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Sanità veneta. Passa la ‘riformona’ trova medici, che consentirà di assumere più velocemente

Buona la seconda. Taglia il traguardo il disegno di legge ordinamentale in materia di politiche sanitarie e sociali. E “senza sostanziali modifiche sul punto cruciale del reclutamento di medici nelle aree critiche dell’assistenza primaria e del Pronto soccorso”, evidenzia una nota del Consiglio regionale dove è stato dato semaforo verde al provvedimento. Dopo la sospensione dell’esame 14 giorni fa, chiesta dalle opposizioni a seguito degli emendamenti presentati all’ultimo dalla giunta per affrontare la carenza di medici specialisti, e le audizioni della settimana scorsa con le associazioni professionali e sindacali dei medici, oggi in Consiglio la maggioranza ha fatto quadrato attorno alle proposte dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e ha confermato integralmente, con i voti dell’intergruppo leghista, Forza Italia e Fdi, le nuove norme proposte per reperire medici di base e rinforzare gli organici dei Pronto soccorso attingendo in via straordinaria dal contingente dei medici in formazione, al fine di affrontare la carenza di medici specialisti.
La legge approvata prevede quindi la facoltà per i medici iscritti ai corsi di formazione in medicina generale di avere già dal primo anno incarichi temporanei sino a mille assistiti in convenzione (anziché 650 come previsto attualmente per gli incarichi temporanei), elevabili a 1.200 assistiti per i medici al secondo e terzo anno del percorso di formazione. Le ore di incarico temporaneo di cura primaria sono pagate -in aggiunta alla borsa di studio- e riconosciute come attività pratica valida ai fini del titolo formativo.

Per quanto riguarda i Pronto soccorso, gli specializzandi già dal primo anno possono lavorare nei servizi di urgenza ed emergenza con contratti libero professionali o di collaborazione continuata continuativa. La legge proroga inoltre al 31 gennaio 2024 la possibilità di stabilizzare con concorsi i professionisti non specializzati che hanno maturato almeno quattro anni di servizio anche non continuativo nei servizi di urgenza ed emergenza. Infine, per contenere i vuoti di organico nei servizi di urgenza ed emergenza, le Aziende sanitarie potranno incentivare le prestazioni aggiuntive dei medici ospedalieri già dipendenti, pagandole sino a 100 euro lordi l’ora (al posto dei 60 euro attuali). Una misura volta, dice Lanzarin ad evitare il più possibile l’esternalizzazione dei servizi a cooperative e società esterne, ma che -secondo i rappresentanti dell’opposizione- finirà per destabilizzare il sistema sanitario e rinforzare le disparità di trattamento economico tra sanitari che lavorano fianco a fianco nell’area dell’urgenza ed emergenza. L’aula non ha accolto le richieste ‘correttive’ delle opposizioni di garantire affiancamento e tutoraggio, anche in modalità telematica, ai medici in formazione nel percorso di medicina generale che assumono incarichi temporanei e di prevedere almeno tre mesi di formazione teorico-pratica all’inizio dell’incarico di medico di base, nonchè di predisporre specifiche linee guida e standard organizzativi per i professionisti che lavorano in particolari situazioni di isolamento. La maggioranza ha respinto anche le proposte dell’opposizione sui Pronto Soccorso per graduare l’accesso degli specializzandi dei primi anni e ad estendere a tutti i reparti e servizi della sanità in persistente carenza di organico la possibilità di riconoscere ai medici dipendenti disponibili a prestazioni aggiuntive il maggior compenso di 100 euro l’ora.
Quanto ai restanti contenuti della legge, il provvedimento ordinamentale 2022 in sanità interviene nella legislazione vigente con una ventina di norme di semplificazione o aggiornamento. Tra queste, la semplificazione del processo di autorizzazione per le strutture sanitarie private prescindendo dal parere obbligatorio della Commissione tecnica regionale lavori pubblici (che non ha competenze di verifica sui costi di una iniziativa privata); l’esonero per le domande di rinnovo dell’accreditamento dal pronunciamento della Commissione regionale per l’investimento in tecnologia ed edilizia (Crite); l’estensione dell’autorizzazione regionale e dell’accreditamento anche alle strutture che erogano cure domiciliari; l’obbligo che le donazioni in sanità di beni mobili e attrezzature sia coerente con la programmazione sanitaria e non incidano sui consumi o comportino una innovazione nella pratica clinica. Sempre in materia di accreditamento, si prevede che le strutture socioassistenziali non in regola con la verifica dei requisiti richiesti siano sospese dell’autorizzazione ad operare, ma non chiuse.
Il provvedimento ordinamentale fissa il termine del 30 giugno per la relazione annuale della giunta e di Azienda Zero sullo stato di attuazione di attuazione del piano sociosanitario e la gestione delle risorse, in connessione con i bisogni di salute della popolazione e interviene, in materia di ricerca sanitaria finalizzata, affidando alla Giunta (e non più al Coris, Consorzio per la ricerca sanitaria) l’emanazione del bando e l’assegnazione dei finanziamenti. E ancora: l’ordinamentale abroga la legge sulla concessione gratuita dei farmaci di fascia C ai malati gravi non ospedalizzati, in quanto tutti i farmaci valutati indispensabili per la salute del paziente rientrano nei livelli essenziali di assistenza, e semplifica l’iter di approvazione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Ptda). Vengono poi introdotti alcuni aggiornamenti nelle definizioni terminologiche nella legge del 1989 che disciplina la ricerca e l’utilizzo delle acque minerali e termali e abrogate le norme igienico-sanitarie per i piccoli apicoltori che svolgono la smielatura a livello hobbistico-amatoriale. Il testo di legge interviene anche in materia funeraria: si prevede che nelle case di riposo, negli hospice e negli ospedali di comunità l’accertamento dei decessi possa essere effettuato dai medici operanti nelle strutture stesse, che assumono così anche le funzioni di medico necroscopo; si lascia alle famiglie e alle imprese funerarie più tempo (30 ore e non più 24) per trasferire la salma del congiunto a domicilio o nelle sale del commiato o in altro luogo per le onoranze funebri.
Infine il provvedimento ordinamentale fa chiarezza, con una norma di interpretazione autentica, sulle conseguenze del riconoscimento giuridico delle Ipab di competenza della Regione, al fine di affrontare tre situazioni specifiche in Veneto, a Valdagno, Villa Bartolomea e San Pietro in Cariano; aggiorna i requisiti richiesti agli enti per concorrere alla gestione del servizio civile volontario regionale, sostituendo l’iscrizione all’Albo del servizio civile universale a quella al registro regionale; ed esenta le associazioni di protezione degli animali iscritte al Registro unico nazionale del terzo settore dall’obbligo di iscriversi all’albo regionale delle associazioni di protezione degli animali.