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Santorso. Aumentano i contagi, ma non è ancora emergenza Covid

Anche nel territorio dell’ULSS 7 Pedemontana continua a crescere a ritmo sostenuto il numero di nuovi positivi e di ricoveri di pazienti Covid, peraltro in linea con la tendenza regionale e nazionale.
Nuovi casi e ricoveri
I ricoveri sono attualmente 89, di cui 29 al San Bassiano (25 in area medica e 4 in Terapia Intensiva), 41 all’ospedale di Santorso (rispettivamente 39 e 2), 10 nell’Ospedale di Comunità di Marostica e 9 presso il Centro Servizi Muzan a Malo.
Nella sola giornata di ieri, mercoledì 8 dicembre, i nuovi positivi sono stati 357, a fronte di 2.470 tamponi eseguiti: il dato segna un’ulteriore impennata, lasciando prevedere un nuovo incremento dei ricoveri di pazienti Covid nei prossimi giorni, rispetto ai numeri di assoluta attenzione già raggiunti. Nell’ultima settimana in media sono stati eseguiti circa 2.500 tamponi al giorno, mentre dal 1 dicembre i nuovi casi registrati sono stati 2.005. Anche alla luce di questi dati, l’ULSS 7 Pedemontana ha potenziato nei giorni scorsi lo staff del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dedicato all’attività di contact tracing, con l’inserimento di 7 nuovi operatori, per un totale di 20 unità
Le variazioni nell’organizzazione ospedaliera
Per far fronte a questa nuova ondata, l’ULSS 7 Pedemontana ha già potenziato le disponibilità di posti letto Covid: all’ospedale di Bassano sono passati da 20 a 25, all’ospedale di Santorso da 36 a 48, ma la crescita continua dei contagi e la pressone dei ricoveri Covid in area non critica impone la necessità di dover attivare ulteriori due aree Covid, una a Bassano e una Santorso, così da attivare ulteriori 20 posti letto per pazienti positivi in ciascuna struttura.
Queste misure comporteranno in entrambi gli ospedali, a partire da lunedì 13 dicembre, un’ulteriore riduzione dell’attività chirurgica programmata.
Inoltre l’ospedale di Comunità di Marostica sarà completamente riconvertito in area Covid, passando così da 10 a 28 posti letto, grazie anche alla collaborazione delle strutture residenziali territoriali alle quali è stata chiesta la disponibilità di alcuni posti letto per i pazienti negativi con indicazione di ricovero in una struttura ospedaliera a basso livello di intensità assistenziale.
Sempre per quanto riguarda gli ospedali, alla luce dell’ulteriore incremento dei casi positivi che dimostra un’elevata circolazione del virus, a partire da lunedì 13 dicembre saranno sospese le visite ai degenti ricoverati in tutti gli ospedali dell’ULSS 7 Pedemontana, fatta eccezione per Pediatria, dove i genitori dei bambini ricoverati in pediatria; Ostetricia, dove rimarrà la possibilità per i padri di assistere alla fase finale del parto e alle prime procedure di assistenza, nelle due ore successive; e per particolari situazioni a giudizio dei direttori dei reparti, come ad esempio le visite ai malati terminali.
La campagna di vaccinazione
Parallelamente prosegue a ritmo serrato la campagna di vaccinazione: proprio nella giornata di ieri, mercoledì 8 dicembre, l’ULSS 7 Pedemontana è stata quella che in Veneto ha registrato il numero maggiore di dosi somministrate in rapporto alla popolazione. E non è stato un exploit isolato: la media giornaliera si attesta ormai a oltre 3.400 vaccinazioni e solo negli ultimi 7 giorni sono state 25.546 le dosi somministrate (oltre 573 mila dall’inizio della campagna).
Anche se c’è stato un significativo incremento delle prenotazioni per le prime dosi, sulla spinta anche delle nuove disposizioni di legge sul Green Pass, naturalmente la quota più significativa riguarda le terze dosi.
La campagna di richiamo ha raggiunto il 51% degli over 80, con oltre 13.200 somministrazioni, il 29,6% nella fascia di età 70-79 anni, il 27% tra i 60-69enni, il 12,5% tra i 50-59 anni. Significativa anche la risposta dei quarantenni, arrivati ormai al 7,6%. Oltre 2.000 le somministrazioni già effettuate anche per i trentenni e altrettante per i ventenni.
Complessivamente in ULSS 7 Pedemontana sono quasi 52 mila le terze dosi già somministrate
«È un dato molto importante – commenta il Direttore Generale Carlo Bramezza – perché una volta di più ci consente di sottolineare come la stragrande maggioranza della popolazione abbia scelto di proteggersi dal virus con il vaccino. Allo stesso tempo, soprattutto nelle fasce di popolazione più anziana, auspichiamo che la campagna per il richiamo possa rapidamente raccogliere un’adesione ancora maggiore, perché i più anziani oltre a essere soggetti di per sé più fragili e quindi a rischio, sono anche quelli per i quali è trascorso più tempo dalla somministrazione del vaccino, e le loro difese immunitarie inevitabilmente si stanno abbassando».
Questo anche per scongiurare ulteriori ripercussioni sull’attività ospedaliera, come sottolinea il dott. Antonio di Caprio, direttore sanitario dell’ULSS 7 Pedemontana: «Inevitabilmente i nuovi posti letto Covid che abbiamo dovuto attivare ci costringeranno a ridurre alcune attività chirurgiche e ambulatoriali. Ancora una volta sottolineiamo che non è una questione di spazi, ma di personale, tanto più che i pazienti Covid richiedono generalmente un livello di assistenza e quindi di impegno da parte del personale superiore rispetto ad altre tipologie di pazienti. Per il momento, in ogni caso, stiamo riorganizzando le attività con una riduzione il più possibile equilibrata tra i diversi reparti e ospedali, evitando chiusure o sospensioni complete di singoli servizi. Stiamo monitorando la situazione di giorno in giorno per mantenere il più possibile le attività ordinarie. È evidente però che se questo trend dovesse continuare, le conseguenze sono destinate a diventare più rilevanti».
Anche per questo motivo, il Direttore Generale Bramezza lancia un appello: «Chiedo a chi ancora non l’ha fatto di prenotare la terza dose, perché è fondamentale poter contare sul livello più alto possibile di difese immunitarie. Allo stesso tempo mi auguro che tutta la popolazione comprenda la gravità della situazione e adotti le necessarie precauzioni: il virus ha ripreso a girare in modo molto diffuso, questo significa che i contatti sociali rappresentano una concreta possibilità di contagio. Dobbiamo quindi rispettare in modo scrupoloso le misure di prevenzione, a partire dall’utilizzo della mascherina: il numero di nuovi casi ci dimostra invece che c’è ancora troppa trascuratezza da parte di molti».

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