Vicenza tra le Province col maggior numero di migranti, nella sola Ulss 7 Pedemontana sono 403 i profughi censiti ed ospitati ad aprile. In tutta la Regione più di 11 mila che sforbicia un costo sanitario che supera i 5 milioni di euro.
Per la sola prevenzione sanitaria ai migranti che via via sono stati inviati in Veneto, la Regione ha speso 3 milioni 844 mila euro, stima per difetto che non può tenere conto di altri costi non quantificabili con precisione, come la verifica igienico-sanitaria delle strutture d’accoglienza, le attività dei Distretti Sanitari per il rilascio delle tessere sanitarie, le valutazioni sanitarie per il rimpatrio e il ricollocamento, le attività sanitarie non direttamente correlabili con gli interventi di prevenzione come, per esempio, gli antibiotici e gli antiparassitari. Valutando sommariamente queste altre voci, il calcolo totale supera i 5 milioni di euro.
Lo certifica il bollettino sull’aggiornamento della situazione della Popolazione Migrante, redatto dalla Direzione Prevenzione dell’Area Sanità e Sociale della Regione che indica, a tutt’oggi, la presenza di 11.360 persone censite e ospitate nelle strutture di accoglienza che hanno ricevuto assistenza sanitaria. Impossibile quantificare eventuali costi sostenuti per le persone che si sono eclissate prima di essere censite e visitate che, nel 2017, erano 21.172 su 34.262 arrivati.
“Non possiamo curare tutto il mondo”
“Questi numeri – fa notare il presidente della Regione Luca Zaia – sono una risposta inappellabile a chi si ostina a sostenere che l’immigrazione in Italia non è un problema. Ai già noti costi generali si assommano questi sanitari, e non è un fatto secondario. In Veneto curiamo tutti, a prescindere dal colore della pelle, dal credo religioso, dalle scelte sentimentali, senza escludere nessuno. Non abbiamo mai avuto nulla da eccepire sulla necessità di assistere chi fugge da persecuzioni, malattie, morte e sofferenze di ogni tipo – tiene a precisare il Governatore – ma un conto è aiutare i sofferenti, e un altro è occuparsi della salute di tutto il mondo senza un minimo di discernimento”.
“Perdi più – aggiunge Zaia – in una congiuntura che vede 500 mila veneti che faticano a sbarcare il lunario e 5 milioni di residenti in Italia, compresa una quota di immigrati regolari, in condizioni di povertà certificata ieri dall’Istat”.
“Tutto ciò premesso, e ricordato che il sistema di accoglienza del Veneto è riconosciuto virtuoso a livello nazionale alla faccia di chi continua a volerci falsamente dipingere come inospitali e razzisti – conclude Zaia – va detto chiaro e tondo che questo modello di arrivi indiscriminati non va bene, perché innesca problemi rilevanti di vario genere, con difficoltà di integrazione sociale, di reperimento del lavoro e, non ultima, di assistenza sanitaria e relativi costi”.
Per dare un’idea precisa della situazione, la Prevenzione regionale ha effettuato una comparazione tra la spesa per i migranti e il budget annuale di due distretti dell’Ulss 3 Serenissima: un anno di spesa per la prevenzione rivolta agli 11.360 stranieri è costato 1 milione 281 mila euro, 181 mila euro in più dell’intero budget annuale del Servizio d’Igiene e Sanità Pubblica di Chioggia, pari a 1 milione 100 mila euro, con 66 mila assistiti. Per assistere 300 mila persone, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica di Venezia (ex Ulss 12) ha un budget annuale totale di 4 milioni 500 mila euro.
42 mila visite in tre anni
Da maggio 2015 a aprile 2018, la sanità veneta ha effettuato sui migranti 29 mila visite di prevenzione, 13 mila visite specialistiche, 6 mila 100 radiografie, 14 mila prestazioni delle tipologie più diverse. La media mensile è di 810 visite di prevenzione, 360 visite specialistiche, 1.200 vaccinazioni somministrate, 400 test di Mantoux e 110 Quantiferon per la tubercolosi, 170 radiografie, 390 altre prestazioni varie. Le vaccinazioni praticate complessivamente sono, a oggi, 42.100, di cui 15.500 per il morbillo, parotite e rosolia, e 18.500 per difterite, tetano e pertosse. Per monitorare ed eventualmente prevenire il rischio della diffusione della tubercolosi, sono stati complessivamente effettuati 16.000 test di Mantoux e 4.000 test Quantiferon.
Gli 11.360 migranti presenti e assistiti dalla sanità veneta sono 2.363 nell’Ulss 6 Euganea, 2.339 nell’Ulss 9 Scaligera, 1.940 nell’Ulss 2 Marca Trevigiana, 1.621 nell’Ulss 3 Serenissima, 494 nell’Ulss 5 Polesana, 502 nell’Ulss 1 Dolomiti, 414 nell’Ulss 4 Veneto Orientale, 403 nell’Ulss 7 Pedemontana.
di Redazione AltovicentinOnline