A Sarcedo non si vuole stare alla finestra ed aspettare che l’infima piaga del gioco d’azzardo infetti le persone. Il pensiero si volge in particolare modo ai più giovani, affinché crescano sani il più possibile. Da qui l’appello dei consiglieri comunali Giorgio Meneghello e Fabio Cortese: “Aprire un laboratorio di prevenzione alla ludopatia in Ca’ Dotta”.
Un invito che i due consiglieri di ‘Futuro per Sarcedo’ lanciano per “stimolare Ulss7 su una tematica che credono importante e in linea con gli stili di vita sani già perseguiti nei laboratori multimediali di Cà Dotta”, come spiega Giorgio Meneghello.
Prevenzione uguale sensibilizzazione: “Partiamo dai giovani”
“Si parla assiduamente del gioco d’azzardo “lecito”, in particolare delle slot e delle videolottery. Le prime installate negli esercizi commerciali, le seconde nelle sale gioco. La ricerca pubblicata da “Il Tirreno”, rilanciata da Repubblica, ha aperto uno squarcio inaspettato dalle enormi dimensioni. Sfido a immaginare che in Italia le giocate fossero di 49 miliardi di euro, 4,6 miliardi nel Veneto, e che a Sarcedo con 3 milioni equivalessero al bilancio di parte corrente del Comune (tutte le spese del personale, dei servizi erogati, dei consumi di elettricità, gas, dei contributi, scuole, palestre,…). Le conseguenze per le persone colpite da ludopatia e per le loro famiglie sono spesso disastrose e hanno riflessi anche nella collettività che spesso non ha modo e capacità di affrontarle.
Dopo aver espresso la nostra contrarietà alla decisione dell’amministrazione comunale di dare un premio Tari a chi dismette le slot e dopo aver aperto un dibattito a Sarcedo sull’argomento del gioco d’azzardo, passiamo ora a fare una proposta che
siamo convinti possa essere vincente nel medio termine.
Premesso che bisogna richiamare il legislatore nazionale e regionale ai propri doveri, al fine di ridurre il numero di installazioni e applicare una normativa più restrittiva sull’attività del gioco d’azzardo “lecito”, noi proponiamo di intervenire sulla prevenzione della ludopatia, sensibilizzando le fasce giovanili che sono il nostro futuro.
“Aprire laboratorio di prevenzione in Ca’ Dotta”
Come molti di voi sanno, già dal 2008 a Sarcedo il comune ha sistemato la struttura di Cà Dotta dove ULSS7, prima ULSS4, gestisce un progetto di prevenzione per gli stili di vita sani. Esistono solo due strutture di questo tipo in Italia, Sarcedo e Reggio Emilia. Attualmente sono più di 11.000 i ragazzi di 500 classi che trascorrono mezza giornata nei laboratori riguardanti fumo, alcol, alimentazione e attività fisica. Arrivano da tutto il Veneto e attirano l’interesse anche di molti altri operatori della sanità, del sociale, della scuola al di fuori della nostra regione. Allora visto l’eccellenza nella prevenzione per gli stili di vita sani che abbiamo l’onore di avere sul nostro territorio, ci sembra una logica conseguenza continuare a rafforzare questa predisposizione, seguendo canali formativi e di introduzione nelle dinamiche giovanili che sono già patrimonio di conoscenza degli operatori ULSS e dei dirigenti che hanno saputo introdurre il progetto di “Guadagnare Salute” a tutte le scuole del Veneto.
La nostra proposta è in linea con lo spirito di prevenzione, quindi non vuole occuparsi degli interventi rispetto a casi di ludopatia conclamati, dove ci sono già valide strutture come i SER.D.
Evitare che un giovane sia attratto dal gioco d’azzardo, fortificarlo rispetto a questo rischio, questo è l’obiettivo, come peraltro per gli altri aspetti degli stili di vita sani trattati in Cà Dotta.
Questa è la proposta, gli spazi in Cà Dotta ci sono, ULSS7 è sicuramente “attrezzata” per una nuova sfida, vediamo ora chi intende dare una mano a realizzarla”.
Questo l’invito rivolto da Meneghello e Cortese, in nome di quella sensibilità volta al sociale alla quale Sarcedo non ha mai dimenticato di rispondere.
Con loro speranza che quanto prima si arrivi ad attivare un laboratorio in Ca’ Dotta dove ‘giocare d’anticipo’, specie sui più giovani. Affinché questi ragazzi sappiano discernere i rischi che una ‘giocata’ porterebbe non solo nelle loro vite, ma in quelle delle loro famiglie. Per non aprire mai le porte di un inferno lastricato di debiti e disperazione.
Paola Viero