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Santorso. Inchiesta morte per incendio in psichiatria. Orsi: “Voglio sapere la verità”

Dura presa di posizione del sindaco di Schio Valter Orsi, che sta valutando di costituirsi parte civile, rappresentando l’amministrazione comunale nell’ambito dell’inchiesta scaturita dalla morte del paziente di psichiatria deceduto la settimana scorsa all’ospedale di Santorso.

Una reazione istituzionale che ci saremmo aspettati in massa da tutti gli altri sindaci dell’Alto Vicentino, che invece hanno preferito la linea del silenzio su un fatto gravissimo, che dovrebbe indignare a tutti i livelli la collettività. Sia perché la vittima era una persona disagiata, sia per le circostanze di morte di un degente che ha perso la vita in un luogo dove ci si dovrebbe sentire protetti più che mail.

Tre al momento gli iscritti sul registro degli indagati della Procura di Vicenza, che ipotizza il reato di omicidio colposo. A ricevere l’avviso di garanzia del magistrato titolare delle indagini, tre dipendenti dell’ospedale di Santorso. L’altra mattina il Pm ha eseguito un sopralluogo sul ‘teatro’ della tragedia e assieme ai Carabinieri della compagnia di Schio, ha cercato di ricostruire gli ultimi attimi di vita di Eugenio Carpanedo, 63 anni, residente a Schio, un uomo con un disagio che andava curato e che nella notte tra giovedì e venerdì scorsi ha trovato la morte nella stanza d’ospedale dove si trovava ricoverato. Un incendio forse appiccato da lui stesso con un accendino, lo ha fatto morire asfissiato.

Ora anche il sindaco Valter Orsi vuole vederci chiaro e per farlo, attraverso l’avvocatura dello Stato, sta cercando tutti i mezzi per ‘partecipare’ alle indagini e sapere la verità. Conoscere i colpevoli e attribuire le responsabilità a chi ha fatto finire un ospedale nuovissimo, dotato di sistemi di sicurezza giudicati all’avanguardia sulle prime pagine dei giornali nazionali. Non certo una bella pubblicità per una struttura sanitaria dipinta come un gioiellino italiano e dove però i degenti di psichiatria muoiono come topi in gabbia.

“È una nota triste nelle pagine della storia della nostra comunità – ha dichiarato Valter Orsi, sindaco di Schio – Il comune si sente vicino al proprio concittadino, deceduto in circostanze ancora da chiarire e in merito alle quali, dopo aver chiesto tempestivamente informazioni all’Azienda Sanitaria, ritengo ora di muovermi ufficialmente come struttura. Questo, per tutelare tutti i diritti di immagine ed economici derivanti dall’evento. La costituzione parte civile consente inoltre, nell’ambito del processo penale, di conoscere la dinamica degli eventi, di seguire passo a passo istruttoria e procedure, di rimanere informati su tempistiche delle ispezioni, in merito all’impiantistica, struttura e materiale in dotazione all’ospedale, nonché di partecipare attivamente alle indagini che la Procura della Repubblica disporrà. Eventi del genere lasciano sgomenti – ha concluso Orsi – perché resta inammissibile che un paziente trovi la morte in questo modo all’interno di una struttura protetta quale dovrebbe essere un ospedale”.

Anna Bianchini