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Sarcedo. In ricordo di Giorgia Bernadele. I genitori: “Raccolti 17 mila euro per continuare il suo sogno”. Fotogallery

Dedicato a Giorgia. Caparbia, volenterosa, umile e grande Giorgia Bernadele di Sarcedo, la giovane ricercatrice soffiata, rubata alla vita a soli 25 anni a Mosca, nell’ottobre scorso.

Fin da piccola voleva fare l’etnologa, studiare le culture umane e le tradizioni che ne hanno forgiato l’evoluzione. Sogno che nel 2015 l’aveva condotta fino a Mosca dove stava conducendo il suo dottorato che a sua volta l’aveva portata in Maramures, regione a cavallo tra la Romania e l’Ucraina e dove nello scorso ottobre: “Ha lasciato lì il suo cuore in tutti i sensi”, come ci racconta la mamma Michela Grotto.

Ma la storia di Giorgia non è finita sei mesi fa, sta continuando dopo l’appello lanciato dai suoi genitori, Claudio e Michela, il giorno del funerale: “Non fiori ma opere di bene”, raccolto da molte persone che in poco tempo hanno donato 17 mila euro, dando grande slancio al progetto di Claudio e Michela: “ In ricordo di Giorgia aiuteremo gli allievi più bisognosi e poveri di tre scuole del Maramures che si trovano a Slatiora, Stramtura e Gold – spiega mamma Michela – Daremo inoltre delle borse di studio agli studenti più meritevoli dell’università Babes Bolyai di Sighet”.

Mai semplice avvicinarsi a chi a ha perso presto, sempre troppo presto per un genitore, il frutto della propria vita, ma il viso di mamma Michela rischiarato dal brillio degli occhi, quando parla di Giorgia, scaccia via ogni sensazione impudica di turbamento.

Michela come è nato il progetto di aiutare le persone in Maramures?
“Perché lì Giorgia stava compiendo il suo lavoro  – racconta Michela – Con i suoi studi e le sue riflessioni ci faceva capire che una civiltà con le sue culture e le sue tradizioni può risollevarsi. Dopo la sua morte abbiamo letto i suoi diari e abbiamo avuto il quadro completo di nostra figlia, capendo a fondo quanto grande e forte era il suo impegno non solo sociale, ma culturale. Siamo appena tornati dal Maramures, è stata la prima volta che siamo andati, ci siamo ritrovati a ripercorrere un viaggio che Giorgia aveva fatto nel suo ultimo anno di vita, abbiamo conosciuto le persone anziane, depositarie delle tradizioni,  che lei aveva intervistato. E’ stato un viaggio ‘forte’ perché lì abbiamo ritrovato nostra figlia nelle persone che l’hanno conosciuta, nelle loro parole e nei loro ricordi di Giorgia. Un viaggio sui suoi passi che è stato reso possibile dalla guida esemplare e discreta dei professori di Giorgia, Nicu Hodor di Cluj e Dan Cepraga di Padova”.

Chi era Giorgia?
“Era una ragazza con una forte passione e dedizione per lo studio, non fine a se stesso, ma come strumento di miglioramento  – continua Michela – Ma per noi di casa era semplicemente nostra figlia, solo dopo abbiamo capito chi lei fosse veramente in tutto il suo essere, tramite i suoi diari, le parole dei suoi professori e dei suoi colleghi. Seppur così giovane aveva già dato modo di far conoscere il suo spessore culturale e il suo metterlo a servizio alle persone, perché sapeva comunicare. Ad esempio nel 2015, a soli 24 anni, aveva organizzato a Padova un convegno internazionale, aperto a tutti sul post comunismo, dove  relatori con riconosciuta esperienza rimasero strabiliati dalle sue capacità, dalle sue conoscenze, dalla sua comunicatività”.

Come intendete destinare i fondi raccolti ?
“Col primo progetto destineremo 1500 euro all’anno, per cinque anni, per sovvenzionare delle vacanze culturali di gruppi di bambini e studenti delle scuole primaria e media provenienti da famiglie in situazione di disagio. L’accordo è stato preso con la direttrice delle scuole, Nicoleta Godja, che ora si riserva di organizzare i dettagli e l’approvazione da parte del Provveditorato di Baia Mare – continua Michela – Col secondo progetto, grazie all’accordo Marin Ilies, direttore della filiale dell’Università Babes Bolyai di Sighet, destineremo 2000 euro all’anno per cinque anni, tramite un concorso annuale che premierà tesi, saggi o lavori inerenti gli studi etnografici, folclorici, storici, pedagogici, economici, geografici inerenti il territorio del Maramures”.

Continua la raccolta e se sì come si fa a contribuire?
“La raccolta non può finire perché vogliamo onorare e contribuire al lavoro che Giorgia stava facendo – spiega mamma Michela – E prendendo spunto dal rigore e dalla serietà che Giorgia metteva nel suo lavoro vogliamo fare le cose bene e nel modo giusto: stiamo istituendo un’associazione che dia trasparenza ed informazione di quanto faremo. E’ ancora aperto il conto corrente dove si può contribuire, intestato “In ricordo di Giorgia” c/c n. 3591 Banca Intesa in piazza Mazzini a Breganze, IBAN IT90N0622560180100000003591”.

Nei suoi progetti futuri Giorgia aveva anche le tradizioni e le culture dell’alto vicentino, in particolar modo legate ai paesi di montagna, tra Posina e Pietro San Valdastico: “Aveva l’idea di portare il filone delle metodologie etnografiche anche nel nostro territorio – conclude la mamma di Giorgia – Aveva solo 25 anni, un’età dove si guarda al futuro, alle tante cose da fare nella vita e lei sarebbe stata, a detta di chi la conosceva e la stimava nell’ambito professionale, una persona che avrebbe contribuito nel mondo”.

E proprio quella parte del mondo che aveva accolto Giorgia nel suo ultimo anno di vita non ha intenzione di dimenticarla. A Mosca il consolato ha fatto subito partire un’iniziativa in sua memoria: un concorso di poesia che premierà lo studente primo classificato con due settimane in Italia per studiare l’italiano.

Paola Viero