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Gli infermieri incrociano le braccia per 2 giorni

“Un contratto che per noi rimane irricevibile”. Con queste parole, pronunciate durante la prima assemblea retribuita degli infermieri vicentini, il consiglio nazionale Nursind (sindacato degli infermieri) ha detto ‘no’ all’ipotesi di contratto della Sanità 2016/2018, in quanto “non rende giustizia alle professioni sanitarie ed equipara gli infermieri agli altri lavori del comparto Sanità, con obblighi e doveri diversi”.

La promessa è quella di incrociare le braccia per farsi sentire. Per il 12 e 13 aprile prossimi infatti è indetto lo sciopero degli infermieri, che userà quelle 48 ore per indire delle assemblee del personale e a promuovere, nelle strutture sanitarie, momenti di incontro con i lavoratori al fine di acquisire una maggiore consapevolezza sulle ricadute che il contratto avrà nell’organizzazione del lavoro e sugli standard di qualità e sicurezza nell’assistenza ai cittadini.

“Non ci saremmo mai aspettati nel quarantesimo anniversario del nostro Sistema sanitario nazionale, un attacco così pesante a chi da anni lo sostiene stando in prima fila, a diretto contatto 24 ore su 24 con i malati e le loro sofferenze – ha commentato Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind – Una cosa è certa sarà sempre più difficile svolgere il nostro lavoro dopo la dura presa d’atto della scarsa valorizzazione ottenuta dall’intero comparto”.

Il segretario nazionale è sceso nei dettagli dell’ipotesi contrattuale. Nel corso dell’incontro sono stati affrontati temi importanti per la vita lavorativa e privata dei lavoratori interessati da questa ipotesi contrattuale. Il segretario Bottega ha posto l’accento su temi come l’orario di lavoro, l’esigibilità dei diritti, gli incarichi professionali ed organizzativi, l’aumento e l’obbligatorietà degli straordinari e gli aspetti della retribuzione. Il Nursind punta l’indice soprattutto su alcuni aspetti di carattere normativo ed economico peggiorativi rispetto al precedente accordo, a cominciare dallo straordinario obbligatorio e destinato ad aumentare fino alla deroga ai riposi per i turnisti e per chi è in pronta disponibilità, passando per la negazione del diritto alla mensa a danno di  quest’ultima categoria e dei notturni. “Senza tralasciare  neppure la questione delle indennità, ferme al secolo scorso – ha sottolineato Bottega – e un aumento della precarietà nelle carriere organizzative e professionali che scaturirebbe dalle nuove regole”.

“Quello che emerge – ha spiegato Andrea Gregori, segretario provinciale del Nursind di Vicenza – è un quadro desolatamente penalizzante per gli esercenti le professioni sanitarie, che hanno inequivocabilmente bocciato questa ipotesi. Un’assemblea sindacale così partecipata, infatti, non si vedeva da decenni nell’ospedale vicentino. Una partecipazione attiva per dimostrare tutto il proprio dissenso nel merito di questa ipotesi. Generalizzare non è concepibile e, soprattutto, non è più tollerabile con il livello di specializzazione acquisita negli anni dagli infermieri. Si evidenzia ancora una volta – ha concluso Gregori – come un contratto unico per tutti i lavoratori della Sanità non sia in grado di dare risposte a chi lavora tutti i giorni a contatto con l’utenza, svolge i turni nelle 12 e 24 ore o sia sottoposto a regimi di reperibilità sempre più incalzanti. Non è più procrastinabile il tempo di un contratto delle professioni sanitarie che hanno obblighi e doveri completamente diversi da altri lavoratori del comparto Sanità”.

“Gli interessi degli infermieri vengono prima di tutto – ha concluso Andrea Bottega – E’ stata questa la bussola che ha orientato il nostro giudizio negativo sul testo e, di conseguenza, la decisione di portare avanti una mobilitazione di 48 ore per ribadire la necessità di non dare seguito alla pre-intesa ma di riaprire la contrattazione. Unica strada per modificare sostanzialmente un contratto pessimo e penalizzante per le professioni sanitarie e in special modo per il personale turnista”.

A.B.