“Difendiamo la Sanità pubblica dai tagli e dalla privatizzazione della destra che governa”. Lo ha detto Elly Schlein al presidio all’ospedale di Santorso, stamattina, dove è stata presente all’ennesima manifestazione che l’Alto Vicentino ha voluto organizzare con il Comitato per la Salvaguardia della Salute pubblica, proprio davanti all’ospedale.

“Abbiamo proposto, con le altre opposizioni, 5mld e mezzo in più sulla Sanità pubblica, chiediamo più servizi per le persone non auto sufficienti, più risorse sulla salute mentale. Per questo il Pd ha destinato quelle poche risorse a disposizione delle opposizioni allo sportello psicologico per il supporto nelle scuole, ce lo chiedono i ragazzi. Non possiamo chiudere un occhio, il diritto alla Salute è un diritto costituzionale fondamentale”, ha aggiunto la segretaria del Pd.

“Il diritto alla salute è un pilastro della nostra Costituzione, oggi è sotto attacco: il governo Meloni continua a tagliare risorse. La smettano di litigare con le calcolatrici: la spesa sanitaria da quando si è insediato il governo è al minimo storico degli ultimi 15 anni” – ha continuato la leader del Pd  . “Non resteremo a guardare lo smantellamento della sanità pubblica.

Sulle barriccate i medici pronti a scendere in piazza, si prevedono proteste ovunque

A maggio prossimo Roma sarà il palcoscenico di una grande manifestazione unitaria che vedrà medici dipendenti e convenzionati, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, medici del territorio e specializzandi sfilare insieme sotto lo slogan ‘Investire sui medici per salvare il Ssn’. Nel frattempo, in tutte le regioni saranno organizzate iniziative intersindacali per sensibilizzare i professionisti del settore. Questo il programma promosso da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Als, Gmi, Fimmg, Fimp, Sumai, Smi, Snami e Fmt, con il sostegno della Fnomceo e la partecipazione di Cittadinanzattiva, per dare voce ai diritti dei medici.
I sindacati, che oggi hanno riunito a Roma i direttivi nazionali, fanno fronte comune per richiedere la definizione di atto medico, una revisione della responsabilità medica, l’adozione di misure volte a rendere attrattiva e a riqualificare la professione, sicurezza sui luoghi di lavoro, un rapporto medico-paziente rinsaldato, la definizione di un nuovo patto per la salute e l’adozione di un approccio ‘One Health’.
“Oggi- ha dichiarato il segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio- veniamo giudicati da ben quattro tribunali che agiscono parallelamente e sono indipendenti l’uno dall’altro di cui il peggiore è quello mediatico. Una denuncia a carico di un medico equivale a una condanna senza processo, anche se nel 97% dei casi il medico è innocente. Chiediamo quindi di depenalizzare l’atto medico per rendere i professionisti più sicuri come peraltro avviene resto del mondo per rendere le cure sicure”.
“Chiediamo- ha aggiunto il presidente della Federazione Cimo-Fesmed, Guido Quici- una definizione puntuale di atto medico e la delimitazione delle competenze di ciascun professionista sanitario. L’attuale anarchia dei ruoli e i ripetuti attacchi alla nostra professione, che paga il prezzo più alto in termini di responsabilità professionale, sono inaccettabili e mettono a rischio la sicurezza delle cure”.
Per i giovani medici Als e Gmi, “investire nel Ssn significa anche investire nei medici e sanitari in formazione specialistica, 40.000 giovani professionisti che attualmente, unici in Europa, sono inquadrati come studenti e non come professionisti, conservando i doveri connaturati all’essere medico abilitato, comprese le responsabilità legali, senza i corrispettivi diritti e con una qualità formativa gravemente compromessa dalle carenze delle scuole sul piano formativo e didattico. La scellerata gestione universitaria della formazione degli specialisti del domani ha creato e crea numerosi problemi: burnout, carenza in alcune specialità, prima tra tutte Meu, ed emigrazione estera. Chiediamo un cambio d’inquadramento lavorativo incardinato nel Ccnl che dia dignità lavorativa, formativa e retributiva ad una intera generazione di giovani medici sul modello di molti altri Stati europei, lasciando alle università la responsabilità della formazione teorica”.
Sul fronte dei medici convenzionati “la medicina generale- ha evidenziato il segretario generale Fimmg, Silvestro Scotti- sperimenta sulla propria pelle il paradosso di una digitalizzazione che, invece di sostenere, schiaccia il medico sotto la pressione della burocratizzazione informatica. Un tema che oggi affligge la medicina generale, ma che si allargherà presto a macchia d’olio a tutta la professione. Solo nell’ottica di un confronto costante e costruttivo che veda dialogare la categoria nel suo complesso con le istituzioni, mettendo al centro i bisogni di salute dei cittadini, si può riuscire a ridurre il carico burocratico e fare in modo che l’evoluzione digitale sia realmente una risorsa e non la ‘forma 3.0’ della burocrazia”.
Uno sguardo particolare va anche ai pazienti pediatrici.
“Oggi- ha sottolineato il presidente nazionale Fimp, Antonio D’Avino- bambini e adolescenti sono fragili, anime di cristallo non immediatamente visibili. È proprio su queste fragilità e sulla salute mentale che come pediatri di famiglia saremo chiamati a intervenire. Ma non possiamo farlo senza risorse e strumenti in grado di valorizzare il medico e l’atto medico, attrarre nuove generazioni di professionisti e costruire una sanità sostenibile nel lungo periodo”.
“Inadeguate le attuali retribuzioni dei medici nel Servizio sanitario nazionale (Ssn) in relazione alle responsabilità e ai ruoli che ricoprono- ha affermato il segretario generale Sumai Assoprof, Antonio Magi- che inoltre non riflettono il valore del lavoro svolto dai professionisti della salute, evidenziando l’importanza di garantire compensi equi per attrarre e mantenere talenti nel settore. Anacronistico è il regime delle incompatibilità soprattutto in un contesto in cui si fa fronte a una crescente carenza di medici specialisti. È dunque necessaria una revisione delle normative esistenti che potrebbe contribuire a migliorare la situazione, permettendo ai medici di operare in modo più flessibile e di rispondere meglio alle esigenze del sistema sanitario e dei pazienti”.
“Le difficoltà che le donne medico, soprattutto quelle di medicina generale- le parole del segretario generale Sindacato medici italiani (Smi), Pina Onotri- vivono sulla loro pelle sono legate alla mancanza di tutele in materia di gravidanza e maternità, malattia, infortuni, alla difficoltà di conciliazione vita/lavoro. Occorre garantire questi diritti per far fronte alla crescente femminilizzazione della professione”.
“Meno burocrazia, più salute: la sanità è un diritto. Il nostro Servizio sanitario nazionale è al limite. Sempre più cittadini sono costretti a pagare di tasca propria per accedere alle cure, mentre i medici dedicano oltre il 40% del loro tempo a una burocrazia inutile che li allontana dai pazienti. Chiediamo l’abolizione di note Aifa e piani terapeutici complessi, che rallentano le cure e aggravano il disagio di professionisti e cittadini. È il momento di difendere il diritto alla salute- ha concluso il presidente Snami, Angelo Testa- ripristinando un sistema che metta al centro le persone e non gli interessi di pochi. La sanità pubblica è un bene comune: noi medici siamo pronti a mobilitarci per difenderla”.

 

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