene accolto nell’ufficio del sindaco, ma seduto nella poltrona del primo cittadino non c’è Cortese: “Era Antonio Tamarro – precisa Bellavita – Che mi ha risposto di fare domanda scritta”. Che Nicola compila e presenta, forte del fatto che in concomitanza ad uno sportello bancario trova il “vero sindaco, Luca Cortese, che mi ha detto che potevo stare tranquillo che il mio evento si sarebbe fatto”.
Dopo cinque giorni arriva la risposta ed era un “No alla mia richiesta, perché per il Comune non era un evento privato, bensì pubblico -continua – Quindi mancava tutto l’approntamento per la sicurezza: dai vigili del fuoco all’ambulanza, invitandomi a rifare la domanda, questa volta online”.
Una richiesta che dovrà essere firmata però da un professionista: “Ho incaricato un geometra del paese, spendendo 600 euro, oltre ai 50 di diritti di segreteria, marche da bollo a parte – continua – E’ stato presentato anche il disegno come mi avevano richiesto, per evidenziare quanto spazio avrei occupato, convinto che così sarebbe stato tutto a posto”.
“Mancavano poche ore all’evento, la troupe per fare la clip per la trasmissione ‘Pomeriggio 5’ era già arrivata, ma nessuna risposta dal Comune – continua – Li chiamo, mi passano l’ufficio tecnico e mi risponde una signorina, gentile per carità, che per il perfezionamento della pratica devo pagare 6400 euro”.
Oltre ai 1400 euro di plateatico per un’ora, infatti, Bellavita deve versare altri 5 mila euro di cauzione: “Stavo per fare l’assegno ma quando la signorina mi ha detto che potevo pagare col Pos ho capito che la vicenda aveva contorni assurdi – continua – Quale strisciata supporta 6400 euro? E perché un mio assegno non era ritenuto valido?”. Resta l’impossibilità per Bellavita di accettare quanto richiesto, perché “oggettivamente mi era impossibile – spiega – Di venerdì, a mezzogiorno, dove potevo andare per farmi rilasciare una fidejussione a garanzia dei danni che potevo cagionare alla piazza?
Bellavita tenta l’ultima carta e chiede di parlare col sindaco: “Mi si è negato – commenta – Mi è stato detto che per queste cose mi devo arrangiare con l’ufficio tecnico”.
La parrocchia lo ‘salva’
Un impasse che costringe Bellavita a ripiegare sul campo sportivo distante una ventina di metri dalla “piazza d’oro di Madonnetta – spiega – Mi sono rivolto alla parrocchia di Santa Maria e mi hanno detto subito di sì. Senza tanti giri di parole e non volevano nulla, ma ho sentito il dovere di fare un’offerta”.
L’evento si è svolto ed “è andato molto bene” conclude soddisfatto Bellavita, che ora vuol capire come mai, dopo tutti i problemi che ha avuto col Comune, si sia trovata in parte transennata la piazza, senza successo viste le macchine parcheggiate “e con un cartello del comune dove sono stati affissi tutti i miei dati – chiosa – Ora mi chiedo se mi arriverà anche la richiesta di pagare, dopo che mi hanno reso la vita impossibile”.
Paola Viero