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Santorso. La neuropsichiatra lascia l’eredità al Comune: si inaugura Casa Thiella

Sarà inaugurata oggi, sabato 4 novembre alle 11.45 ‘Casa Thiella’, la nuova struttura per persone disabili realizzata nella casa che la neuropsochiatra Silene Thiella aveva lasciato in eredità al comune di Santorso.

Un servizio importante che rende onore ad una persona dalla sensibilità spiccata. Dopo la morte di Silene Thiella, la sua casa era stata lasciata al comune di Santorso, che l’ha concessa in comodato d’uso gratuito alla Società Cooperativa Sociale Schio Solidale che ne ha fatto una struttura per perone disabili.

“Ricordo la dottoressa Silene Thiella come una bellissima persona – ha commentato il sindaco Franco Balzi – Molto generosa e simpatica, amava la vita in tutte le sue sfaccettature. Questo nuovo servizio è un’opportunità che arriva in un momento quanto mai opportuno per il territorio, che soprattutto nell’ambito della disabilità sta soffrendo di ridimensionamenti importanti”.

Silene Thiella sapeva che cosa significa la disabilità, perché ne soffriva lei stessa. Nonostante questo, ha saputo gestire la sua vita in piena autonomia, ricoprendo ruoli professionali di primo piano nel campo della medicina.

‘Casa Thiella’ è stata realizzata da Schio Solidale con il Servizio Disabilità e il Silas dell’ULSS 7, che ha concordato dei progetti personalizzati, indirizzati a persone disabili che finora non hanno trovato risposte di inserimento nel Centri Diurni classici né nei servizi di integrazione lavorativa, e a persone disabili non più in grado di seguire percorsi di inserimento lavorativo.

“Domani inauguriamo questo nuovo servizio a favore delle persone con disabilità dell’Alto Vicentino – ha sottolineato Franco Balzi – Una positiva sinergia tra Amministrazione Comunale e la Cooperativa Sociale Schio Solidale, a dimostrazione che si può andare avanti realizzando interventi straordinari anche in anni in cui le risorse economiche non abbondano. Silene ci sarà spiritualmente vicina e sono convinto che sorriderà, felice che la sua casa sia diventata un luogo vitale e accogliente, attento alle persone più fragili”.

A.B.